giovedì 18 dicembre 2008

Ruanda, giustizia simbolica



Theoneste Bagosora condannato dalla Corte penale internazionale
L'ex colonnello Theoneste Bagosora, 67 anni, accusato di essere il comandandante in carica delle milizie hutu 'Interahamwe', colpevoli di aver massacrato 800 mila tutsi e hutu moderati, è stato condannato all'ergastolo, insieme al cognato dell'ex presidente Habyarimana, Protais Zigiranyirazo, e ad altri due ex alti ufficiali militari, Aloys Ntabakuze e Anatole Nsengiyumva [...]
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martedì 16 dicembre 2008

Stagione delle piogge!!

Detto fatto!!
Solo due Post sulla siccità in Mozambico ed eccoti la pioggia...e che pioggia!!
Tutta notte e tutta la mattinata...e subito la città trasformata in un lago, e un campo da calcio diventa una piscina!!


lunedì 15 dicembre 2008

SICCITÀ E CARO PREZZI MINACCIANO ALIMENTAZIONE DI QUASI 500.000 PERSONE
Sono 450.000 le persone minacciate dalla fame in Mozambico: lo scrive oggi il principale quotidiano del paese, ‘Noticias’, riprendendo gli ultimi dati diffusi dall’ufficio tecnico del governo per la sicurezza alimentare, precisando che ai 150.000 abitanti in stato di denutrizione segnalati nei mesi scorsi si sono sommate altre 300.000 persone, che avranno bisogno di assistenza alimentare almeno fino al maggio del prossimo anno. Nello studio, l’ufficio governativo si dice preoccupato, soprattutto, per la riduzione, in alcune zone del paese, della disponibilità di acqua per il consumo umano e animale, che unito alla siccità rischia di creare una situazione allarmante nei prossimi mesi e per questo suggerisce l’avvio di una rete di distribuzione dell’acqua. Oltre agli scarsi raccolti, si apprende poi dal rapporto, anche il rincaro dei prezzi (fino al 100% di aumento in alcune aree) dei cereali sui mercati interni sta contribuendo ad aumentare il numero di persone che rischiano di non avere cibo a sufficienza. Le zone maggiormente colpite dall’emergenza alimentare risultano essere quelle centrali e meridionali e in particolare la provincia di Tete, di Maputo e Gaza.
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venerdì 12 dicembre 2008

Stagione delle piogge??

Leggo su internet che la pioggia delle ultime settimane sta creando non pochi problemi in Italia. E anche qui le cose non vanno meglio. In questo caso il problema è la mancanza di acqua. Quest'anno sembra che la stagione delle piogge non abbia nessuna intenzione di cominciare. Le previsioni parlavano di un possibile inizio verso la metà di novembre, ma niente. Ancora attesa per la metà di dicembre, ma ancora niente. Qualche nuvola. A volte sembra che debba arrivare una tempesta, ma poi improvvisamente tutto si apre e tornano il sole e la caldazza. E purtroppo i raccolti son già in crisi. Nei campi le donne hanno già buttato tutti i semi, che, aspettando l'acqua, seccano o vengono mangiati dagli uccellacci. E non è facile mettere insieme di nuovo abbastanza semi da ripiantare, e così si perdono raccolti su raccolti. Ma i piccoli coltivatori locali ci vivono di questi raccolti. Una stagione sbagliata compromette il lavoro e la possibilità di sostentamento di intere famiglie. Per non parlare delle famiglie che non possiedono altro che il proprio piccolo fazzoletto di terra. In questo caso se non raccogli non mangi: molto semplice, e terribile.
E quando arriveranno le pioggie, quelle vere, allora i campi saranno a posto, ma arriveranno le alluvioni, gli sfollati, il colera e i morti, come già i Zimbabwe e in Sudafrica.
Insomma non è un cazzo facile vivere da queste parti!!



SICCITÀ E CAROVITA: 20 MILIONI A RISCHIO FAME NEL CORNO D’AFRICA
Più di 20 milioni di persone rischiano di restare senza cibo sufficiente alla loro sopravvivenza nel Corno d’Africa a causa della siccità e dell’elevato costo dei generi alimentari e dei carburanti: lo ha riferito oggi la Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa elevando di tre milioni le stime fornite dalle Nazioni Unite, che non terrebbero conto della situazione in Eritrea e Gibuti. “Riteniamo che i dati dell’Onu rappresentino una sensibile sottostima della realtà. Parliamo di almeno 20 milioni di persone e questa cifra esclude peraltro il Sudan” ha detto, a nome della Federazione, Roger Bracke, che ha condotto uno studio di due mesi sul terreno. Il destino di gran parte di queste persone, ha aggiunto, dipenderà in modo diretto dall’imminente stagione della pioggia “e potrebbe facilmente aggravarsi se non riusciamo a controllare la crisi”. I prezzi di sorgo e grano sono raddoppiati nel Corno d’Africa nel 2008, costringendo i governi a dare fondo alle loro riserve di cereali; i prezzi dei carburanti hanno comportato un aumento delle spese per i contadini obbligati a pagare di più per l’acquisto di fertilizzanti e pesticidi e per il trasporto dei raccolti. Bracke ha evidenziato che “è forse la prima volta nella storia del Corno d’Africa che una crisi di tale ampiezza non è dovuta solo a fattori naturali, ma a meccanismi globali e alle loro conseguenze.
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martedì 9 dicembre 2008

Eu tambem tenho sonho

L'Hospital de Dia Pediatrico (HDP) dell'Hospital Central da Beira (HCB) si occupa di seguire sotto vari aspetti i bambini seropositivi (ci lavora anche Ju come psicologa). Anche quest'anno, in occasione del HIV/AIDS DAY (1 dicembre 08), l'HDP ha organizzato una esposizione, a scopo benefico, con i quadri dipinti dai bambini.

Eu tambem tenho sonho
(anch'io ho dei sogni)














Anibalzinho



CASO CARDOSO: NUOVAMENTE EVASO L’ASSASSINO DEL GIORNALISTA
È nuovamente evaso dalla prigione di Maputo, capitale del Mozambico, Anibal dos Santos Junior, conosciuto come ‘Anibalzinho’, condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio (nel novembre 2000) del giornalista investigativo mozambicano Carlos Cardoso. Lo riferisce la stampa locale, che da grande risalto alla vicenda, precisando che la fuga è avvenuta domenica mattina in circostanze ancora tutte da chiarire, ma che sembrano presupporre la complicità di alcuni agenti della struttura carceraria. A conferma di questa ipotesi, si aggiunge lo stato di fermo preventivo che il ministero degli Interni mozambicano ha predisposto per tutti gli agenti della prigione in servizio nelle ore della fuga, ma anche nel turno precedente. Anibalzinho, fuggito insieme ad altri due detenuti non collegati al caso Cardoso, era già evaso dal carcere per ben due volte negli anni scorsi e in almeno un caso era stata confermata la complicità di uomini delle forze di sicurezza. Arrestato nel 2001, Anibalzinho era fuggito una prima volta nel 2002 (venne poi fermato in Sudafrica) e una seconda nel 2004, quando fuggì in Canada dove venne nuovamente arrestato qualche mese più tardi. Al momento dell’omicidio, Cardoso stava indagando sulla più grande frode bancaria mai compiuta in Mozambico. Nelle sue indagini il giornalista aveva più volte denunciato la corruzione dilagante e i pericolosi collegamenti tra settori del governo e il traffico internazionale di stupefacenti, andando a toccare anche importanti personaggi pubblici. Nel processo per l’omicidio Cardoso, la magistratura aveva confermato il coinvolgimento di personalità istituzionali a cominciare da Nyimpine Chissano - il figlio, deceduto lo scorso anno, dell’ex-presidente mozambicano Joaquim Chissano - ritenuto dalla giustizia “uno degli autori morali” dell’omicidio che ha scosso il Paese e per il quale, fino a oggi, ha pagato solo ‘Anibalzinho’.

giovedì 4 dicembre 2008

Laurea!!

