sabato 27 febbraio 2010

Gli appuntamenti del 1° Marzo a Milano

Milano
9.30 Ritrovo fuori da Palazzo Marino, il corteo farà giro attorno al municipio milanese. Momento di dibattito con al centro i temi e i problemi del lavoro.
13.00 Verranno srotolati tre grandi striscioni gialli in tre luoghi significativi per la vita degli immigrati a Milano: la Questura ("Permesso di soggiorno per tutti. Tempi di rinnovo più rapidi"), Tribunale ("Migrare non è reato") e Via Corelli ("Basta silenzi. Chiudiamo i centri di identificazione ed espulsione").
17.30 Raduno in piazza Duomo. In Piazza lezioni di lingue straniere in Italiano e per gli Italiani; lancio dei palloncini alle ore 18.30. Partenza del corteo in direzione di piazza Castello alle 19: microfono aperto con una serie di interventi e chiusura con musica da vivo.

Un giorno senza di noi

Il primo marzo la mobilitazione che apre la Primavera antirazzista. Cortei in molte città. Per la "rivoluzione in giallo" 50mila adesioni su Facebook e 60 comitati sul territorio.


Astensione dal lavoro, sciopero degli acquisti, cortei, sit-in, presidi permanenti. Il black out è fissato per lunedì "Primo marzo 2010 - Una giornata senza di noi": e "noi" sono i quasi 5 milioni di immigrati che vivono in Italia. La "rivoluzione in giallo" (dal colore ufficiale della giornata) è arrivata dalla Francia e rimbalzata in Italia: 50mila le adesioni su Facebook, 60 comitati locali, tante le organizzazioni coinvolte: Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. Allo "sciopero degli immigrati" aderisce anche il Partito democratico, il Prc, Sinistra, ecologia e libertà e i Socialisti.
L'appuntamento è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia. Non si tratterà di uno sciopero in senso tecnico, in verità. "Ci sarà uno sciopero solo in alcune città come Trento, Trieste e Modena, dove le sigle sindacali hanno accolto questa richiesta che arrivava dal basso - spiega Stefania Ragusa, presidente del Comitato "Primo marzo 2010" - per il resto i grandi sindacati a livello nazionale non ci hanno supportato, eppure nessuno ha mai pensato di indire uno sciopero etnico. Sarebbe bello che in Italia si tornasse a fare scioperi per tutti i diritti, non solo per quelli contrattuali. Vogliamo dare alla gente la possibilità di riflettere sull'importanza degli immigrati per la tenuta della società italiana. Quando saltano i diritti per qualcuno, è tutta la società che diventa più debole".

Il logo della giornata (otto volti umani inseriti in quadrati sovrapposti) è opera dell'artista siciliano Giuseppe Cassibba, mentre per testimonial è stata scelta Mafalda, la bambina creata dalla matita di Quino. E il giallo sarà il colore dominante dei drappi che le colf appenderanno ai balconi e alle finestre, dei palloncini, dei braccialetti e dei foulard che in tutta Italia saranno indossati dai sostenitori dell'iniziativa.

Il calendario con tutti gli appuntamenti città per città è sul sito del movimento (www.primomarzo2010.it).

E il primo marzo è solo l'inizio. Una campagna unitaria sotto il nome di "Primavera antirazzista" che andrà dal 1° al 21 marzo è stata infatti lanciata da un coordinamento costituito da diverse organizzazioni e comitati (tra queste Acli, Arci, Blacks out, Cgil, daSud, Nessun luogo e lontano, Sei-Ugl, Sos Razzismo, Uil, Antigone e Cnca). "Non c'è solo il primo marzo. Anche lo sciopero generale della Cgil del 12 marzo - spiega Pietro Soldini, responsabile immigrazione del sindacato - avrà tra i suoi punti la difesa dei diritti dei lavoratori immigrati. Sarà insomma un grande sciopero multietnico, perché i problemi dei lavoratori stranieri sono i problemi di tutti i lavoratori. Poi si proseguirà con le iniziative antirazziste fino al 21".
"E' indubbio - prosegue Soldini - che senza immigrati ci sarebbe un black out. Il primo settore ad arrestarsi sarebbe quello delle costruzioni. Soprattutto nelle grandi città, dove la manodopera straniera raggiunge punte del 50%. I cantieri si fermerebbero di colpo. Poi toccherebbe all'industria manifatturiera: tessile, metalmeccanica, alimentare. Nelle fabbriche, infatti, i migranti svolgono ruoli chiave e sono difficilmente sostituibili. Un esempio? Gli addetti ai forni a ciclo continuo delle aziende di ceramica. Dopo l'industria entrerebbe in crisi l'agricoltura: la raccolta è in mano a immigrati stagionali e irregolari. Resterebbero vuoti i mercati ortofrutticoli. Poi sarebbe la volta delle aziende zootecniche: nella macellazione degli animali gli stranieri superano il 50% della forza lavoro. E ancora: nelle grandi città dovrebbero chiudere molti ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatenerebbe il panico e un crollo della qualità della vita, per la scomparsa di badanti, colf e babysitter. Infine, ne risentirebbe la sanità: quella privata, dove lavorano quasi centomila infermieri stranieri e quella pubblica, che si avvale del loro lavoro tramite cooperative e piccole società di servizi".

