mercoledì 12 dicembre 2007

12.12.07 Vertice di Lisbona 6 (L'ultimo lo giuro!)

Troppo spazio a Mugabe e poco allo Zimbabwe
Tomas Salazao (Sadc)
«Lo Zimbabwe non era in agenda. E' stato sollevato un polverone per nulla». Segretario generale della Southern african devolopment community (Sadc), l'organizzazione regionale che riunisce 14 paesi dell'Africa australe, il mozambicano Tomas Salazao è insorto contro l'eccessivo spazio dato al caso Mugabe nel corso del summit.
Mugabe e lo Zimbabwe sono stati al centro dell'attenzione a Lisbona...
La questione dello Zimbabwe non era in agenda in questo vertice e ha avuto uno spazio eccessivo, con una visione peraltro piuttosto unilaterale. Molti dei partecipanti al summit che hanno criticato la situazione nello Zimbabwe non hanno l'autorità morale per dire agli africani cosa sia giusto fare o non fare. Il problema dello Zimbabwe noi del Sadc lo affrontiamo da anni cercando una via d'uscita che non sia imposta dall'esterno. Saranno gli zimbabwani, con l'aiuto della Sadc e del presidente sudafricano Thabo Mbeki, a trovare una soluzione.
Che giudizio complessivo dà del vertice?

Positivo perché ci ha permesso di confrontare i nostri rispettivi punti di vista, ma non dobbiamo né possiamo dimenticare la storia: in questa vertice da una parte sedevano i colonizzati, dall'altra i colonizzatori. L'incontro ha creato le condizioni per un riavvicinamento tra questi due blocchi, per la creazione di un nuovo partenariato, il cui sviluppo è difficile ma certo non impossibile.
Ritiene che gli Epa siano un buon punto di partenza per questa nuova partnership?

Europa e Asia sono a due diversi stadi di sviluppo. Senza sviluppo delle infrastrutture gli Accordi di partenariato economico non aiutano l'Africa a superare i problemi, non potremmo mai ridurre i costi di produzione ed essere competitivi. L'Europa dovrebbe capirlo invece di fare pressione per ottenere la firma di più paesi possibile alla sua politica. Guardiamo all'area della Sadc: alcuni stati hanno iniziato un accordo, altri no. Noi diciamo all'Ue: invece di dividere la comunità economica regionale, sediamoci intorno a un tavolo e cerchiamo una soluzione concertata e accettata da tutti.


Il magro bilancio di Lisbona
Il vertice Africa-Unione europea si è concluso con pochi risultati.
I leader di 53 paesi africani e di 27 stati europei si sono incontrati a Lisbona per un vertice di due giorni, oscurato dalla presenza del contestato presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe. La presenza di Mugabe ha indotto il premier britannico Gordon Brown a boicottare l'incontro.
Il quotidiano spagnolo El País traccia un bilancio poco lusinghiero dell'incontro: "Il vertice di Lisbona si è concluso con grandi parole e poca sostanza, un risultato inevitabile quando gli interlocutori – in questo caso il blocco economico più forte del mondo e quello più povero – non si incontrano da sette anni".
"Le relazioni tra Europa e Africa sono tormentate, dettate da un passato turbolento e da un presente segnato da diseguaglianza, immigrazione, conflitti armati e crisi umanitarie. Le parti fanno fatica a parlarsi".
Il britannico The Guardian richiama l'attenzione sullo scontro Londra-Harare che ha monopolizzato l'attenzione al vertice: "Fa male ai laburisti vedersi estromessi da un vertice per colpa di un politico, Robert Mugabe, che in passato hanno aiutato. Ma è chiaro che vedere un'ex colonia che imbarazza la Gran Bretagna avrà fatto piacere a molti".
The Independent tira le fila della vicenda sottolineando che la Cina si sta sostituendo all'Europa come partner commerciale e politico privilegiato dei paesi africani: "L'ombra della Cina sull'Africa s'ingrandisce ogni giorno. Negli ultimi anni, Pechino ha quintuplicato gli scambi commerciali con l'Africa e, a differenza di molti paesi europei, la sua diplomazia non si ferma davanti a violazioni dei diritti umani o alla mancanza di democrazia".

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