Finalmente le mie prime lauree mozambicane!!


Emergenza colera in Zimbabwe

ZIMBABWE
COLERA: DICHIARATO STATO EMERGENZA NAZIONALE
Il governo ha proclamato lo stato d’emergenza a causa di quella che è già la peggiore epidemia di colera degli ultimi 15 anni. Dando l’annuncio, il ministro della sanità David Parirenyatwa ha anche riferito che il bilancio è attualmente di 563 persone morte. Una cifra non lontana dai 565 casi mortali stimati invece dall’Ufficio per il coordinamento degli Affari umanitari (Ocha) che ha anche registrato 12.546 casi sospetti. Parirenyatwa ha anche ammesso che gli ospedali del paese non sono al momento in grado di garantire piena funzionalità a causa della carenza di medicine e di personale: “I nostri ospedali principali – ha detto il ministro – non stanno funzionando. Il personale a disposizione non è motivato, mai come adesso è necessario che gli addetti tornino a lavorare e che l’intero sistema sanitario torni a funzionare”. Una situazione che, secondo il rappresentante del governo, mette a rischio anche le cure necessarie per pazienti affetti da altre patologie. La nota positiva è la diminuzione, negli ultimi giorni dei casi di colera registrati: “C’è stata una riduzione in tutte le province con l’eccezione di quella di Harare – ha proseguito il ministro – stiamo cercando di controllare i movimenti delle persone infette per evitare l’ulteriore diffusione dell’epidemia”. Secondo i dati diffusi da Ocha, la situazione più grave resta quella del distretto di Budiriro, dove si trova la capitale Harare, con 6448 casi e 177 decessi, e dove si registra una tasso di mortalità del 2,7%. Seguono le zone di Beitbridge e Mudzi (rispettivamente con 3079 e 1234 casi di contagio.
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Foto reuters




Foto Ap

mercoledì 3 dicembre 2008

Congo, il mondo sta a guardare

La comunità internazionale impotente di fronte alla crisi nel Kivu
scritto per PeaceReporter da Matteo Fagotto

Sono passati tre mesi dallo scoppio della crisi congolese, ma al Palazzo di Vetro dell'Onu, così come a Bruxelles e all'Unione Africana, non si trova il bandolo della matassa per sbrogliare una crisi che ha provocato almeno 250.000 sfollati e migliaia di vittime. Tra mediazioni fallite, risoluzioni proposte e trattati di pace mai rispettati, la regione orientale del Kivu rimane alla mercé dei ribelli del generale Laurent Nkunda, oltre che delle milizie Mayi-Mayi e dei ribelli Hutu ancora presenti in Congo. I due principali contendenti, Nkunda stesso e il presidente congolese Joseph Kabila, rimangono fermi sulle loro inconciliabili posizioni.
Nemmeno gli sforzi di Olusegun Obasanjo, ex-presidente nigeriano e inviato speciale dell'Onu in Congo, hanno sortito l'effetto sperato. Anzi, sabato scorso, nel corso della sua seconda visita in 15 giorni nel Kivu, Obasanjo avrebbe avuto un vivacissimo scambio di opinioni con Nkunda, accusandolo del mancato rispetto della tregua imposta ai suoi uomini dal generale stesso due settimane fa. Nkunda si sarebbe giustificato sostenendo che la tregua rimane in vigore nei confronti dell'esercito congolese, ma non delle milizie alleate di Kinshasa presenti ancora nella regione. Alla fine del vertice, le posizioni non avrebbero potuto essere più distanti: mentre Obasanjo sottolineava gli sforzi compiuti verso la pace, Nkunda lanciava una sorta di velato ultimatum a Kabila. Incontrarsi a un vertice internazionale a breve, oppure subire una nuova offensiva dei suoi uomini.
Se non altro, il Palazzo di Vetro è riuscito a votare un aumento dei contingenti della Monuc (la missione Onu in Congo), che passeranno da 17.000 a 20.000. A Bruxelles, invece, le divisioni interne all'Unione Europea non hanno permesso di raggiungere neanche un accordo sul possibile invio di una forza di intervento rapida, caldeggiata da Francia e Belgio ma osteggiata dalla Gran Bretagna e dal capo della diplomazia europea, Javier Solana. Per ora, la linea della Ue è quella di limitarsi a generici appelli sul rispetto degli accordi di pace siglati nel 2007 e nel gennaio 2008, i quali prevedono il disarmo di tutte le formazioni irregolari presenti nel Kivu. Peccato che entrambi gli accordi si siano rivelati carta straccia poche settimane dopo la loro firma.
Nella mischia si è gettata anche l'Unione Africana, che ha scelto come mediatore l'ex-presidente della Tanzania, Benjamin Mpaka. Ma chi si aspettava che gli sforzi dell'organizzazione continentale potessero sopperire alle deficienze degli occidentali è rimasto deluso. Finora, neanche Mpaka è riuscito a raggiungere risultati concreti, frustrato dalle inconciliabili posizioni dei due contententi: da una parte Nkunda, che invoca un nuovo vertice di pace, dall'altra Kabila, che chiede il rispetto degli accordi siglati a gennaio. In mezzo, centinaia di migliaia di persone costrette a fuggire non solo dalle violenze commesse dai gruppi armati irregolari, ma anche dagli abusi dell'esercito, messo in rotta dagli uomini di Nkunda e rifattosi sui civili.
Dopo settimane di intenso interesse mediatico e politico, la crisi del Congo è lentamente scivolata fuori dalle pagine dei giornali ed è stata dimenticata dalla politica internazionale, distratta prima dai pirati del Golfo di Aden e poi dagli attacchi a Mumbay. Incapace di arrivare a conquistare la capitale Kinshasa, come aveva promesso qualche settimana fa, Nkunda ha però la possibilità di ritagliarsi un vasto feudo nel Kivu, e di impegnare le truppe congolesi per un lungo periodo. Alla faccia di un processo di pace che, nell'est del Congo, non è mai decollato, e di una comunità internazionale troppo discontinua nei suoi sforzi diplomatici.
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martedì 25 novembre 2008

"A menina de ouro"

Un Post omaggio alla "menina de ouro" (ragazza d'oro), Maria de Lurdes Mutola, la più grande atleta mozambicana di tutti i tempi, regina degli 800 metri, che in questi giorni ha ufficialmente concluso la carriera.
Il 21 novembre 2008, a Maputo, capitale del Mozambico, si è tenuta una cerimonia solenne con la partecipazione di Armando Guebuza, Presidente della Repubblica, e di stelle internazionali dell'atletica, tra cui le antiche avversarie della Lurdes. Alla "menina de ouro" era già stata attribuita la "Ordem Eduardo Mondlane do primeiro grau", la più alta onorificenza del Mozambico. L'Università Pedagogica ha deciso di omaggiarla con una laurea honoris causa.
I festeggiamenti sono terminati sabato 22 novembre, con un meeting internazionale chiamato Lurdes Mutola, dove l'atleta ha corso per l'ultima volta. E per molti mozambicani questa è stata l'unica occasione di vederla correre dal vivo, visto che dal suo trasferimento negli Stati Uniti d'America, non aveva più corso in patria.
Da "Diario de Moçambique, 21 de Novembro de 2008"

Per chi volesse saperne di più, vedere i record personali e le medagli vinte:
wikipedia inglese
wikipedia italiano
Sito ufficiale
International Association of Athletics Federations

















"It doesn't matter where you come from.
If you come from a rich or poor
area or family,
you can always achieve your goals
at school or in sports,
if you focus enough and dedicate yourself"

Maria Mutola


Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Nel 1981, la prima riunione del movimento femminista dell’America Latina e dei Caraibi dichiarava il 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in memoria dell’uccisione delle sorelle Mirabal da parte delle forze di sicurezza del governo Trujillo, avvenuta nella Repubblica Dominicana nel 1960. Nel 1999, le Nazioni Unite dichiararono il 25 novembre Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.