In queste ore è stato pubblicato il Manifesto contro il razzismo in Italia ("Non toccare il mio amico!") dell'associazione Sos Razzismo, per denunciare le leggi italiane sull'immigrazione e chiedere un risveglio della società civile contro la "deriva xenofoba" del Paese. Per sottoscrivere l'appello, simboleggiato dalla Gioconda in black di Oliviero e Lola Toscani, basta andare sul sito: www.nontoccareilmioamico.net. Tra i primi firmatari Roberto Saviano, Dario Fo, Beppe Grillo.
Sul web circola anche un prontuario curato, tra gli altri, da Andrea Civati e Ernesto Ruffini, che smonta punto per punto tutti i luoghi comuni più negativi sugli immigrati. Rubano il lavoro? Commettono più crimini degli italiani? Si prendono tutte le case popolari? Voterebbero a sinistra? Tutto falso, come dimostrano i numeri citati su www.civati.it/mandiamoliacasa.pdf.

www.repubblica.it

lunedì 22 febbraio 2010

Forum di Bamako (Mali)

Gli stati africani devono destinare una parte significativa delle loro risorse al settore agricolo per fare della sicurezza alimentare una priorità politica: è il punto centrale dell’appello finale dei partecipanti al X Forum di Bamako, che si è concluso Sabato. “L’agricoltura deve diventare una missione di servizio pubblico per raggiungere lo sviluppo del continente” hanno insistito dalla capitale del Mali; ad oggi, sono ancora pochi i paesi che destinano il 10% del proprio bilancio pubblico al settore agricolo, la soglia stabilita alcuni anni fa dall’Unione Africana (UA). Tra gli obiettivi fissati a Bamako ci sono progetti differenti, che dovrebbero permettere di venire in soccorso di 250 milioni di africani che soffrono la fame. Fondamentali appaiono investimenti a medio e lungo termine per migliorare la produttività del settore grazie a infrastrutture moderne, ricerca e formazione; a Bamako, del resto, sono state chieste leggi in grado di fare dell’agricoltura un’attività più “attraente” e sostegno ai contadini per fronteggiare i cambiamenti climatici. Secondo gli esperti, 50 anni dopo l’indipendenza di numerosi paesi del continente - un “anniversario” che ha dominato i lavori del Forum - più che i fenomeni ambientali sono gli atteggiamenti umani a essere responsabili dei risultati mediocri ottenuti finora: malgoverno, crisi politiche, conflitti armati e liberalismo imposto dalla comunità internazionale al settore agricolo africano. Al di là delle numerose sfide da affrontare, a Bamako si è sottolineato che il continente dispone di risorse naturali abbondanti e di un grande potenziale umano. Negli incontri tenuti a margine del dibattito centrale su fame e sicurezza alimentare, è stato anche evidenziato “il ruolo fondamentale dei media africani nella costruzione di una vera democrazia e di una società più consapevole” nonché l’importanza di “stanziare più fondi per l’alfabetizzazione, la cultura e la formazione di giornalisti professionisti”. Quest’anno sono 17 i paesi africani che celebreranno il cinquantenario della loro indipendenza dalla Francia. Secondo gli intellettuali che hanno preso parte al dibattito di Bamako, però, questi paesi “non sono ancora del tutto liberi, perché molto resta da fare in materia di buon governo, sviluppo economico, lotta alla corruzione e all’impunità”.
www.misna.org

domenica 21 febbraio 2010

Gorongosa

Su Nat Geo Wild il reportage sulla ricostruzione dell'antico Eden del Mozambico



Il paradiso d'Africa distrutto dalla guerra

Che fine hanno fatto i leoni? E gli elefanti? E gli altri grandi animali della savana ? Quello che un tempo era definito come «il luogo dove Noé lasciò la sua Arca», con buona pace dei ogni riferimento biblico al monte Ararat, ha perso molto di quello che per secoli ne ha fatto un vero Paradiso. La guerra civile che per 15 anni ha devastato il Mozambico, tra il 1975 e il 1992, non ha risparmiato gli animali.
[Clicca qui per leggere l'articolo, vedere le foto e il video su corriere.it]

Umudufu Farà la cosa giusta!


