giovedì 30 settembre 2010

Medicina Moderna

Pochi giorni fa ho letto su Repubblica un breve articolo molto interessante e condivisibile, il racconto di un pediatra di base alle prese con i problemi dei medici extra-urbani.
Lo riporto integralmente qui di seguito:

Disagi e pochi soldi ma mi sento realizzato
Nuove famiglie, piene di bambini allegri, coppie giovani e coraggiose hanno scelto di stare dove sono nati. Oppure ci sono arrivati perché è qui che si riesce a comprare o affittare una casa con pochi soldi, un posto scomodo, ma dove l’aria è buona e il cibo costa meno.
Non arrivo a 400 assistiti, proprio pochi, come pochi sono i soldi che passa l’Asl. Per raggiungere un numero che permetta un salario meno striminzito, bisognerebbe allargare l’area, affittare altri ambulatori da colleghi disponibili in comuni limitrofi, attendere anni che la gente ti conosca, il passaparola ti sia favorevole, qualche collega più anziano vada in pensione. Fare il medico in queste condizioni non paga. Basta fare due conti e ti rendi conto che tra gasolio e autostrada, affitto e imprevisti, quel che resta in mano alla fine del mese (pagato con ritardo cronico e ancora da tassare sul reddito cumulato) è poco: 1.300 euro. All’età in cui qualunque professionista “affermato” dovrebbe trarre frutto da una vita di lavoro, mi ritrovo con un salario da borsa di studio. Sarà questo che mi fa sentire così giovane? Credo piuttosto sia un altro tipo di gratificazione: sono un medico “curante” e faccio il mestiere che ho sempre desiderato. La gente mi chiama e chiede un aiuto pratico per risolvere problemi concreti: bambini che non crescono, dormono poco, mangiano male, incontrano virus, funghi e batteri, li scambiano tra asili e scuole, verificano quanto sia facile accendere focolai e vomitare a decine tutti insieme per due giorni di seguito.

Curarli è bello eppure non è facile;
insegnare che gli antibiotici non si usano al primo apparire della febbre, che gli esami si fanno se esiste una ragione, gli specialisti vano chiamati se davvero ce n’è bisogno e su quesiti non vaghi, il pronto soccorso non è un posto della domenica, scelto perché un padre preoccupato alimenta l’ansia della madre. Il telefono domenicale è quello della guardia medica. Il curante è chiuso nel proprio weekend dal venerdì sera e non è facile reagire con distacco di fronte a un termometro che indica 38° centigradi.
Medico di campagna. Figura quasi romantica e dal profilo antico, eppure modernissima. È lui a giocare la parte più importante della Moderna Medicina. Se funziona, si evita lo spreco di ricoveri ed esami inutili, inutili complicazioni di malattie prevedibili, l’inutile accumulo di medicine scadute nelle case. Ma le nostre facoltà di Medicina selezionano i giovani con quiz alla “Rischiatutto“ ed insegnano loro quasi tutto sulle sofisticatissime tecnologie del DNA. Quasi nulla su cosa significhi curare la gente. Non parlo di vecchi contadini ostinati e inamovibili ma di giovani precari, coppie miste, lavoratori immigrati: le energie più vitali per il nostro futuro. Per necessità o virtù, hanno scoperto una qualità di vita possibile fuori dal caos metropolitano. Ma i curanti sono pochi e resta loro nient’altro che portare il malato in ospedale. Tanto sinora sprecare si può.
La medicina moderna può aspettare.


Paolo Cornaglia Ferraris

lunedì 27 settembre 2010

Problemi per Kagame

Linko con ritardo alcuni articoli letti su Nigrizia e PeaceReporter riguardanti il presidente del Rwanda Paul Kagame:

Kagame: dalla Spagna son dolori
Una fitta rete di organizzazioni non governative spagnole ha promosso una campagna che mette nel mirino il presidente del Rwanda: chiedono che gli sia tolta la copresidenza del gruppo di sostegno agli Obiettivi del Millennio, fino a che tribunali francesi e spagnoli non chiariscano le sue responsabilità sull’attentato che ha innescato il genocidio del 1994 e su recenti assassinie detenzioni arbitrarie [...]
Fonte: Nigrizia