“In tutto il mondo, sia nei paesi ricchi che in quelli poveri, le donne vengono picchiate, sfruttate sessualmente, stuprate e uccise. Queste violazioni dei diritti umani non ledono solo i singoli individui ma minacciano lo sviluppo, la pace e la sicurezza di intere società”: lo afferma nel suo messaggio per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che ricorre oggi, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. “Dobbiamo combattere – ha aggiunto - atteggiamenti e comportamenti che giustificano, tollerano, scusano o ignorano la violenza sulle donne” che “in società in guerra sono ancora più in pericolo…ma hanno la stessa probabilità di essere stuprate in fasi di calma da soldati, armati, ribelli, criminali o anche dalla polizia”; il massimo rappresentante dell’Onu ha poi espresso sconcerto nel rilevare che in contesti di crisi o conflitto a subire violenze sono sempre più anche le bambine. Il problema dell’impunità è stato sollevato anche dall’Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay che sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo ha sottolineato: “Centinaia di migliaia di donne sono state stuprate, picchiate, fatte schiave o uccise nell’ultimo decennio e dove praticamente nessuno è stato punito”. La violenza sulle donne è stata discussa di recente nel VI Forum africano sullo sviluppo ad Addis Abeba, in Etiopia, il 19 e 21 novembre scorso. In alcuni paesi africani le leggi a difesa delle donne sono ferme in parlamento da anni; in Kenya, il progetto di legge contro la violenza domestica aspetta di essere discusso da otto anni e in Uganda una legge simile langue da un decennio. Il Fondo Onu per le donne (Unifem) ha sviluppato la campagna “Say no to violence against women” (Di' no alla violenza contro le donne) che ha raccolto on-line, attraverso l'omonimo sitoweb, più di 1.363.000 firme, ufficialmente presentate oggi a New York dall'attrice Nicole Kidman, "goodwill ambassador" per l'Unifem, con Inés Alberdi, Unifem Executive Director, e Marie Nyombo Zaina, coordinatrice Renadef (National NGO Network for Women and Development in the Democratic Republic of Congo). Anche nei paesi ricchi e non in guerra le statistiche sono sconcertanti: quasi ovunque la violenza commessa da un uomo è la prima causa di morte o disabilità per le donne di età tra i 14 e i 44 anni, incluse quelle in stato di gravidanza; negli Stati Uniti una donna su cinque è stata aggredita, ha subito abusi o violenza sessuale prima dei 21 anni; anche in Australia le statistiche dicono che una donna su tre nella sua vita subisce almeno un caso di abuso o violenza; i responsabili sono nella maggioranza dei casi mariti, padri o patrigni e fidanzati. In Spagna, una legge varata nel 2004, ha deciso l'istituzione non solo di fondi e strutture per l'assistenza alle vittime di maltrattamenti e violenze ma anche di tribunali "ad hoc" già in funzione; secondo alcune organizzazioni femminili all'iniziativa non sarebbero ancora stati garantiti fondi sufficienti per un'azione incisiva. L'associazione 'Miriadas' di Huelva, costituita semplicemente da donne solidali tra loro, resta impegnata in una decisa campagna per por fine alla 'violenza di genere'.
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Essere donna in Mozambico
Quattro mura di violenza
Esiste un’elevata incidenza della violenza domestica in Mozambico, tanto che negli ultimi due anni l’Ufficio per la Cura della Donna e dei Bambini nella sola Regione Zambesia ha registrato 1.174 casi di violenza domestica. La violenza è prevalentemente esercitata dall’uomo e si rivela, quindi, essere una delle forme di controllo e di esercizio del potere a livello domestico, tipica di una tradizione patriarcale che segna le relazioni di potere e le disuguaglianze esistenti fra i membri della famiglia. Anche se l’aggressione fisica è il tipo di sopruso più visibile, anche le umiliazioni, gli attentati contro la dignità, la privazione della libertà, la restrizione dei contatti con la famiglia o con gli amici sono forme di violenza domestica. Soprattutto se esercitato contro le donne, il fenomeno della "violenza tra le mura" passa inosservato perché non è considerato "culturalmente" un crimine, anche se qualsiasi atto di maltrattamento è una violazione dei diritti umani. Tuttavia, la ratifica da parte dello Stato del Mozambico di convenzioni internazionali di protezione dei diritti della donna mostra una volontà politica di ridurre la violenza basata sul genere. Anche grazie al sollecito e al prezioso aiuto di diverse associazioni della società civile rappresentate dal Forum Nazionale della Donna, il governo ha focalizzato la propria l’attenzione su questa particolare situazione e si è impegnato a porre fine alla violenza contro le donne, sia nella sfera privata sia in quella pubblica.
www.milleunavoce.org

Per firmare l'appello
UNIFEM: Say NO to violence against women


venerdì 21 novembre 2008

Metallaro!?

Questa non me l'aspettavo proprio...incontare un metallaro a Beira!?
L'altra sera ad una festa di compleanno mi si è avvicinato (anzi mi si è incollato) un ragazzo di Beira, con la maglietta nera con disegnato un teschio, e per tutta la sera mi ha fatto una capa-tanta parlandomi del gruppo afro-metallo-hardrock-grunge, di cui lui è il batterista. Purtroppo i miei continui sbadigli non lo hanno dissuaso, e quando ha saputo che sto prendendo lezioni di djembe, mi ha chiesto di entrare nel suo gruppo come percussionista!! Già mi immagino...sarei un perfetto percussionista metallaro!!


mercoledì 19 novembre 2008

Elezioni


I candidati sindaci di Beira


In attesa di votare davanti al seggio

Per la strada puoi riconoscere le persone che hanno già votato, semplicemente guardando le dita della mano. Qui in Mozambico, durante le elezioni, per impedire che una persona voti più volte nello stesso o in altri seggi, prima di votare ti fanno immergere un dito della mano in una tintura, tipo inchiostro, indelebile per almeno 24 ore.

martedì 18 novembre 2008

Varie...

...vorrei tranquillizzare mia madre e tutti quelli preoccupati per la mia salute: l'immagine del precedente Post (vedi qui sotto) NON E' UNA FOTO, ma un disegno, una caricatura...beh, non che dal vivo io sia molto meglio, ma almeno di solito riesco ad appoggiare i piedi per terra!!
Comunque...

...finalmente il periodo orchitico è finito, e ho ripreso i soliti ritmi, decisamente più tranquilli, anche se a rendere tutto più difficile è arrivato il grand caldo; fortunatamente è in ritardo rispetto all'anno scorso, ma non tarderà a recuperare il tempo perso. Anche le pioggie si stanno facendo desiderare, e il mio piccolo orticello non è stato l'unico a soffrirne: ci sono un sacco di raccolti andati male per via di questo lungo periodo secco. Ma quando inizierà il periodo delle pioggie lo scenario non sarà migliore: strade e case allagate, fiumi in piena che salteranno gli argini, villaggi isolati, le immancabili epidemie di colera! Insomma i soliti problema con l'acqua in Africa, o poca o troppa.