Dal 12 al 14 Marzo
UMUDUFU a
Fà la cosa giusta!

Fiera del consumo critico e

degli stili di vita sostenibili

sabato 20 febbraio 2010

Un Forum Africano a Milano: per andare oltre la tolleranza

“La cultura, intesa nel suo significato più largo, è lo strumento migliore per lo sviluppo della pace e l’armonia tra i popoli, è il fulcro per la comprensione reciproca”: Judith Mushi illustra così alla MISNA il senso dell’African Forum in Italy, iniziativa di cui è promotrice e che vedrà ufficialmente la luce domani a Milano. Tanzaniana originaria di una località nei pressi del Kilimangiaro, la Mushi ha potuto studiare da vicino la società italiana e la sua lontananza dal variegato mondo dei migranti, ma anche, di riflesso, la separazione dal mondo esterno di una parte dei migranti; da cinque anni in Italia lavorando come insegnante di swahili, la Mushi, come dice lei stessa, ha avuto a un certo punto l’esigenza di creare un luogo, un forum, dove le tante associazioni africane ma anche le singole persone, italiani compresi, potessero incontrarsi “per superare il concetto di tolleranza e arrivare alla comprensione dell’altro, alla promozione della propria identità e cultura, per vivere bene insieme”. Questo è il senso di un forum (domani alle 15 la presentazione presso la Casa delle culture del mondo, a Milano, via Borgogna 3) che ha già raccolto l’adesione di associazioni in rappresentanza di 12 paesi africani. “Un’associazione – sottolinea la Mushi – che avrà l'obiettivo principale di favorire momenti di incontro, confronto, condivisione, riflessione e scambio di informazioni su temi che riguardano la situazione del continente africano, della gioventù africana, delle seconde generazioni di migranti, delle condizioni di vita e di lavoro degli immigrati africani in Italia”.
www.misna.org

"African Forum in Italy".
Believe, begin, become.


Presso la Casa della Cultura, via Borgogna 3, Milano.
15- 15.30 presentazione del movimento African Forum in Italy
15.30 - 16.30 Africa panorama: racconti dal continente
16.30 - 17.30 "Le scimmie verdi", a cura di Daniele Barbieri e Hamid Barole Abdu.
A seguire rinfresco etnico.

Per info:
africa.forum@yahoo.com
tel 3336288937 (Judith Mushi)
www.istituto-oikos.org

giovedì 18 febbraio 2010

NagaNews

COMUNICATI STAMPA dal sito del Naga

15/02/2010 Via Padova
A seguito dei fatti di via Padova è preoccupante costatare come episodi deplorevoli e luttuosi che si verificano costantemente in contesti del tutto differenti (es. tifoserie negli stadi, risse in locali notturni o tra automobilisti, ecc.) vengano automaticamente, secondo un meccanismo ben oleato, scaricati sul fronte delle problematiche legate al fenomeno migratorio. Peraltro si continua - da ogni parte - a fare strumentale confusione quanto all'eventuale implicazione di immigrati irregolari. Sarebbe, quindi, opportuno soppesare con più lucidità ed equilibrio avvenimenti di questo tipo. Per questo, il Naga condanna ogni strumentalizzazione avanzata da tutti i partiti e dal governo cittadino che nulla ha fatto per migliorare le condizioni sociali, abitative e lavorative dei cittadini stranieri e che continua a peggiorarle nel tentativo, purtroppo fruttuoso, di avvantaggiarsene in termini elettorali.