Ruanda, il tramonto di Kagame
Un rapporto choc delle Nazioni Unite, poi le accuse di Amnesty, infini un'indagine francese: così si è spento l'astro del presidente ruandese [...]
Fonte: Peace Reporter

Congo, sul Ruanda l'ombra del genocidio
Un massacro sistematico di Hutu compiuto in Congo dalle forze ruandesi. Lo dice un rapporto Onu che ipotizza il reato di genocidio [...]
Fonte: Peace Reporter

Per ulteriori informazioni:
www.bastadeimpunidadenruanda.org

mercoledì 22 settembre 2010

Obiettivi del Millennio

Alcuni articoli che raccontano il vertice in atto a New York sugli Obiettivi del Millennio:

Obiettivi del Millennio dieci anni dopo: ostacoli e successi.
[...] L’assenza di consenso politico, pressioni finanziare, politiche, a livello nazionale stanno diventando seri ostacoli, che rischiano di trasformare questo vertice in un futile esercizio”. Un appuntamento, avverte Annan, “caratterizzato da grandi discorsi e promesse ben articolate ma seguite da azioni insignificanti. Diversi donatori hanno già rinnegato i loro impegni, o allentato i loro sforzi [...]
Fonte: Misna

Obiettivi del Millennio: la testimonianza di Medici con l'Africa - CUAMM.
“Alcuni paesi hanno compiuto progressi ma nell’insieme il quadro resta drammatico” dice alla MISNA don Dante Carraro, direttore dell’organizzazione non governativa italiana Medici con l’Africa Cuamm [...]
Fonte: Misna

Obiettivi del Millennio: gli appelli alla politica.
In modo pressoché unanime il mondo della cooperazione e della società civile internazionale torna a chiedere alla politica di moltiplicare gli sforzi per non vanificare i risultati ottenuti negli ultimi dieci anni per raggiungere almeno parte degli otto Obbiettivi di Sviluppo del Millennio fissati dall'Onu [...]
Fonte: Nigrizia

Millennium, il festival della vacuità.
Alle Nazioni Unite si discute dei Millennium Development Goals: il valzer dei capi di stato su parole e promesse. Ne abbiamo parlato con Loretta Napoleoni.
Fonte: Peace Reporter

Fame e povertà, il primo obiettivo mancato.
Oltre 900 milioni di persone soffrono ancora di fame e povertà cronica. Le cifre diffuse da Oxfam e ActionAid gettano ombre sul miracolo del Millennium.
Fonte: Peace Reporter

Aiuti: la mano che strangola l'Africa.
Un libro-pamphlet di una brillante economista rovescia un luogo comune.
L'hanno definita l'anti-Bono per il pragmatismo ai limiti del cinismo, per il messaggio antibuonista che va diffondendo: basta aiuti, basta donazioni, basta soldi a pioggia e basta con gli "aiuti glamour" sponsorizzati dal cantante degli U2 e altri vip [...]

lunedì 13 settembre 2010

Rwanda

Da Parigi a Kigali: missione d'inchiesta su morte presidente Habyarimana.

È giunta a Kigali nel finesettimana la squadra francese, composta dai giudici Marc Trevidic e Nathalie Poux, con una quindicina di accompagnatori tra esperti e avvocati, per indagare sulle cause dell’attentato contro il “Falcon 50” a bordo del quale il 6 Aprile 1994 viaggiava il presidente ruandese hutu Juvenal Habyarimana. L’evento causò la morte del presidente, del suo omologo burundese Cyprien Ntaryamira e di altre persone (tra cui quattro membri dell’equipaggio francesi), e fu considerato la scintilla del genocidio ruandese. La missione cercherà di capire chi ha sparato, e da dove, i due missili terra-aria all’origine dell’esplosione all’atterraggio all’aeroporto di Kigali. Benché ufficialmente considerata la prima inchiesta “indipendente” per far luce su quella pagina buia della storia ruandese, la totale libertà di manovra dei magistrati non è scontata, sottolineano alcuni osservatori. Sulla vicenda si contrappongono due tesi, quella che vede coinvolti gli estremisti hutu, che già da tempo stavano pianificando l’uccisione in massa della comunità tutsi, e quella – avallata dal predecessore di Trevidic, il giudice francese Jean-Louis Burguière – che vede coinvolte persone vicine al presidente Paul Kagame, all’epoca a capo della ribellione che prese il potere dopo il genocidio. Le ipotesi di Bruguiere, che spiccò diversi mandati di cattura contro l’entourage di Kagame, determinarono la rottura delle relazioni diplomatiche con la Francia tra il 2006 e il 2009, periodo durante il quale Kigali ha rilanciato le sue accuse a Parigi per aver sostenuto il regime genocidario. I rapporti si sono progressivamente ristabiliti, ma le ultime settimane vedono di nuovo Kigali alle prese con accuse di gravi crimini commessi nell’est della Repubblica Democratica del Congo, la cui pubblicazione in un rapporto dell’Onu è prevista il prossimo 1° Ottobre.