Per il resto la vita scorre tranquilla a Beira, senza particolari novità, a parte le imminenti elezioni amministrative. Domani si sta a casa per le votazioni, si vota in 42 municipi. Beira in questa campagna elettorale è stata invasa dai colori dei diversi gruppi sostenitori, a piedi, in bici, in moto, su macchine o camioncini stracolmi, bandiere sventolanti, urla inneggianti il proprio candidato, tamburi a dettare il ritmo. A volte mi sono trovato imbottigliato nelle vie del centro (chi l'avrebbe mai detto imbottigliato a Beira!!), accerchiato dal carrozzone pre-elettorale. I candidati sono quattro, ma in realtà lo scontro vero sarà sostanzialmente tra due: Simango, attuale sindaco di Beira, molto amato dal popolo, ex-Renamo, attualmente candidato indipendente e Bulha, candidato per il Frelimo. Parlando e chiedendo un po' in giro sembra che Simango abbia ottime possibilità di vittoria dopo il buon lavoro fatto per la città negli ultimi anni. Vedremo...

Altra piccola novità. Sabato scorso siamo andati ad un festone organizzato da una danese, casa enorme, giardino stupendo, un sacco di gente. E per la prima volta ho suonato il mio djembe in pubblico!! Abbiamo fatto una piccola jam-session, due chitarre, due djembe, tamburello, voce. Tutto improvvisato, ma sembra che sia piaciuto molto. Io mi sono divertito di brutto, anche se ho finito la serata con mani gonfie e viola e vesciche sulle mani (beh, un ritorno agli anni dell'adolescenza!!).

domenica 9 novembre 2008

Un avvoltoio

...rieccomi qua
dopo 1 mese di duro
lavoro...
invecchiato,
rinsecchito,
cifotico,
pochi capelli
grigi...
...sempre più simile ad un
avvoltoio
che non riesce ad alzarsi
da terra e
librarsi in
volo
per via di due enormi
palle!!


sabato 18 ottobre 2008

Seratona!!…

…di merda.
Venerdì sera, 10 ottobre. Cena con tutti quelli dell’associazione, nessuna voglia e molto stanco, ma bisogna essere presenti. Ritrovo in coordinamento. Macchine a sufficienza -Gianluca se vuoi puoi lasciare giù la tua- -Ok la parcheggio meglio- -Anzi no, siamo in sei è meglio se la prendi- -Va bene, basta che andiamo- Arriviamo al ristorante, una fila di macchine parcheggiate, sembra più pieno del solito. Parcheggio per ultimo, dietro ad altre macchine. Entriamo. Convenevoli. Si chiacchiera. Io poco brillante. Neanche mezz’ora dal nostro arrivo, e due dei nostri che erano usciti a fumarsi una sigaretta rientrano e corrono verso di me -Vieni Gianluca, sono andati addosso alla tua macchina!- Corro fuori, faccio appena in tempo ad arrivare sul marciapiede e vedo l’altra macchina allontanarsi velocemente, mentre tutta la gente in mezzo alla strada grida -Para, para!! (ferma, ferma!!)- Il bastardo è scappato. Attraverso la strada per raggiungere la mia macchina, mentre tutti quanti continuano a gridare -MN 42 64 L 36- sembra che siano riusciti a leggere il numero di targa, ma non ci capisco nulla. Mi ammutolisco, faccia di cemento, inespressivo, bocca semiaperta ma non esce nulla, blocco della connessione cervello-bocca, mentre dentro snocciolo tutto il rosario, una serie infinita di saracche delle Molucche!! Mi parlano ma non rispondo, mi limito a constatare i danni, front e back: il figghiebbottana mi ha tamponato e mi ha spostato la macchina di almeno un metro, così ha sbattuto pure contro quella davanti (e vai di filotto!). Raccolgo qualche pezzo qua e la, e rientro mesto nel locale. Serata rovinata. Minchia a’ machena, m’ hann ruinat’a’machena (inizio a parlare portoghese come Alex Drastico)!! A tavola soliti gruppetti, chi parla delle problematiche della cooperazione internazionale (lavoro, lavoro, lavoro), chi racconta tutti i più truci e splatter casi che ha visto in ospedale, incurante di quelli che già stanno vomitando, chi non parla proprio. E io che ascolto stupito e con le lacrime agli occhi l’arringa anti-clericale di un prete stanco di questa Chiesa che non prende una posizione decisa contro tutte le brutture che ascoltiamo tutti i giorni, Bush, Berlusconi e compagnia bella. E decido che è lui il mio nuovo guru. Finisce la cena, il logista dell’associazione si offre di accompagnarmi alla Policia de Transito (i Vigili, o Ghisa). Arriviamo alla sede, che scopro essere dentro il carcere! Superiamo il primo controllo armato. Il secondo controllo è più facile, è lungo disteso su una panchina e se la dorme alla grande. Attraversiamo il cortile, le finestre delle celle sono tutte buie Temo che da un momento all’altro inizino a lanciare carte di giornale infuocate attraverso le sbarre. Suggestione? Entriamo nell’ufficio. Ci accolgono non molto entusiasti: altre persone, altro lavoro, altre carte da compilare. A Beira il fine-settimana la Policia de Transito non ha tregua. Spieghiamo tutto. Arriva il momento che temevo. Mi chiedono i documenti e le generalità. Anche questa volta mezz’ora per fargli capire come mi chiamo, e come si chiamano i miei genitori. Quando finisce di compilare tutti i moduli, finalmente chiama il collega motociclista e, dopo un po’ di resistenza, lo convince ad andare a pattugliare le strade in cerca della macchina che abbiamo descritto. Il Poncharello di Beira si strofina gli occhi ancora carichi di sonno, si chiude il giubbotto di pelle, indossa il casco e parte con la sua Honda 250 a cui mancano tutta una serie di pezzi, evidentemente non essenziali. Torno a casa. E così finisce la serata, uno splendido venerdì sera. E meno male che non è venerdì 17!!
Epilogo: la Policia de Transito non ha trovato il colpevole. Il logista sì. Non so se gli ha spaccato le gambe come gli avevo chiesto di fare, comunque la macchina è già in officina ed è quasi pronta.