17/02/2010 Giornate difficili da dimenticare
Dal 2001 il Naga ha aperto in via Grigna a Milano un centro di assistenza e socializzazione per richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura. Per la prima volta oggi, dopo quasi 10 anni di attività, i nostri volontari hanno trovato al momento dell'apertura, davanti al Centro, una camionetta dell'esercito con due militari ed un carabiniere. Le forze dell'ordine hanno chiesto l'esibizione del permesso di soggiorno a tutti i cittadini stranieri presenti che, in quanto richiedenti asilo e rifugiati, ne erano in possesso. Non è stato, inoltre, giustificato in alcun modo il motivo della "visita". "Il Naga esprime estrema preoccupazione di fronte a quanto accaduto: un controllo immotivato ed invasivo di una realtà che si occupa di tutela e difesa dei diritti di una categoria particolarmente vulnerabile" dichiara Pietro Massarotto presidente del Naga, "Denunciamo una prassi ed una politica che criminalizza continuamente l'immigrazione e riesce, almeno da un decennio, a compattare i cittadini italiani su un'idea astratta e presunta d'identità nazionale. "Ieri abbiamo assistito all'oscena persecuzione nei confronti dei cittadini rom sgomberati da Segrate e poi inseguiti ovunque si fermassero per trovare un rifugio. Oggi la 'visita' al nostro Centro: tutto ciò contribuisce a creare un clima di paura, violenza e discriminazione e a rendere l'aria di questa città sempre più irrespirabile" dichiara Italo Siena fondatore del Centro Naga-Har "Inoltre quello che ci colpisce è come questi 'episodi' avvengano nell'indifferenza più totale". Invitiamo tutte le realtà impegnate nella difesa dei diritti dei cittadini stranieri ed alzare il livello di attenzione e di monitorare e denunciare ogni forma di violazione dei diritti, di razzismo e discriminazione. In ogni caso, il Naga, andrà avanti.

martedì 16 febbraio 2010

Etiopia, il bluff della mega-diga

...un articolo collegato al precedente post e al videoreportage, in cui si parlava del problema "acqua" in Etiopia e della diga realizzata grazie anche ad un finanziamento del governo italiano...

Inaugurata il 13 gennaio, la diga Gilgel Gibe II ha già smesso di funzionare. Un crollo in un tunnel ha infatti bloccato la produzione di energia elettrica, costringendo l'impresa ad intervenire per i lavori di riparazione. L'impianto era stato consegnato con sei mesi di anticipo e inaugurato dal ministro Frattini.

[Leggi l'articolo su nigrizia.it]

sabato 13 febbraio 2010

Senz'acqua, l'Etiopia tra sete e malattia

Sul sito della ONG Medici con l'Africa CUAMM ho trovato il link ad un interessante videoreportage di Cristina Nadotti per RepubblicaTv sul lavoro di Medici con l'Africa Cuamm a Wolisso (Etiopia) nella lotta alle malattie provocate dalla mancanza d'acqua. Parlare del ruolo fondamentale dell'acqua, in Africa come nel resto del Mondo, è ancora più importante in un momento in cui le grandi forze economiche tentano di rendere privato un diritto di tutti i popoli.

[Guarda il video su RepubblicaTV]

Fa' la cosa giusta!

Migranti e diritti umani: per l'Italia 92 Raccomandazioni ONU

Vanno dalla tutela dei migranti e dei richiedenti asilo alla condizione dei detenuti e delle minoranze rom e sinti, le 92 raccomandazioni a cui l’Italia dovrà dare una risposta il prossimo Giugno di fronte alla plenaria del Consiglio per i diritti umani dell’Onu: lo ha stabilito l’organismo delle Nazioni Unite al termine della prima sessione di esame del nostro paese nell’ambito della “Revisione periodica universale” (Upr), un complesso studio che valuta il grado di rispetto dei diritti umani e di democrazia di ogni paese membro.

[Leggi l'articolo su misna.org]

Accordi commerciali Sud del Mondo con Europa

“Se i paesi industrializzati – ha detto l’ex vice-direttore dell’Omc in un’intervista al settimanale ‘Jeune Afrique’ – hanno preferito promuovere politiche protezionistiche a difesa delle loro economie nazionali, come si fa a chiedere a quelli in via di sviluppo di aprire i mercati locali?”.

[Leggi l'articolo su misna.org]

venerdì 12 febbraio 2010

Il fumetto africano alla riscossa

“Molti credono che in Africa l’arte del fumetto non sia molto sviluppata e che la nona arte si fermi ai confini del Mediterraneo. Questo è dimostrato anche dal fatto che tanti specialisti non sanno citare nemmeno il nome di un illustratore africano”, afferma Christophe Cassiau-Haurie intervistato da Slate.

[continua a leggere su www.internazionale.it]

Qualche articolo interessante...

"Quando lo straniero sono io"
Testimonianze di nuovi italiani

Il razzismo visto da chi deve subire sottili discriminazioni, volgari sfottò e rifiuti dolorosi. Le storie dei giovani studenti che stanno diventando nuovi italiani
di Federico Pace per Repubblica.it

Il quotidiano francese Libération: "L'Italia è un paese che si imbarbarisce"
Traduzione dell'articolo "L'Italie de Berlusconi, un pays en voie de barbarisation"
di Robert Maggiori tradotto da Lara Crinò per L'espresso.it

Anche la Grecia si colora di giallo
Lettera di Margherita Dean sull'adesione della Grecia alla mobilitazione europea prevista per il 1° Marzo
Peacereporter.net

