APPELLI PER ‘AZIONI CONCRETE’ CONTRO LA FAME
Un’azione “urgente e concertata” della comunità internazionale per contrastare l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e il rischio della fame nella mondo: è l’appello contenuto nel messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, diffuso oggi in occasione della 27ª Giornata mondiale dell’alimentazione. Il Segretario Onu ha ricordato inoltre che “i paesi poveri stanno pagando più e prima degli altri le conseguenze del carovita e dei cambiamenti climatici” e che “anche i prolungati periodi di siccità, le alluvioni e le tempeste tropicali contribuiscono a esporre milioni di persone alla malnutrizione e alla penuria d’acqua”. Timori, quelli espressi da Ban Ki-moon, condivisi dal presidente del Fondo dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Jacques Diouf, secondo cui la situazione attuale è stata causata anche dalla diminuzione degli investimenti pubblici nell’agricoltura. “I finanziamenti alle coltivazioni, in media, sono crollati dal 17% nel 1980 al 3% nel 2006 – ha detto Diouf – dobbiamo invertire immediatamente questa tendenza se intendiamo contrastare la povertà e la fame nel mondo”.
Intanto, in un rapporto diffuso oggi, l’organizzazione umanitaria Oxfam denuncia che circa un miliardo di persone nel mondo sono minacciate dalla fame e dalla crisi economica. “L’aumento indiscriminato dei prezzi di beni di prima necessità ha spinto circa 119 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà – afferma Teresa Cavero, autrice del documento e responsabile di Oxfam in Spagna – portando a 967 milioni il numero totale delle persone al mondo che in questo momento soffrono la fame”. Il documento denuncia inoltre “che alcune multinazionali del cibo, hanno visto triplicare i loro profitti, grazie a politiche agricole inadeguate e a norme commerciali inique” che hanno determinato “l’impoverimento dei piccoli agricoltori e una situazione di oligopolio inammissibile”. Il rapporto critica inoltre la risposta “inadeguata” della comunità internazionale “in termini economici e di coordinamento” anche alla luce del vertice di Roma del giugno scorso, su ‘Sicurezza alimentare, cambiamenti climatici e bioenergia’, che “non ha saputo definire strategie concrete per contrastare la situazione di crisi”.
www.misna.org
Un’azione “urgente e concertata” della comunità internazionale per contrastare l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e il rischio della fame nella mondo: è l’appello contenuto nel messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, diffuso oggi in occasione della 27ª Giornata mondiale dell’alimentazione. Il Segretario Onu ha ricordato inoltre che “i paesi poveri stanno pagando più e prima degli altri le conseguenze del carovita e dei cambiamenti climatici” e che “anche i prolungati periodi di siccità, le alluvioni e le tempeste tropicali contribuiscono a esporre milioni di persone alla malnutrizione e alla penuria d’acqua”. Timori, quelli espressi da Ban Ki-moon, condivisi dal presidente del Fondo dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Jacques Diouf, secondo cui la situazione attuale è stata causata anche dalla diminuzione degli investimenti pubblici nell’agricoltura. “I finanziamenti alle coltivazioni, in media, sono crollati dal 17% nel 1980 al 3% nel 2006 – ha detto Diouf – dobbiamo invertire immediatamente questa tendenza se intendiamo contrastare la povertà e la fame nel mondo”.
Intanto, in un rapporto diffuso oggi, l’organizzazione umanitaria Oxfam denuncia che circa un miliardo di persone nel mondo sono minacciate dalla fame e dalla crisi economica. “L’aumento indiscriminato dei prezzi di beni di prima necessità ha spinto circa 119 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà – afferma Teresa Cavero, autrice del documento e responsabile di Oxfam in Spagna – portando a 967 milioni il numero totale delle persone al mondo che in questo momento soffrono la fame”. Il documento denuncia inoltre “che alcune multinazionali del cibo, hanno visto triplicare i loro profitti, grazie a politiche agricole inadeguate e a norme commerciali inique” che hanno determinato “l’impoverimento dei piccoli agricoltori e una situazione di oligopolio inammissibile”. Il rapporto critica inoltre la risposta “inadeguata” della comunità internazionale “in termini economici e di coordinamento” anche alla luce del vertice di Roma del giugno scorso, su ‘Sicurezza alimentare, cambiamenti climatici e bioenergia’, che “non ha saputo definire strategie concrete per contrastare la situazione di crisi”.
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