venerdì 17 ottobre 2008

Parole…parole…parole…



Il Berluscazz’ è soddisfatto, e con lui, purtroppo, un bel po’ di italiani: finalmente il 16 ottobre l’Unione Europea ha dato il via libera al Patto per l’immigrazione, che “sancisce l'impegno dell'UE e degli Stati membri ad attuare una politica GIUSTA, EFFICACE e COERENTE a fronte delle sfide e delle opportunità rappresentate dalle migrazioni. Il Patto costituisce ormai per l'Unione ed i suoi Stati membri il fondamento di una politica comune dell'immigrazione e dell'ASILO, ispirata a uno spirito di SOLIDARIETÀ tra gli Stati membri e di COOPERAZIONE con i paesi terzi (www.italiannetwork.it)".
GIUSTA: ma giusta per chi? L’Europa consentirà l’ingresso dei lavoratori temporanei, ma solo quelli altamente specializzati, i ricercatori, gli uomini d’affari, gli sportivi di alto livello e gli artisti. Così questi “immigrati di alto profilo” che fino ad ora decidevano di andare verso Stati Uniti, Canada e Australia, magari si dirotteranno verso il vecchio continente. Insomma immigrati sì, ma ce li scegliamo noi, come al mercato, così ci prendiamo quello che ci serve, e i poveracci ve li lasciamo. E’ così che pensiamo di aiutare lo Sviluppo? Certo, non che i Paesi africani siano senza responsabilità, visto che alcuni di questi hanno già firmato, in cambio di finanziamenti, degli accordi esattamente in linea con il Patto (www.afrik.com).
EFFICACE: ma dopo tutti ‘sti anni ancora pensano che reprimere, vietare, aumentare i controlli siano delle soluzioni? Se tutti i giorni migliaia di disperati rischiano di morire in questi viaggi disumani, ci sarà un motivo. Forse non è che hanno tutta ‘sta scelta di cui si parla sempre, forse la flebile speranza di una vita migliore è più forte di tutte le difficoltà e di tutti i muri alle frontiere. Mi è piaciuto il commento dall’Algeria di padre Silvano Zoccarato sul sito del MISNA: “Arrivano dal Mali, dal Burkina Faso, dal Niger, si affidano a gente senza scrupoli che li lascia nei pressi del confine, poi si arrangiano come possono per sopravvivere, risalendo verso nord e verso quel sogno chiamato Europa, sfidando deserti, mari e ostilità”. Secondo lui una legislazione europea per frenare questo flusso dal sud del mondo è sostanzialmente inutile: “E’ come cercare di bloccare il corso di un fiume; prima o poi l’acqua riesce a passare e non c’è diga che tenga quando chi parte, lasciando i luoghi di origine, sa bene cosa significhino fame, povertà e guerre”.
COERENTE: ma non volevate mica la globalizzazione? Ed è questa?? Alzare sempre di più i muri, rinchiudersi nel castello, scavare un bel fossato, difese estreme contro l’orda barbarica? Cioè per capire, qualsiasi imprenditoruncolo italiano può venire in Mozambico in cerca di fortuna, ma un mozambicano la fortuna deve aspettarla a casa propria (sempre che ce l’abbia una casa).
Poi, in fatto di coerenza, l’Italia è la migliore. Parla di ASILO, COOPERAZIONE, SOLIDARIETA’, di aiuti per i Paesi terzi, e poi:
- Taglia in modo drammatico, con la prossima finanziaria, i fondi per la cooperazione, con problemi per tutte le più importanti ONG italiane.
- Riduce ulteriormente il contributo destinato al raggiungimento degli Obiettivi del millennio. Secondo i dati diffusi in aprile dal Comitato italiano per la Campagna del millennio, nel 2007 il contributo italiano non ha superato lo 0,19% del prodotto interno lordo, e sembra che nel 2009 lo stanziamento sarà pari all’incirca allo 0,10% del PIL. E questo nonostante le promesse dei vari governi di arrivare allo 0.5% entro il 2010, per poi raggiungere l’obbiettivo (già raggiunto da altri Paesi europei) dello 0.7% nel 2015. Inoltre Eveline Herkens, coordinatrice della Campagna del millennio delle Nazioni Unite, ha denunciato, oltre la quantità, anche la qualità degli aiuti italiani: su un euro di contributi, solo 21 centesimi sono davvero disponibili per gli Obiettivi del millennio.
- Scuola: approvata una mozione voluta dalla Lega che prevede l’istituzione di classi separate destinate agli studenti stranieri che non superano il test di ammissione nelle scuole, le cosiddette “classi ponte” per l’apprendimento della lingua italiana. E chi dovrebbe insegnargliela la lingua italiana, Borghezio??
Come al solito ci facciamo ridere dietro, anche se questa volta non mi sembra che gli altri Paesi europei si siano distinti per acume e spirito di solidarietà. Insomma Italia e Europa sempre più terrorizzate dal nemico oltre-confine, sempre più xenofobe, trincee sempre più profonde, muri sempre più alti, ma con l’ipocrisia di dire che “dobbiamo aiutare i Paesi in via di sviluppo”.
Ma perché non la piantano di dire cagate?! Dai ammettetelo, di aiutare ‘sti cazzo di “paesi terzi” non ve ne frega niente, gli Obiettivi del Millennio sono una minchiata e una perdita di tempo, e che si fottano tutti ‘sti poveracci colepezzarculo, l’importante è che muoiano lontano, in silenzio, senza far troppo rumore, senza disturbare il vostro sonno, che domani bisogna alzarsi presto per CREDERE, LAVORARE, PRODURRE (dal sito di Luigi Celori illuminato consigliere di Alleanza Nazionale regione Lazio, brillante in materia di sicurezza dell’immigrazione).

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giovedì 16 ottobre 2008

World Food Day



APPELLI PER ‘AZIONI CONCRETE’ CONTRO LA FAME
Un’azione “urgente e concertata” della comunità internazionale per contrastare l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e il rischio della fame nella mondo: è l’appello contenuto nel messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, diffuso oggi in occasione della 27ª Giornata mondiale dell’alimentazione. Il Segretario Onu ha ricordato inoltre che “i paesi poveri stanno pagando più e prima degli altri le conseguenze del carovita e dei cambiamenti climatici” e che “anche i prolungati periodi di siccità, le alluvioni e le tempeste tropicali contribuiscono a esporre milioni di persone alla malnutrizione e alla penuria d’acqua”. Timori, quelli espressi da Ban Ki-moon, condivisi dal presidente del Fondo dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Jacques Diouf, secondo cui la situazione attuale è stata causata anche dalla diminuzione degli investimenti pubblici nell’agricoltura. “I finanziamenti alle coltivazioni, in media, sono crollati dal 17% nel 1980 al 3% nel 2006 – ha detto Diouf – dobbiamo invertire immediatamente questa tendenza se intendiamo contrastare la povertà e la fame nel mondo”.


Intanto, in un rapporto diffuso oggi, l’organizzazione umanitaria Oxfam denuncia che circa un miliardo di persone nel mondo sono minacciate dalla fame e dalla crisi economica. “L’aumento indiscriminato dei prezzi di beni di prima necessità ha spinto circa 119 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà – afferma Teresa Cavero, autrice del documento e responsabile di Oxfam in Spagna – portando a 967 milioni il numero totale delle persone al mondo che in questo momento soffrono la fame”. Il documento denuncia inoltre “che alcune multinazionali del cibo, hanno visto triplicare i loro profitti, grazie a politiche agricole inadeguate e a norme commerciali inique” che hanno determinato “l’impoverimento dei piccoli agricoltori e una situazione di oligopolio inammissibile”. Il rapporto critica inoltre la risposta “inadeguata” della comunità internazionale “in termini economici e di coordinamento” anche alla luce del vertice di Roma del giugno scorso, su ‘Sicurezza alimentare, cambiamenti climatici e bioenergia’, che “non ha saputo definire strategie concrete per contrastare la situazione di crisi”.
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mercoledì 15 ottobre 2008

Donne rurali: da Maputo, per contare di più

In occasione della “Giornata mondiale della donna rurale”, un Forum nazionale in rappresentanza della categoria organizzato a Maputo ha rivolto un appello al governo per aumentare almeno fino al 30% la presenza femminile nei ruoli direttivi dell’amministrazione e nella politica a livello locale. Lo stesso appello è stato rivolto ai responsabili di strutture private e alle organizzazioni della società civile. Organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo della comunità, i partecipanti al Forum hanno sottolineato che nonostante la loro massiccia presenza nelle zone rurali e il contributo dato all’economia del paese le donne non godono nei fatti degli stessi diritti degli uomini e di un’adeguata rappresentanza nei posti di responsabilità. Il Forum si è concluso con l’approvazione di una Dichiarazione delle donne rurali che sarà presentato al governo e che prevede una serie di azioni di sensibilizzazione da mettere in atto nei prossimi due anni.
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...si ricomincia...