Berlusconi accoglie Berisha
«Dall'Albania solo belle ragazze»

Corriere.it

sabato 6 febbraio 2010

La spesa

Niente da fare. Perso il ritmo.
Penso al Mozambico. Alla spesa al supermercato di Beira. Mai viste cassiere così lente. Ripenso alla prima volta. Appena arrivato da Milano, geneticamente modificato per essere di fretta e correre…SEMPRE! Assisto incredulo alle scene alla cassa. Lunghe file di persone in attesa, in silenzio, non una parola. La cassiera prende la scatoletta, la osserva, cerca il codice, la passa sul sensore. Bip. La appoggia sulla discesa. Prende la forma di pane. Il sensore non funziona. Batte il codice. Sbaglia. Ribatte. Bip. Una flemma disarmante. E tra una lattina di birra e una confezione di pasta, aggiorna la collega sugli ultimi pettegolezzi (fofoca, in Mozambico). La cliente la osserva, impassibile, mentre le bottiglie di refrescos le sfilano sotto il naso. Finito. La signora paga e solamente DOPO aver pagato, comincia lentamente a infilare la merce nei sacchetti, aiutata dalla cassiera. La fila è bloccata. Mini-sacchetti di plastica si accumulano sul ripiano. Nessuno dice qualcosa, nessuno protesta. Rimango esterrefatto. Ora tocca a noi. Mi sistemo in fondo alla cassa. Borsa aperta. Braccio teso. Pronto. In attesa. Arriva una scatoletta. Aspetto. Arriva una confezione di yogurt. Aspetto. Un rotolo di cartadaculo. Aspetto. Un fottuto bip ogni minuto! Mi distraggo. Penso a cosa cucinare la sera. Mi invento qualcosa per passare il tempo. Dispongo tutto alla perfezione. Incastro le scatole in base alla forma: una sorta di tetris tridimensionale (L’amico pdx si divertirebbe un sacco!). Per tentare di accelerare la procedura, strappo di mano i barattoli alla cassiera. Oppone resistenza. Tutto inutile.
Adesso sono a Milano, nel supermercato sotto casa. Da poche ore siamo ritornati dal Mozambico. Stanchi dal viaggio. Disorientati dalle luci e dal delirio pre-natalizio. Ammirati dall’infinita varietà di generi alimentari sugli scaffali. Arriviamo alla cassa impreparati. Affrontiamo la situazione con i nostri nuovi ritmi. Ritardo qualche secondo, non riesco ad aprire i sacchetti. Bip-bip-bip-bip-bip-bip-bip-bip. Non faccio in tempo a capire cosa sta succedendo, che la cassiera inizia a lanciarmi addosso scatolette, barattoli, prosciutti, detersivi, perfino bottiglie di vetro! Rimango impietrito. Non riesco a starle dietro. Mi affanno nel tentativo di stare al suo ritmo, ma senza successo. Sono schiacciato dalla mia stessa spesa. Inizia ad accumularsi una montagna di roba. Alla cazzo butto dentro ai sacchetti tutto quello che mi capita tra le mani. Manca ancora metà della spesa da sistemare, e già la cassiera mi grida il totale. Colto alla sprovvista cerco goffamente di tirare fuori il portafoglio. Perdo tempo, impacciato dal giubbotto e dai guantoni di lana. La fila rumoreggia. Sento addosso mille sguardi di disapprovazione. Dietro di noi sento lo sbuffare spazientito della vecchiaccia chenonhauncazzodafarenellavitaeproprioallesettediseradevevenirearompereicoglioniame! La cassiera prepara i sacchetti per il cliente successivo. Mi da il resto con una mano, mentre con l’altra ricomincia il folle lancio della spesa.
Infilo in tasca lo scontrino e i soldi accartocciati.
Mi allontano dalla cassa in un bagno di sudore.
Stressato come non mai.
Mi bevo alla goccia una boccetta di lexotan.
Chiamo il mio analista e fisso una seduta per il giorno dopo.
Esco all’aria aperta.
Il freddo intenso mi gela il sudore sulla schiena.
Mi fermo.
Mi guardo attorno.
Respiro.
Siamo tornati.

