SIDA/AIDS: promesse non mantenute, il Nord si tira indietro.
Non verrà rispettata la scadenza del 2010 per un accesso universale ai trattamenti della sindrome da immunodeficienza acquisita (sida/aids) e sarà ancora una volta il Sud del mondo, in particolare l’Africa, a subire le conseguenze dell’ennesima promessa non mantenuta. L’amara costatazione è stata espressa da Michel Kazatchkine, direttore esecutivo del Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria, durante una visita di tre giorni in Etiopia. Pur sottolineando “straordinari progressi” nella lotta contro il Viu/Hiv nel continente nero – il più colpito dalla malattia – Kazatchkine ha ricordato che a oggi soltanto il 35% degli africani ha accesso alle cure antiretrovirali, un tasso che potrebbe aumentare fino al 75% nel 2010. L’impegno a garantire un accesso universale ai trattamenti era stato preso dai governi dei paesi del G8 nel 2005 ma la crisi economica mondiale ha fatto passare le politiche sanitarie in fondo alla scala delle priorità. Sembra così caduto nel vuoto anche l’appello dei partecipanti alla recente conferenza mondiale sulla sida/aids che si è tenuta in Sudafrica, secondo i quali non bisogna ridurre fondi già insufficienti ma al contrario correggere squilibri inaccettabili tra Nord e Sud del mondo. In un’intervista di pochi giorni fa al quotidiano francese ‘Liberation’, Kazatchkine si era detto “angosciato” dai ripensamenti sugli aiuti e “molto deluso” dall’ultimo G8 dell’Aquila, caratterizzato da un “silenzio assoluto” sulla sida/aids, la tubercolosi e la malaria. “C’è da temere che il divario tra Nord e Sud si allarghi di nuovo” aveva aggiunto il medico francese, evidenziando che il decollo dei programma di lotta alla malattia in Africa si trova ora minacciato dalle incertezze sugli aiuti finanziari a breve scadenza. E ancora, aveva ipotizzato il dirigente del Fondo globale, “qualora una pandemia di febbre suina esplodesse in autunno – e sarebbe una catastrofe – vedremmo i paesi sviluppati sbloccare miliardi di euro o dollari per sradicare la minaccia nel Nord. Ma per il Sud? Senza contare che sono somme ridicole se paragonate a quelle inghiottite dal mondo della finanza. C’è qualcosa che non va in questo mondo – aveva concluso – si trova denaro quando si vuole, ma non per salvare le vite di milioni di ammalati”.
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