Su google immagini digitando "caldo" è venuta fuori la locandina di 'sto trash movie che nemmeno ho mai visto. Ma dai come si fa: "lo chiamavano verità...", che tristezza. Comunque oggi è stato veramente "quel caldo maledetto giorno di fuoco". Purtroppo, anche se in lieve ritardo rispetto all'anno scorso, sta ricominciando la caldazza. Ieri la prima notte in cui abbiamo dovuto accendere il ventilatore. E sarà sempre peggio, fino ad aprile. Ce la faremo anche questa volta??

giovedì 9 ottobre 2008

La genialata

Una nuova ideona della Direzione dell'Ospedale: gli ingressi dal Pronto Soccorso nei reparti di Medicina non saranno più in base alla disponibilità letti, ma in base ai giorni. Mi spiego. Nei giorni pari i pazienti possono entrare SOLO nella Medicina 3 (uomini), i giorni dispari SOLO nella Medicina 1 (uomini). Così ti trovi, come oggi, con un reparto quasi vuoto, e con l'altro (a 10 metri!!) straripante, con pazienti per terra nelle camere e nel corridoio. Così per tutta la mattina abbiamo dovuto camminare evitando di calpestare gambe o teste per terra. Ci si può immaginare che risate con il carrello dei farmaci o con quello del pasto. Poi, ovviamente, tra tutti i posti possibili il paziente lo mettono proprio dietro la porta, così ogni volta che qualcuno entrava SBAM!! il poveraccio si pigliava la tranvata.
FAZER O QUE??

domenica 5 ottobre 2008

Davanti a scuola

I bambini all'uscita da scuola. Nessun genitore ad aspettarli con la macchina accesa in doppia fila. Tornano a casa da soli, i più grandi aiutano i più piccoli per attraversare la strada, mano nella mano. Guardano a destra, guardano a sinistra, e poi via di corsa. Quasi tutti con la divisa. Le bambine con le trecce, i maschi capello rasato. Zaini più grandi di loro, ma che sembrano vuoti. A piedi nudi, o con una infradito di dieci numeri in più. Passi e ti fissano, qualche timido cenno, delle grida, qualche sguardo finto-truce con aria di sfida. Mentre tornano a casa passano accanto ad altri bambini, che a scuola non ci sono andati, sono al bordo della strada per riempire grossi sacchi di sabbia, che a fatica trascineranno fino a casa. Serviranno per sistemare la casa, almeno fino alle prossime piogge.


Presa per il culo

...a Beira sono arrivati i "pezzi grossi"...
Venerdì aspettavamo una visita in università di autorità italiane per discutere diversi aspetti del progetto. Questione delicata di questi tempi con in vista i tagli alla cooperazione internazionale previsti dalla prossima finanziaria. Si prefigge un incontro interessante e importante. Anche dall'associazione ci arrivano pressioni a riguardo.
Decido allora di darmi una sistemata e mettermi giù da gara, elegante come non mai! La mattina mi alzo e dopo aver fatto i miei consueti duecento piegamenti sulle braccia (!?) inizio a prepararmi: scelgo i jeans, casual ma mai fuori luogo; abbino delle scarpe da ginnastica (altri tipi non ne ho) e una bella camicia a quadri mezze-maniche quasi boscaiolo. Una bella pettinata ai baffi, mi sciacquo la bocca con il ginseng, due saponette sotto le ascelle, un paio di arbre magique nelle scarpe e sono pronto. Per una volta in perfetto orario, 8 spaccate in università. Mi trovo con i colleghi della associazione. Aspettiamo la delegazione che ancora non si vede. E aspetta aspetta, arrivano le nove. La delegazione esce dall'ufficio del Rettore, e scopriamo che l'incontro, a cui pensavamo di partecipare, è già stato fatto, mentre eravamo fuori ad aspettare come dei pirla! Siamo in piedi, tutti in cerchio, un filo di imbarazzo generale, le "autorità" continuano a guardare l'orologio, hanno un'altro incontro in programma e devono scappare. Veloce giro dell'università, qualche foto, due chiacchere senza senso, vari convenevoli e via , tanti saluti e alla prossima.
Tolgo le saponette da sotto le ascelle e mi vien quasi voglia di lanciargliele dietro! Una incredibile presa per il culo, tempo perso per tutti noi. E pensare che 'sti qua se ne torneranno a casa convinti di averci capito di più del progetto e poter prendere le proprie decisioni, senza aver nemmeno parlato con chi il progetto lo porta avanti, tutti i giorni. Perchè invece di tagliare i fondi dei progetti non tagliano qualche stipendio e qualche biglietto aereo per visite assolutamente inutili?

4 ottobre

Il 4 ottobre 1992, dopo 27 mesi di negoziato, FRELIMO e RENAMO, anche grazie alla mediazione italiana e nel particolare della Comunità di Sant'Egidio, hanno firmato gli Accordi di Pace di Roma definendo congiuntamente una nuova costituzione democratica.


giovedì 2 ottobre 2008

Letti vuoti

Un giorno come tanti nel reparto di Medicina Interna dell'Ospedale Centrale di Beira. Arrivi la mattina e trovi dei letti vuoti che fino alla sera prima erano occupati: altre morti nella notte.
Ne muoiono veramente tanti, troppi, e molti giovani. A volte te lo aspetti, viste le condizioni in cui arrivano i pazienti, a volte ci rimani proprio male, come mi è capitato negli ultimi due giorni.
La triade è sempre a stessa: HIV/AIDS, tubercolosi, malaria. In questa provincia i dati parlano di una prevalenza di HIV circa del 30% (1 su 3!!). In ospedale sono quasi tutti seropositivi, tanto che quando un Test HIV viene negativo non ci credi.
E' veramente sconcertante, e sconfortante.

lunedì 29 settembre 2008

29.09.07

Due cose che mi hanno fatto sorridere oggi:
1. Mentre correvamo nella solita piazza, abbiamo visto una che correva in ciabatte infradito e vestitino lungo a fiori; come quella volta che siamo stati superati da una tutta vestita di nero che si teneva il Burka svolazzante: sembrava un ninja!
2. In biblioteca uno studente (che non conoscevo) mi ha chiesto se ero già laureato o ancora studiavo, perchè sembravo molto giovane, tipo 24 anni! Finalmente! Visto che nelle ultime due settimane già due persone mi hanno chiesto se ne ho 40 o 42!!