Salute Globale e Equità in Salute

Segnalo una iniziativa gratuita molto interessante dal sito della ONG Medici con l'Africa CUAMM:

I determinanti primari delle malattie sono prevalentemente politici e sociali, quindi i relativi rimedi devono essere anche politici e sociali. Medicina e politica non possono e non devono essere tenuti separati”. Nell’organizzare il programma di questo corso abbiamo tenuto in debito conto la raccomandazione di Geoffrey Rose, uno dei più importanti epidemiologi contemporanei. Ne abbiamo tenuto conto trattando di determinanti di salute e di determinanti delle diseguaglianze nella salute; analizzando lo sviluppo e le riforme dei sistemi sanitari internazionali; affrontando, infine, il rapporto tra immigrazione e salute. Abbiamo tenuto conto di tutto ciò nell’organizzare un corso che si pone l’obiettivo di offrire ai partecipanti gli strumenti di conoscenza e di analisi della “salute globale”, ovvero di una salute sempre più “senza confini e barriere”.

Permesso di soggiorno a punti

Dopo la patente, arriva il permesso di soggiorno a punti. Gli immigrati avranno a disposizione due anni per totalizzare i trenta punti necessari per ottenere l'anelato documento. In questo lasso di tempo dovranno imparare la lingua italiana, iscrivere i figli a scuola, mettersi in regola col fisco e studiare la Costituzione. Invito quest'ultimo che potrebbe anche essere esteso ai cittadini italiani o agli stessi politici, che, in diverse circostanze, hanno dimostrato una totale ignoranza sul tema. Ma questo è superfluo, le elezioni regionali sono alle porte e bisogna dare agli italiani la sensazione che il governo, oltre ad occuparsi del processo breve o del legittimo impedimento, pensa a proteggere i cittadini. “E' la legge sulla sicurezza – ha detto il ministro degli Interni, Roberto Maroni – che parla di specifici obiettivi da raggiungere nel giro di due anni. E saranno gli Sportelli unici per l'immigrazione a valutare l'immigrato. Se gli obiettivi sono stati raggiunti verrà concesso il permesso di soggiorno, altrimenti ci sarà l'espulsione”. Ma l'esecutivo è clemente e il nuovo decreto legge, che presto verrà discusso in Consiglio dei ministri, concede all'immigrato che nei due anni non avrà raggiunto tutte le competenze, la possibilità di una deroga di dodici mesi per ottenere il permesso. Se in tre anni non si totalizzano i trenta punti necessari, scatta l'espulsione. Attenzione, inoltre, al codice penale. La sua violazione comporta una perdita del punteggio. “Questo sistema – ha affermato sempre Maroni – serve a garantire l'integrazione: io ti suggerisco le cose da fare per integrarti nella comunità. Se lo fai ti do il permesso di restare, se non le fai significa che non vuoi integrarti. Lo applicheremo solo ai nuovi permessi con durata di due anni. Ma non chiederemo soldi agli immigrati per i corsi di lingua, faremo tutto noi, per garantire standard uniformi in tutte le province”. Ecco, quindi, dopo i fatti di Rosarno, la risposta del governo al problema dell'immigrazione: il permesso di soggiorno a punti, una panacea per risolvere l'annoso problema dell'integrazione. Le critiche alla proposta governativa non si sono fatte attendere. Livia Turco, responsabile per l'Immigrazione del Pd, ha parlato di un provvedimento che favorirà l'irregolarità, non l'integrazione.

Benedetta Guerriero
www.peacereporter.net

giovedì 4 febbraio 2010

"Italiani, per esempio"

"Mi ha offesa, ci sono abituata" "Gli italiani? Bassi come noi"

Il nostro paese visto dai piccoli immigrati, in un libro curato da un maestro. "Mi dicono che forse non ho capito. Ma io ho capito benissimo". "Gli italiani fanno i lavori più leggeri perché sono arrivati prima".


L'Italia e gli italiani visti dai bambini immigrati. Un'antologia divertente, ma anche tenera, spiazzante e dolorosa, di pensieri raccolti in vent'anni di insegnamento da un maestro elementare, Giuseppe Caliceti di Reggio Emilia. "Italiani, per esempio" è il titolo del suo libro (dal 10 febbraio per Feltrinelli, pp 240, euro 14) nel quale le frasi dei bambini sono accompagnate da storie, testimonianze e riflessioni dell'autore e dei suoi alunni.

Il Venerdì in edicola con Repubblica dedica la sua copertina al tema del razzismo visto e vissuto dai bambini con interviste ad esperti e servizi di Paolo Casicci, Emilio Marrese e Paola Zanuttini sugli sbarchi dei nuovi piccoli clandestini al porto di Ancona, sull'integrazione nella scuola primaria e sulla vita in strada a Roma di centinaia di minorenni stranieri senza tetto né famiglia.

[su repubblica.it una piccola antologia di frasi dei bambini stranieri: STUPENDO!! DA LEGGERE!!]