Fonte: Misna

lunedì 6 settembre 2010

Immigration Day 2010: il programma


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Maputo dopo i disordini: uffici aperti e mercati affollati

Uffici aperti, file ai negozi e mercati affollati questa mattina a Maputo, teatro la settimana scorsa di proteste popolari e disordini a causa di forti rincari del pane, dell’acqua e dell’elettricità. Padre Carlos Pereira, missionario della Consolata nella capitale del Mozambico, dice alla MISNA che “la situazione è tranquilla” e che nelle strade la presenza di soldati e poliziotti non appare straordinaria. “Da Venerdì sera – sottolinea padre Carlos – non ci sono stati né cortei né disordini”. Le violenze hanno provocato una decina di vittime e centinaia di feriti, quasi tutti nei sobborghi che circondano Maputo. Secondo il capo della polizia nazionale, Arnaldo Chefo, come all’inizio della settimana scorsa Sabato e Domenica sono circolati messaggi telefonici sms che invitavano la popolazione a scendere in strada. Domani in Mozambico è un giorno di festa perché si commemorano gli Accordi di Lusaka del 7 Settembre 1974, che avrebbero portato all’indipendenza dal Portogallo. È possibile, dicono alla MISNA da Maputo, che per la cerimonia in programma domani in Piazza degli eroi siano adottate misure di sicurezza straordinarie.

Fonte: Misna

domenica 5 settembre 2010

Il sangue verde


[...] Il Sangue Verde di Andrea Segre, proiettato alla Sala Volpi della Mostra di Venezia, è un documentario che ci ricorda, due anni e mezzo dopo le prime rivolte di Rosarno, otto mesi dopo i tre braccianti neri feriti e la successiva caccia all'uomo, l'espulsione a forza di duemila immigrati da una città, che il nostro paese spende 350 milioni l'anno per cacciare i clandestini e solo 150 milioni in politiche di integrazione [...]

[...] Sangue Verde, che sarà trasmesso da RaiTre mercoledì 15 settembre, chiude con un finale di speranza: trenta schiavisti arrestati nello scorso aprile, la musica gioia dei Kalifoo Ground Sound System dedicata a fratelli feriti a Rosarno. Ma anche a tutti quelli che dopo i moti sono stati portati nei centri di espulsione di Napoli e Bari. Rilasciati, sei mesi dopo, con un foglio di via in mano e un'unica prospettiva di sopravvivenza, tornare nei campi di Rosarno.

da Repubblica.it

giovedì 2 settembre 2010

Scontri a Maputo

...purtroppo in questi giorni leggo su Misna di scontri con morti e feriti a Maputo, capitale del Mozambico. Sembra che la causa delle manifestazioni e degli scontri con la polizia sia il rincaro dei prezzi stabilito dal governo. Il capo dello stato Armando Guebuza ha riconosciuto che gli aumenti dei prezzi dei generi alimentari e di altri prodotti di largo consumo sono un problema per i mozambicani, ma ha sottolineato che i rincari sono una necessaria risposta alla crisi economica internazionale. La protesta è coincisa con aumenti significativi del prezzo del pane, dell’acqua e dell’elettricità. Dopo le elezioni legislative dell’Ottobre 2009 il governo ha ridotto o cancellato sovvenzioni che tenevano basse le tariffe di molti prodotti e servizi, dalla farina al carburante. L’inflazione, passata in meno di un anno dal 2% al 16%, ha determinato la svalutazione del Metical e dunque un aumento del costo dei beni d’importazione.
Fonte: Misna

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