venerdì 5 settembre 2008

Italia e aiuti internazionali

L’Italia non mantiene le promesse sugli aiuti internazionali
Finanziaria: allarme della cooperazione
I tagli previsti nella finanziaria 2009 riducono il contributo dell'Italia per la lotta alla povertà ad un valore puramente simbolico. Un quadro drammatico, al quale si somma la mancanza di una legge di riforma della cooperazione.

Il comunicato stampa delle ong che aderiscono a Link 2007
Se le previsioni del Ministero dell’Economia saranno confermate, la prossima Legge Finanziaria effettuerà un taglio agli stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo e la lotta alla povertà che non ha pari negli ultimi trent’anni. L’Italia si presenterà infatti sulla scena internazionale nel 2009 con uno stanziamento simbolico pari all’incirca allo 0,10% del PIL. E ciò in barba ai solenni e ripetuti impegni assunti a livello europeo e internazionale dai successivi Presidenti del Consiglio in carica, con il consenso delle forze politiche, di accrescere le risorse a tale scopo, fino ad arrivare allo 0,51 del PIL entro il 2010 e allo 0,7 entro il 2015.
Lo strabismo politico dell’Italia viene così formalizzato e lanciato come messaggio al mondo proprio nell’anno del G8, a presidenza italiana, in cui i temi della povertà e dello sviluppo saranno in primo piano. Da un lato proposte e proclami quali gli impegni e gli annunci ai summit mondiali (”1% del PIL”, “lotta all’AIDS, malaria e tubercolosi”, “raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio”, sviluppo dell’agricoltura” ecc.), gli impegni bilaterali e multilaterali assunti negli anni, le richieste politiche di maggiori aiuti e cooperazione per frenare l’immigrazione… fino alla “sicurezza alimentare” nel programma Expo 2015. Dall’altro lato una costante diminuzione delle risorse, inadempienze continue e ritardi sfibranti… fino al massimo disinteresse politico mai raggiunto finora e alla sottovalutazione dell’interesse vitale per l’Italia di rimanere protagonista su questi temi.
L’Italia dovrà ora decidere se intende continuare a sedere tra i paesi che contano e quindi si impegnano ad affrontare seriamente i problemi che pesano drammaticamente su circa due miliardi di persone oppure se non debba rinunciarvi, esprimendo il declino della propria rilevanza sulla scena internazionale.
Le ong di Link 2007 sono convinte che l’Italia, nonostante le difficoltà di bilancio, possa e debba cambiare rotta: l’etica della responsabilità, ma soprattutto la ragione e la visione dell’interesse nazionale in un sistema mutevole di relazioni internazionali, sono gli elementi che devono forzare il cambiamento.
Ad avviso di Link 2007, l’Italia non ha infatti che una sola scelta in politica estera: concepire le proprie relazioni internazionali come cooperazione fra paesi. Non può infatti praticare alcuna politica di potenza né sarebbe dignitoso accodarsi a politiche di potenza, d’altronde sempre molto miopi, di altri paesi. L’Italia ha un altro importante ruolo da giocare, quello del dialogo e della cooperazione: a livello politico, economico, culturale, ambientale, scientifico, dei diritti, della sicurezza, della lotta alla povertà e dello sviluppo. È il modo piu appropriato per la promozione degli interessi nazionali e al tempo stesso per una globalizzazione basata su rapporti di giustizia, equità, pace e sicurezza.
Le ong di Link 2007 si appellano al Presidente del Consiglio on. Berlusconi e alle Forze politiche della maggioranza e dell’opposizione perché gli stanziamenti per la cooperazione e la lotta alla povertà siano adeguati agli impegni solennemente assunti a livello internazionale, dando un segnale positivo rispetto agli anni precedenti. In particolare nel 2009, anno del G8 italiano.
Aderiscono a Link 2007 le ong:
Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Medici con l’Africa Cuamm, Gvc, Icu, Intersos, Lvia, Movimondo
da www.nigrizia.it

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