mercoledì 17 settembre 2008

APE/EPA

APE/EPA, ovvero 'colonialismo del libero scambio'
“Rappresentanti della società civile di più di 70 paesi in via di sviluppo stanno cominciando a opporsi all’Unione Europea per denunciare la proposta degli Accordi di partenariato economico (Ape/Epa) come una nuova forma di ‘colonialismo del libero scambio’” secondo un editoriale pubblicato da ‘Fiji Times’, il principale quotidiano delle Isole Fiji, con il titolo ‘La battaglia tra Davide e Golia’: “Gli accordi, che avrebbero dovuto vedere un Golia (l’UE) sviluppare in modo positivo e costruttivo relazioni commerciali con Davide (i paesi ACP – Africa, Caraibi e Pacifico), sono stati duramente criticati da decine di organizzazioni non governative (ong), esponenti religiosi, sindacalisti e dai più importanti accademici delle tre regioni”. Nell’editoriale Maureen Penjueli, coordinatrice della Rete delle organizzazioni del Pacifico che si occupano di globalizzazione (Pang), ricorda che questa settimana sono in corso a Bruxelles i negoziati tra l’UE e delegati dei paesi del Pacifico per concludere la stesura degli Ape/Epa: “Un rapporto ufficiale commissionato dalla Francia è una accusa devastante delle ‘tattiche – dalla pressione politica al paternalismo, fino a vere e proprie minacce – usate dalla Commissione europea per imporre il suo punto di vista e i suoi interessi’ nei negoziati. Christiane Taubira, la deputata francese autrice della relazione su richiesta del governo del suo paese, ha raccomandato di modificare il mandato conferito alla Commissione Europea per negoziare gli Ape/Epa con i paesi ACP, sostenendo che l’Europa sta spingendo questi paesi ad aprire i loro mercati addirittura più di quanto richiesto dall’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto)”. Secondo l’autrice sono però sempre più i paesi Acp che rifiutano di firmare accordi “iniqui e diseguali” e scrive: “La forza per affrontare il possente Golia è il nostro numero: i funzionari del commercio e i ministri provenienti da tutto il Pacifico devono rafforzare la solidarietà regionale e, insieme con i governi di tutta l’Africa e dei Caraibi, stracciare tutti gli Ape e ricominciare da capo”.
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