domenica 28 settembre 2008

Il guarda

Il guarda (in italiano guardia o guardiano) è una delle professioni più diffuse a Beira (e penso in altre città del Mozambico). Già, perchè Beira non è sicura, o almeno questo è quello che continuano a ripeterti prima del tuo arrivo, per metterti in guardia dai pericoli nascosti dietro ogni angolo; poi quando inizi a viverci, ti rendi conto che, tutto sommato, non è molto diversa da una qualsiasi città di un qualsiasi Paese, in cui devi stare attento, dove non puoi girare carico di gioielli, occhiali da sole, soldi, parlando tranquillamente al cellulare, dove ci sono zone che è meglio evitare, soprattutto in alcuni orari, e piccole precauzioni da prendere, per evitare di farsi fottere il cellulare dalla tasca davanti dei jeans mentre sei in fila per comprare il biglietto per un concerto che alla fine è stato una merda (sfogo personale!). Insomma i ladri ci sono dappertutto, con la sola "piccola" differenza che qui se un malandro viene beccato a rubare, può capitare che la folla non aspetti l'arrivo della polizia, ma decida di linciarlo o bruciarlo vivo sul posto (da gennaio ad aprile 2008 i giornali locali riportavano 7 episodi di linciaggio di ladri a Beira). Ma per fortuna noi non dobbiamo temere i ladri, la nostra casa è protetta dal guarda! La maggior parte dei guarda spunta verso le 5-5.30 del pomeriggio, quando il sole comincia a calare e la città si prepara per la sera; un rapido giro della casa per controllare che sia tutto a posto, per poi prendere posizione davanti al cancello, in piedi o, i più fortunati, con una sedia. Ce ne sono di tanti tipi, alcuni senza divisa, altri con uniforme e basco, chi disarmato, chi con un machete nascosto da qualche parte, qualcuno addirittura con il fucile. Ogni casa ha davanti una guardia, soprattutto nelle zone più residenziali, per cui quando giri la sera per le strade puoi vedere una fila interminabile di uomini appostati e attenti ad ogni minimo rumore (più o meno!!); alcuni preferiscono starsene da soli, altri si riuniscono in piccoli gruppetti per fare quattro chiacchere e passare la serata. Ma la parte più dura per il guarda deve ancora arrivare: il difficile infatti è stare svegli! Soprattutto prima che il proprietario di casa sia arrivato, con il gippone, strombazzando da un centinaio di metri per farsi aprire il cancello senza dover aspettare neanche un minuto. Quando la macchina è dentro al cortile e le luci della casa si spengono, finalmente il guarda può trovare un angolino comodo, indossare giubbotto o impermeabile, una bella copertona, e tanti saluti...
Molte volte mi è capitato di tornare a casa, aprire il cancello, entrare nel cortile con la macchina, e nonostante tutto il rumore, non riuscire a svegliare A, uno dei guarda storici della casa, addormentato come un sasso, seduto sulla sedia a dondolo dei vicini nella veranda. Forse A è quello che abbiamo "svegliato" più volte, ma con lui non abbiamo avuto nessun problema; ha solo la fissa, lui come altri, di lavare la macchina: come entri nel cortile ha già la canna dell'acqua in mano, e non serve a nulla dirgli che non è necessario; evidentemente quelli che abitavano qui prima di noi pretendevano la macchina sempre lucente. Quello con cui abbiamo avuto problemi è D, piccolo e canuto ometto, anche lui come A storico guarda della casa. Una sera siamo in casa, e sentiamo un cane che guaisce; usciamo e vediamo D che caccia in malo modo un cane dei vicini dal cortile; gli dico che non è necessario picchiare il cane, e lui si gira verso di me con uno sguardo spento, e barcollando mi tranquillizza -Tutto a posto- da due metri mi investe l'alitata carica di alcool -Sei sicuro di star bene D? Sei un po' strano, hai bevuto? (che spirito d'osservazione)- messo alle strette dal mio terzo grado ammette di aver bevuto qualcosina, ma che ora sta bene: alla faccia del "qualcosina", il piccolo ometto è sbronzo come un cinghiale!! Gli dico che così non può lavorare (te lo immagini alle prese con dei ladri?) e di andare a casa a ripigliarsi, ma lui insiste per rimanere; discutiamo per un po' e poi rientro in casa. Siamo in sala a vederci un film, quando iniziamo a sentire delle grida fuori dal cancello; esco e vedo l'uomo-che-vigila-sul-mio-sonno in mezzo alla strada, completamente ubriaco, la divisa tutta aperta, con una bottiglia di vetro (ormai quasi vuota) nella tasca, e continua a barcollare da una parte all'altra della strada, gridando contro gli altri guarda che tentano inutilmente di calmarlo; vado al cancello e, altrettanto inutilmente, tento di farlo ragionare, ma lui continua a gridare, e adesso è molto più incazzoso di prima, e mi dice che non gli interessa di perdere il lavoro, che quello non è un lavoro, che non ha bisogno dei miei soldi ecc. Gruppetti di ragazzini passano in mezzo alla strada e lo pigliano per il culo e lo imitano; ormai gli altri guarda se la ridono e si godono lo spettacolo; rientriamo in casa, ma le grida proseguono per ore, fino a quando, esausto, finalmente D crolla nella veranda e si addormenta come un bambino; non voglio immaginare il mal di testa al risveglio!! Dopo l'espisodio D è stato trasferito a sorvegliare un'altra casa, in cui altri guarda fidati possono controllarlo.
Al suo posto è arrivato J, che da subito si è dimostrato super-efficiente. Addirittura una domenica, nel suo giorno di riposo, mi ha accompagnato nel campo di un suo parente agricoltore, e abbiamo fatto un carico di terra "buona" per il piccolo orto che ho fatto in giardino. E spesso ci troviamo davanti all'orticello, braccia incrociate dietro la schiena, a commentare lo stato di salute dei pomodori. L'unico appunto che si può fare a J è che è un po' apprensivo; a luglio durante le settimane di viaggio nel Nord del Mozambico, ogni 3-4 giorni mi faceva uno squillo, o mi mandava un sms per chiedermi come stavamo, se era tutto a posto, dove eravamo: ho il sospetto che sia stato contrattato direttamente da mia madre!!

Premi premi premi!!

Nuovo concorso!!
Dopo l'enorme successo degli altri giochi a premi proposti dal blog, ritorna il quizzone!! (e qui non accetto rime o battutacce)
Rispondete alla domanda qui sotto, il primo che indovinerà si porterà a casa, come sempre, ricchi premi!

Questa è una foto che abbiamo scattato oggi dalla macchina. Osservate attentamente il furgoncino davanti a noi...cosa sta succedendo all'interno?



Risposta A: è un mezzo di trasporto un po' sovraffollato (banale)
Risposta B: il vetrinista di un negozio di moda sta trasportando dei manichini
Risposta C: è scattata una rissa durante una partita di Backgammon
Risposta D: è un trasporto illecito di arti umani
Risposta E: è una partita "estrema" di Twister

giovedì 25 settembre 2008

Obiettivi del Millennio

ONU: verso gli Obiettivi del Millennio
di Andrea Luzzana

Consenso dei presenti all’incontro Onu di alto livello dedicato allo sviluppo dell’Africa tenutosi a New York. Gli Obiettivi del Millennio sono ancora lontani. Ma non irraggiungibili.

