ONU: verso gli Obiettivi del Millennio
di Andrea Luzzana
Consenso dei presenti all’incontro Onu di alto livello dedicato allo sviluppo dell’Africa tenutosi a New York. Gli Obiettivi del Millennio sono ancora lontani. Ma non irraggiungibili.
Rispettare gli obiettivi del Millennio (Millennium development goals) «rappresenta la più grande sfida che il mondo oggi è chiamato a fronteggiare». Per questo motivo è necessario intensificare la collaborazione globale, più con azioni concrete che con parole. E per farlo basterebbe investire poco più di un quarto di quello che i paesi del nord del mondo destinano per i sussidi ai propri agricoltori. Questo è il quadro che emerge dall’ incontro di alto livello delle Nazioni Unite dedicato allo sviluppo dell’Africa (High-level Meeting of General Assembly), tenutosi il 22 settembre al Palazzo di Vetro di New York. Nella dichiarazione sottoscritta dai partecipanti (una quarantina di capi di Stato e di governo, rappresentanti della società civile e di organizzazioni internazionali) emerge come il raggiungimento degli obiettivi resti per il momento «sfuggevole». Ban Ki Moon, segretario generale dell’Onu, nel suo intervento ha però dichiarato che per raggiungere nei tempi previsti questo obiettivo sfuggevole basterebbe un finanziamento di 72 miliardi di dollari l’anno. E la cifra, se paragonata ai 267 miliardi di dollari che ogni anno i paesi del nord del mondo garantiscono in sussidi ai propri agricoltori, o al piano di 700 miliardi di dollari annunciato dal governo di Washington per salvare il fallimento di istituti finanziari privati americani, non appare così proibitiva. Rapportata ai 1200 miliardi annui in spese militari a livello planetario (515 solo quelli degli Usa) rischia quasi di risultare irrisoria. «Non potrà esserci pace e prosperità nel pianeta senza lo sviluppo e il progresso africano» ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi, mentre il vice-presidente cubano José Ramon Machado Ventura ha evidenziato la necessità di «un nuovo sistema di relazioni Nord-Sud, che ponga fine all’ingiusto e insostenibile ordine economico, commerciale e finanziario attualmente vigente nel mondo, che emargina e sacrifica l’80% della popolazione del pianeta in funzione delle dissipazioni e delle stravaganze di un’esigua minoranza» «L'Africa si trova a fronteggiare sfide ancora enormi», ha detto il presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, padre Miguel D'Escoto Brockmann. «Nazioni coraggiose come quelle africane, e sappiamo quanto possano esserlo, non possono andare avanti da sole». Gli aiuti non devono però tramutarsi in assistenzialismo: i paesi africani non devono essere «semplici ricettori di idee e di aiuti dall’esterno, ma veri e propri agenti del loro stesso sviluppo», ha affermato nel suo intervento monsignor Celestino Migliore, capo della delegazione della Santa Sede all’Onu. «Lo sviluppo dell’Africa», ha proseguito il monsignore, «è una grande opportunità per il mondo intero sia per le sue risorse umane, sia per le sue diversità culturali e climatiche che la rendono unica». Consenso unanime tra i delegati su queste posizioni. Ora alle parole devono seguire i fatti, o la strada sarà sempre più in salita.
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