IMMIGRAZIONE: Consiglio d’Europa, “Non chiamateli illegali”

“La criminalizzazione relativa all’ingresso e alla presenza di immigrati irregolari nei paesi europei contravviene ai principi stabiliti dalle norme di diritto internazionale”: lo afferma il commissario per i diritti umani al Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg in un documento presentato oggi a Bruxelles sulle ricadute, in termini di violazione dei diritti umani, delle politiche che criminalizzano l’immigrazione. “Ho constatato con crescente preoccupazione il diffondersi di questa tendenza presentata addirittura come uno dei punti portanti delle strategie di gestione dell’immigrazione” precisa Hammarberg, aggiungendo che “i paesi hanno un diritto legittimo a controllare le loro frontiere, ma la criminalizzazione è una misura sproporzionata, che può avere come conseguenza la stigmatizzazione e marginalizzazione dei migranti”.
[...]
www.misna.org

Rosarno, sindacati europei contro l'Italia "Lavoratori migranti sfruttati"

Le vicende di Rosarno hanno provocato anche la reazione del sindacato europeo e di quello internazionale. Il segretario europeo John Monks e quello internazionale Guy Ryder hanno ieri scritto a Silvio Berlusconi. Le due confederazioni Ces e Csi sottolineano come "la situazione dei lavoratori migranti in Italia e l'abuso, la discriminazione e lo sfruttamento in cui incorrono sono inaccettabili e conseguenza dell'attuale inadeguata legislazione nazionale e dell'insufficiente impegno del governo".
[...]
Di oggi invece l'accusa dell'organizzazione umanitaria Human Rights watch sulla lentezza dell'azione penale nei confronti dei responsabili delle aggressioni contro i migranti di Rosarno, mentre gli africani accusati di avere partecipato ai disordini sono già stati arrestati, processati e condannati. Le interviste a nove delle undici vittime gravemente ferite indicherebbero che le loro richieste di aiuto sono state spesso ignorate.
[...]
Vittorio Longhi
www.repubblica.it

mercoledì 3 febbraio 2010

MSF: Al di là del muro

Medici Senza Frontiere presenta “Al di là del muro”
Secondo rapporto sui centri per migranti in Italia


Servizi scarsi e scadenti, mancano beni di prima necessità. Assenti le autorità sanitarie, negato a MSF l’ingresso ai centri Lampedusa e Bari. MSF chiede la chiusura dei CIE di Trapani e Lamezia Terme.

[Leggi il comunicato stampa su www.medicisenzafrontiere.it]
[Scarica il pdf dell'abstract in italiano]
[Scarica il pdf della sintesi in italiano]

Maxi operazione della Dda in Calabria
Stroncato traffico di clandestini

Coinvolte due cosche della 'Ndrangheta: i Cordì di Locri e gli Iamonte di Melito Porto Salvo. Arrestate 67 persone: 32 italiani e 35 indiani. Giro di affari stimato attorno ai 6 milioni di euro

REGGIO CALABRIA - Sessantasette ordinanze di custodia cautelare in carcere, 32 italiani e 35 indiani coinvolti: questo il primo bilancio della maxi operazione "Leone" condotta dalla Dda di Reggio Calabria contro un'organizzazione criminale che gestiva un traffico di immigrati clandestini. Le indagini hanno accertato che alla gestione del traffico avrebbero partecipato due cosche della 'Ndrangheta, quella dei Cordì di Locri e quella degli Iamonte di Melito Porto Salvo. Gli arresti sono stati eseguiti a Reggio Calabria, Milano, Brescia, Crema, Macerata, Siena, Piacenza, Potenza e Avellino.

[Leggi l'articolo su www.repubblica.it]

martedì 2 febbraio 2010

ALMA per sconfiggere la malaria

Si chiama ALMA (African Leaders Malaria Alliance) ed è la nuova alleanza africana per sconfiggere definitivamente la malaria lanciata ieri a margine del vertice dell’Unione Africana in corso ad Addis Abeba. Riuniti ieri per la prima volta, 26 presidenti del continente hanno fatto il punto insieme ad esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e delle Nazioni Unite sulla lotta alla malaria, che in Africa negli ultimi anni ha fatto registrare notevoli progressi. Secondo i più recenti dati internazionali, la malattia è responsabile del 25% dei decessi di tutti i bambini con meno di cinque anni d’età nel continente africano, dove colpisce anche 50 milioni di donne incinta e incide sul 10% delle mortalità materne ogni anno. Ma oltre il prezzo in vite umane, la malaria incide pesantemente anche sui bilanci degli Stati assorbendo il 40% di tutte le spese sanitarie del continente, una cifra stimata intorno ai 12 miliardi di dollari l’anno, secondo i conteggi riportati in una nota diffusa dall’Alma al termine dei lavori di ieri. “Il mondo è più vicino che mai a mettere fine alle morti per malaria” ha detto il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la lotta alla malattia, Ray Chambers, evidenziando come oltre un terzo dei paesi colpiti da malaria endemica (quasi tutti in Africa) abbiano documentato negli ultimi anni riduzioni dei casi superiori al 50%. La ricetta che finora ha dato i risultati migliori, e su cui i membri di Alma intendono puntare per sconfiggere la malattia, comprende la distribuzione gratuita di zanzariere trattate con insetticidi e l’accesso a cure adeguate.
www.misna.org