Rispettare gli obiettivi del Millennio (Millennium development goals) «rappresenta la più grande sfida che il mondo oggi è chiamato a fronteggiare». Per questo motivo è necessario intensificare la collaborazione globale, più con azioni concrete che con parole. E per farlo basterebbe investire poco più di un quarto di quello che i paesi del nord del mondo destinano per i sussidi ai propri agricoltori. Questo è il quadro che emerge dall’ incontro di alto livello delle Nazioni Unite dedicato allo sviluppo dell’Africa (High-level Meeting of General Assembly), tenutosi il 22 settembre al Palazzo di Vetro di New York. Nella dichiarazione sottoscritta dai partecipanti (una quarantina di capi di Stato e di governo, rappresentanti della società civile e di organizzazioni internazionali) emerge come il raggiungimento degli obiettivi resti per il momento «sfuggevole». Ban Ki Moon, segretario generale dell’Onu, nel suo intervento ha però dichiarato che per raggiungere nei tempi previsti questo obiettivo sfuggevole basterebbe un finanziamento di 72 miliardi di dollari l’anno. E la cifra, se paragonata ai 267 miliardi di dollari che ogni anno i paesi del nord del mondo garantiscono in sussidi ai propri agricoltori, o al piano di 700 miliardi di dollari annunciato dal governo di Washington per salvare il fallimento di istituti finanziari privati americani, non appare così proibitiva. Rapportata ai 1200 miliardi annui in spese militari a livello planetario (515 solo quelli degli Usa) rischia quasi di risultare irrisoria. «Non potrà esserci pace e prosperità nel pianeta senza lo sviluppo e il progresso africano» ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi, mentre il vice-presidente cubano José Ramon Machado Ventura ha evidenziato la necessità di «un nuovo sistema di relazioni Nord-Sud, che ponga fine all’ingiusto e insostenibile ordine economico, commerciale e finanziario attualmente vigente nel mondo, che emargina e sacrifica l’80% della popolazione del pianeta in funzione delle dissipazioni e delle stravaganze di un’esigua minoranza» «L'Africa si trova a fronteggiare sfide ancora enormi», ha detto il presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, padre Miguel D'Escoto Brockmann. «Nazioni coraggiose come quelle africane, e sappiamo quanto possano esserlo, non possono andare avanti da sole». Gli aiuti non devono però tramutarsi in assistenzialismo: i paesi africani non devono essere «semplici ricettori di idee e di aiuti dall’esterno, ma veri e propri agenti del loro stesso sviluppo», ha affermato nel suo intervento monsignor Celestino Migliore, capo della delegazione della Santa Sede all’Onu. «Lo sviluppo dell’Africa», ha proseguito il monsignore, «è una grande opportunità per il mondo intero sia per le sue risorse umane, sia per le sue diversità culturali e climatiche che la rendono unica». Consenso unanime tra i delegati su queste posizioni. Ora alle parole devono seguire i fatti, o la strada sarà sempre più in salita.
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25 settembre

25 settembre 1964
La Lotta Armata di Liberazione Nazionale fu dichiarata ufficialmente il 25 settembre 1964 e nella sua prima azione armata il FRELIMO attaccò una base portoghese a Chai nella provincia di Cabo Delgado. Questa giornata è commemorata ogni anno como Dia das Forças Armadas de Moçambique.



Helena Motta: Moçambique, por Eduardo Mondlane,
Instituto Nacional do Livro e do Disco, Maputo, 1983

mercoledì 24 settembre 2008

Djembe



...ho le mani rosse e un po' gonfie, e i muscoli (pochi) delle braccia che mi fanno male, ma sono contento, perchè finalmente oggi, dopo quasi due mesi, ho ripreso le lezioni di djembe!!
Sì, mi ero dimenticato di scriverlo sul Blog, ma da maggio sto prendendo lezioni da un amico, Joao, percussionista di un gruppo di Beira, i Nyacha, di cui linko il sito; consiglio di farci una visitina, ci sono dei bei filmati, e sul loro sito Myspace tra poco ci saranno anche dei file audio da ascoltare.
Qui sotto una foto mentre suoniamo insieme (beh diciamo, mentre lui suona e io tento di stargli dietro!!) alla grigliata di domenica scorsa.

lunedì 22 settembre 2008

Odio il lunedì!!

Insomma qual'è il problema?
Odio il lunedì!
Tipo Vasco Rossi...che fa, emula?
No, è che odio proprio quel giorno lì
E gli altri?
Beh, mi stanno parecchio sui coglioni pure loro
Ma è proprio così difficile alzarsi dal letto per andare al lavoro?
Mi strapperei la milza a morsi pur di non alzarmi dal letto!!
Non racconti storie! E sentiamo, perchè allora non lo fa? Perchè non se la strappa davvero?
Perchè mi dicono di non farlo
Chi le dice di non farlo
Le voci
Sente delle voci?
A volte
E cosa le dicono?
Di ucciderli tutti...
Tutti chi?
Gli studenti
...di medicina?
Sì loro...
E allora cosa pensa di fare...
Penso che lo farò
Mi scusi, ma non diceva che le piaceva lavorare con gli studenti?
Non li sopporto più, li odio tutti, o li boccio o li ammazzo, vedrò...
Ma non aveva scritto sul suo Blog che era un lavoro molto stimolante?
Tutte cagate...
...le cose cha ha detto?
...no quelle che ho fatto, nel senso che è quello che mi stimolano!!
Ha mai provato a scrivere quello che sente, una sorta di diario?
Sì ho provato
E mi farebbe leggere quello cha ha scritto?
Certo tenga...


FINE??

sabato 20 settembre 2008

Chiuda un occhio!

Poco tempo fa, al ritorno dalle ferie estive, ci sono stati gli esami per gli studenti che non erano passati nella sessione precedente, al termine della rotazione nei diversi reparti.
Il primo giorno di esami sono passati tutti tranne uno studente del sesto anno che chiamerò, per motivi di privacy, Studente-he-non-ha-passato-l'esame. Beh, insomma, entrano uno ad uno, e comunichiamo singolarmente il risultato e il voto. Entra Studente-che-non-ha-passato-l'esame, e gli comunichiamo l'esito negativo, cosa che non lo rende felice. Quindi comincia, con voce quasi rotta dal pianto, a chiederci di chiudere un occhio e lasciarlo passare; ed inizia a parlarci delle disgrazie della sua famiglia, delle difficoltà economiche che ha, della malattia di sua madre; a questo punto il primario ha già l'occhio lucido, e sembra quasi cedere, per cui Studente-che-non-ha-passato-l'esame si concentra su di me, e passa ad argomentazioni diverse, chiedendomi di aprire il mio cuore, e di capire che mi trovo in Africa, dove la gente è povera e ha tanti problemi. Devo dire che è stata una situazione un po' spiacevole; innanzitutto non mi piace per niente il ruolo dell'esaminatore, mi trovo sempre un po' in imbarazzo, soprattutto quando l'esame è andato male; poi in questo caso le preghiere dello studente mi hanno fatto pensare; è vero, qui molti studenti hanno situazioni famigliari veramente difficili, e fanno fatica a vivere a Beira (città non molto economica) con la sola borsa di studio; però cosa dovremmo fare? Non fare più esami? Quello che mi ha sorpreso è stato il cercare la mia comprensione riguardo la situazione africana, come se, visto che l'Africa è stata per anni, ed è tuttora, sfruttata dal resto del mondo, allora dobbiamo perdere qualsiasi oggettività e dobbiamo chiudere un occhio perchè sono "poveri e con tanti problemi"? Io penso che un atteggiamento paternalistico di questo tipo sia assolutamente deleterio, soprattutto perchè parliamo di studenti di medicina, che una volta laureati, preparati o meno, saranno mandati a lavorare nei distretti inculati, magari da soli, con un bacino d'utenza di 50.000 persone (ci sono zone nel Nord del Paese in cui c'è un rapporto medico/popolazione di 1/100.000!). Alla fine, nonostante il primario proponesse di lasciarlo passare, abbiamo deciso di fargli ripetere la rotazione di Medicina Interna. Mo' di sicuro mi taglierà le gomme della macchina...

mercoledì 17 settembre 2008

Praia Nova

Il sabato ormai è rituale il giro al mercato per comprare frutta e verdura per la settimana; ci sono vari mercati a Beira; di solito noi andiamo al Mercado Central o al Mercado do Maquinino:
il centralissimo Mercado Central, tranquillo, pulito, ma con i prezzi un po' più alti per via dei clienti molto spesso stranieri; il Mercado do Maquinino, grande, un po' più caotico, decisamente meno pulito, ma sicuramente più interessante da visitare; lo scorso sabato pomeriggio siamo andati a fare un giro al Mercado Praia Nova, che, come dice il nome, porta direttamente sulla spiaggia. Ecco alcune foto...