domenica 9 dicembre 2007

09.12.07 Vertice di Lisbona 4

EPA, migranti e diritti nella prima giornata
E’ arrivato il momento di seppellire definitivamente il passato coloniale basato sulla schiavitù e su postazioni commerciali. Non possiamo essere più solo degli esportatori di materie prime. Non possiamo più accettare di essere solamente un mercato che importa prodotti finiti”: è un passaggio dell’intervento tenuto dal presidente della Commissione dell’Unione Africana Alpha Oumar Konaré di fronte agli oltre 70 capi di stato e di governo riuniti a Lisbona per il II Vertice Afro-Europeo apertosi ieri. Prendendo la parola, Konare è andato subito al cuore del principale argomento del vertice, ovvero gli accordi di partenariato economici (Ape/Epa) tra Europa e Africa, denunciando la strategia utilizzata nelle ultime settimane dall‘Unione Europea che, a fronte di crescenti critiche agli accordi, ha avviato trattative separate con i singoli paesi o blocchi regionali. “Sarebbe bene evitare di cercare di mettere certe regioni africane contro altre, o mettere un paese di una regione contro l’altro” ha aggiunto Konaré, aggiungendo: “altrimenti sarà sicuramente possibile riuscire a ottenere un qualche tipo di vittoria, ma si tratterebbe di una vittoria di Pirro, fondata su divisioni e sui tremendi costi che sarà costretta a pagare la popolazione rurale e l’industria africana”. La posizione di Konare è stata ribadita anche dal presidente senegalese Abdoulaye Wade che ha detto: “l’Africa non è d’accordo con gli Epa”. Tra gli altri temi affrontati durante la prima giornata del vertice c’è stato anche quello delle migrazioni: con la Spagna che ha sottolineato l’importanza di regolarizzare i flussi migratori e la Libia, con l’intervento del colonnello Gheddafi, che ha sottolineato come l’emigrazione sia un frutto del colonialismo europeo, chiedendo l’istituzione di un fondo speciale da dedicare a gestire il fenomeno. Si è poi parlato anche di diritti umani, che, secondo il presidente sudafricano Thabo Mbeki, sono insieme al buon governo fondamentali per sconfiggere la povertà in Africa. Poco prima di Mbeki, era intervenuta Angela Merkel, cancelliere tedesco, che aveva attaccato il presidente dello Zimbabwe Robert Gabriel Mugabe, definendo l’attuale situazione dello Zimbabwe “non buona per l’immagine di una nuova Africa”. Le critiche della Merkel sono state respinte dal presidente senegalese Wade, secondo cui le parole della cancelliera si fondano su “informazioni errate e inesatte”.

Brevi da Lisbona
L'Italia intende mettere l'Africa al centro dei lavori del G8 durante il proprio turno di presidenza del 2009. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio italiano Romano Prodi ai lavori del vertice Ue-Africa, in qualita' di relatore sui temi del commercio, delle infrastrutture e dello sviluppo. Il capo di governo ha anche sostenuto che “la crescita economica in Africa e' dovuta anche alla Cina, che commercia e investe. Pechino e' uno stimolo per l'Europa in Africa e non un pericolo“. -

Tafferugli sono esplosi ieri nei pressi della stazione di Lisbona tra gruppi di critici e di sostenitori dei presidenti di Zimbabwe e Libia. Lo riferisce l’agenzia di stampa portoghese Lusa, precisando che la polizia ha effettuato anche alcuni fermi.

Africa ed Europa dovrebbero trasformare il loro partenariato strategico “in un partenariato tra popoli europei ed africani”: lo ha detto la presidente del parlamento panificano, Gertrude Mongella. Rappresentanti dei parlamenti dei due continenti si sono incontrati giovedi e venerdi scorso in una riunione preliminare al vertice. L’incontro è stato l’occasione per “un intenso scambio di idee” e per mettere a punto un documento di conclusioni che verrà consegnata domani ai capi di Stato e di governo.

Francia e Rwanda si incontrano per "voltare pagina"
“Vogliamo girare pagina e guardare al futuro”, così il presidente francese Nicolas Sarkozy ha sintetizzato ai cronisti l’incontro avuto poco prima con il presidente ruandese Paul Kagame. L’incontro, su cui non ci sono molti particolari, è stato descritto da Sarkozy come “l’inizio della normalizzazione” delle relazioni tra Francia e Rwanda. Il faccia a faccia tra i due capi di Stato era stato preceduto nei mesi scorsi da altri passi in avanti per il riavvicinamento. Recentemente il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner aveva ammesso che la Francia “ha commesso alcuni errori” in Rwanda. Nel novembre 2006, il Rwanda ha rotto le relazioni diplomatiche con la Francia dopo l’emissione di un mandato di arresto, da parte del giudice transalpino Jean-Louis Bruguiére, contro nove personalità vicine al presidente Paul Kagame nell’ambito dell’inchiesta sull’attentato all’aereo del presidente Juvenal Habyarimana, avvenuto il 6 aprile 1994, considerato la scintilla che fece scoppiare il genocidio.

Economia africana, crescita oltre il 5%
L’economia africana è attestata per un tasso di crescita superiore al 5% per i prossimi due anni. Lo ha annunciato la Banca di sviluppo africana (Adb/Bad) a margine di un incontro organizzato nel corso del vertice di Lisbona. Il direttore dell’istituto di credito, Louis Kasekende, ha spiegato che la crescita economica africana dei prossimi due anni sarà trainata ancora dai prezzi crescenti del petrolio e di alcune materie prime come alluminio, rame e oro. A questi, ha aggiunto il direttore, va poi sommata la macrostabilità economica raggiunta dall’Africa negli ultimi 7 anni.

Brevi da Lisbona
Unione Africana e Nazioni Unite hanno rilanciato ieri, poco prima dell’apertura del Vertice, un nuovo appello ai paesi occidentali perché forniscano i mezzi aerei necessari alla forza di pace ibrida Ua-Onu che dovrà essere dispiegata nelle prossime settimane in Darfur, Sudan occidentale.

I presidenti di Francia e Costa d’Avorio si sono incontrati ieri a margine del vertice di Lisbona. In una conferenza stampa, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha definito l’incontro un “passo verso una certa forma di normalizzazione”

Il presidente del Consiglio italiano , Romano Prodi, ha ufficializzato di aver stanziato 40 milioni di dollari per l’ 'Africa Peace Facility', con cui finanziare gli sforzi di pace e di ricostruzione dell'Unione Africana.

"Nuova pagina" nelle relazioni tra i due continenti?
Il secondo vertice Afro-europeo concluso oggi a Lisbona ha “realmente consentito di voltare pagina nella storia” delle relazioni tra i due continenti: lo ha detto, nella cerimonia di chiusura dell'incontro, che da venerdì sera ha riunito nella capitale portoghese una settantina di capi di stato e di governo, il primo ministro portoghese e presidente di turno dell’Unione Europea (UE), José Socrates, sottolineando anche l’adozione di un documento per l’avvio di un nuovo “partenariato strategico” tra i 27 paesi europei e i 53 africani. “È vero che la storia dei nostri continenti è una storia con alcune ferite, ma la nuova pagina che abbiamo aperto è ancora tutta da scrivere” ha ribadito Socrates. Anche il presidente di turno dell’Unione Africana, il ghanese John Kufuor, ha definito il vertice di Lisbona “un avvenimento storico nelle relazioni tra Europa e Africa”, sottolineando che la sfida per le due parti consisterà ora nel mettere in opera seriamente il piano d’azione su cui si sono accordati. La “strategia” contenuta nella Dichiarazione di Lisbona si suddivide in otto “partenariati” prioritari da avviare entro il 2010: “pace e sicurezza”, “buon governo, democrazia e diritti umani”, “commercio e integrazione regionale”, “Obiettivi del Millennio per lo sviluppo”, “energia”, “riscaldamento climatico”, “migrazioni, mobilità e impiego” e “scienze, società dell’informazione e spazio”. I capi di stato hanno approvato un “piano d’azione” che prevede, in ognuno dei settori prima elencati, progetti da realizzare a breve termine (2008-2010) e un meccanismo di controllo dell’applicazione e di accompagnamento del piano. Questa strategia, si legge ancora nella dichiarazione finale, “dovrà essere seguita nel rispetto dell’unità africana, dell’interdipendenza di Africa ed Europa e di responsabilità congiunta”. Il nuovo desiderio di stabilire un “partenariato tra eguali”, come è stato più volte definito nel vertice, è stata in parte messa in ombra dalle divergenze che hanno caratterizzato il vertice. Oltre alle polemiche legate al ‘caso Zimbabwe’, tanto caro soprattutto ad alcuni mezzi d'informazione, Africa ed Europa sono sembrati molto distanti sulla questione degli Accordi di partenariato economici (Ape/Epa) da firmare entro la fine dell’anno. I paesi africani hanno ribadito, con il presidente senegalese Abdoulaye Wade come capofila, la loro contrarietà agli accordi di libero commercio che penalizzerebbero eccessivamente, nella loro versione attuale, le economie in fase di sviluppo dell’Africa. Dopo aver definito “difficili” i negoziati sugli Epa, il capo della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ha annunciato che le trattative proseguiranno anche il prossimo anno. “Il nostro obiettivo è sempre stato, e continua ad essere, quello di concludere gli Epa per rinforzare l’integrazione regionale e garantire uno sviluppo genuino ai paesi africani. Chiaro che stiamo parlando di un cambiamento e come tutti i cambiamenti richiede tempo” ha aggiunto Barroso. Dello stesso parere anche il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, il quale ha ammesso che i negoziati “non sono facili”. Secondo Prodi, le cui parole sono state riportate dall’agenzia di stampa portoghese Lusa che ha seguito attentamente l’intero vertice, molti paesi africani sono spaventati dalla prospettiva di perdere rapidamente competitività con l’entrata in vigore dei nuovi accordi, e per questo l’Europa dovrebbe “dare garanzie” maggiori ai partner africani. Più vicine invece le posizioni delle due delegazioni sui problemi dell’immigrazione.

Il caso Zimbabwe
Dopo le accuse lanciate ieri dalla cancelliera tedesca Angela Merkel alla politica del presidente dello Zimbabwe, Robert Gabriel Mugabe, accusato di “danneggiare l’immagine della nuova Africa” oggi è stata la volta del 83 enne capo di Stato africano che ha denunciato “l’arroganza” dell’Unione Europea e in particolare di quattro paesi (Germania, Svezia, Danimarca e Olanda) che nel corso del vertice hanno criticato la situazione dei diritti umani nel suo paese. “Ieri abbiamo ascoltato quattro paesi criticare lo Zimbabwe per l’assenza del rispetto dei diritti umani. La banda dei quattro ‘pro Gordon’ (facendo riferimento al primo ministro inglese Gordon Brown, assente al vertice a causa della presenza di Mugabe, ndr) pensa veramente di conoscere meglio lo Zimbabwe degli africani. È proprio contro questo genere di arroganza e di complesso di superiorità che ci battiamo” ha detto oggi Mugabe nel corso della seconda sessione plenaria del vertice, di fronte a una settantina di capi di Stato e di governo. “È importante – ha proseguito il presidente dello Zimbabwe – che la gente si ricordi dello spirito con cui gli africani hanno combattuto per ottenere i diritti dell’uomo durante l’oppressione. Non c’è stata democrazia in Zimbabwe nei circa cento anni di sottomissione e noi ci siamo battuti per il principio di ‘un uomo una voce’”. “Perché il primo ministro (Brown, ndr) non è al suo posto? Perché c’è un portavoce? C’è da parte della gran Bretagna e degli Stati Uniti la volontà di cambiare il nostro governo. Dicono che si tratta di una cambio di governo, che è loro diritto. Noi diciamo no!. Noi abbiamo il diritto di determinare il futuro dello Zimbabwe, che non sarà mai più una colonia” ha concluso Mugabe. Ma le parole pronunciate nel corso del vertice contro lo Zimbabwe e il suo governo non sono piaciute a molti altri esponenti africani di rilievo. Se il presidente senegalese Abdoulaye Wade aveva denunciato già ieri il discorso della Merkel sottolineando che l’attacco a Mugabe era basato su “informazioni errate o inesatte”, più diretto ancora è stato il presidente sudafricano Thabo Mbeki (mediatore nella crisi politica interna zimbabwana tra governo e opposizione), che ha detto alla Merkel: “ma di cosa stai parlando? Lo sai che le cose stanno progredendo”. Irritata, per le polemiche intorno allo Zimbabwe, anche la Comunità di sviluppo degli Stati dell’Africa australe (Sadc), che ha criticato la scelta di affrontare la questione. “Lo Zimbabwe non faceva parte dell’ordine del giorno dei lavori di questo vertice” ha detto in una conferenza stampa il segretario generale della Sadc, Tomaz Salomao, aggiungendo “la nostra posizione è che tocca a noi occuparci di questa vicenda e il presidente Thabo Mbeki se ne sta già occupando da tempo”. Per cercare di stemperare le tensioni, Javier Solana, il massimo rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, ha detto che “l’Unione Europea è pronta a normalizzare le sue relazioni con lo Zimbabwe, dal momento che questo paese sta compiendo alcuni degli impegni presi”.

Brevi da Lisbona
I capi di Stato e di governo europei ed africani si sono dati appuntamento nel 2010 per il III Vertice afro-europeo; il primo ministro portoghese, José Socrates, ha aggiunto che la Libia ha già depositato la sua candidatura per ospitare il prossimo vertice.

L’Unione Europea e la Sierra Leone hanno siglato un accordo per sbloccare aiuti finanziari di oltre 200 milioni di euro; lo ha annunciato il ministro degli Esteri sierraleonese, Zainab Hawa.

Un accordo di cooperazione, che prevede un primo stanziamento di 10 milioni di euro, è stato firmato oggi a Lisbona tra Spagna e Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) per il 'sostegno di genere' e lo sviluppo di infrastrutture e di più attenti controlli sui flussi migratori.

Il presidente di turno dell’Unione Europea, José Socrates, si è detto ottimista sulla possibilità di compiere progressi “passo per passo” nel regolare, insieme ai paesi africani, i flussi migratori tra Africa ed Europa e nel combattere il traffico di esseri umani; a suo avviso negli ultimi sette anni la mancanza di un dialogo politico tra i due continenti ha permesso ai trafficanti di uomini di espandere la loro attività.
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