M'illumino di meno

Venerdì 12 febbraio 2010 si celebra - in veste completamente rinnovata - la sesta edizione di “M’illumino di meno”: la Giornata del Risparmio Energetico lanciata dalla popolare trasmissione radiofonica Caterpillar, in onda su RAI Radio 2. Dopo il successo delle scorse edizioni, con l’adesione di migliaia di ascoltatori e di intere città sia in Italia che all’estero, quest’anno l’invito a rispettare un simbolico “silenzio energetico” si trasforma in un invito a partecipare a una festa dell’energia pulita. In questi anni, grazie al supporto di istituzioni, scuole, associazioni, aziende e privati cittadini, abbiamo contribuito alla diffusione di una maggior consapevolezza sulle conseguenze del consumo indiscriminato di energia: la riduzione degli sprechi e l’attenzione alle fonti alternative sono diventate parole d’ordine familiari per i nostri ascoltatori. Sulla scia di questa nuova sensibilità, è giunto il momento di fare un passo avanti rispetto allo spegnimento simbolico in nome del risparmio e di proporre un’accensione virtuosaall’insegna dello sviluppo delle energie rinnovabili. In questi anni abbiamo imparato a risparmiare, ora impariamo a produrre meglio e a pretendere energia pulita. Allo stadio attuale della ricerca tecnologica è già possibile produrre energia con il sole, il vento, il mare, il calore della terreno o con le biomasse. Facendo appello all’inesauribile ingegno italico invitiamo tutti, dagli studenti ai precari, dalle aziende in crisi alle amministrazioni comunali, a misurarsi con la green economy adottando un sistema pulito per accendere tutti insieme le luci il 12 febbraio 2010. L’intento è duplice: da un lato verificare in prima persona che le tecnologie attualmente disponibili sono efficaci e rappresentano alternative realistiche, dall’altro dare un segnale simbolico di fiducia nelle energie rinnovabili e nello sviluppo di un modello di economia sostenibile. Nelle piazze spente di tutt’Italia si accenderanno luci “virtuose” alimentate a energia rinnovabile o dimostrazioni creative di consumo efficiente, per testimoniare il passaggio da un sistema ormai al collasso ad una gestione più “illuminata” del nostro futuro. Per raccontare questa festa dell’energia pulita, il 12 febbraio Caterpillar andrà in onda eccezionalmente dai Mercati Traianei in Roma, coinvolgendo cittadini, scuole, istituzioni e associazioni in una rassegna di luci belle, creative e pulite, escogitate ad hoc, con un concerto finale rigorosamente a impatto zero. La campagna di M’illumino di meno si protrarrà dal 4 gennaio al 12 febbraio dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative per produrre e distribuire l’energia in modo pulito, responsabile e sostenibile. Una torcia a energia pulita viaggerà per l’Italia, sul modello del tragitto della fiaccola olimpica, alla ricerca di punti di rifornimento a fonti rinnovabili, per giungere fino a Roma e “accendere” la festa del 12 febbraio. Su www.caterpillar.rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione e trovare tutti i materiali per diffondere l’iniziativa nei posti di lavoro, a scuola o nella propria città.

La Rai se ne va dall’Africa?

Inaugurata ufficialmente nel maggio del 2007 e affidata al giornalista Enzo Nucci, la sede Rai di Nairobi rischia la chiusura. E con lei altre quattro sedi di corrispondenza. La notizia è filtrata dai piani alti della Rai e non è stata smentita.

[Leggi l'articolo su Nigrizia]

Muhammad Yunus

Dal sito di C6.TV


(lasciamo perdere il discorso della Moratti, che tira in mezzo pure Unicredito, la regina delle banche armate!)

lunedì 1 febbraio 2010

Un mondo senza povertà


Teatro dal verme
Lunedì 1 febbraio ore 20.30

Incontro con il Prof. MUHAMMAD YUNUS
Nobel per la Pace 2006
fondatore di Grameen Bank per il Microcredito

(Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti)