martedì 20 novembre 2007

18.11.07 Aggiornamenti lavoro

Ieri giornata di esami (sabato mattina!!). Gli studenti del secondo anno avevano la prova di Habilidades clinicas, quella che da noi si chiama semeiotica clinica (esame del torace, addome ecc). In Università avevano preparato una ventina di stanze adibite a piccoli ambulatori. Ogni medico stava in una stanza con uno studente del primo anno come cavia. Tutti gli esaminandi dovevano, a rotazione, entrare negli ambulatori ed eseguire, in dieci minuti, la Habilidade richiesta, sotto l’occhio vigile dell’esaminatore. Il tempo era scandito da un campanaccio che risuonava per tutta l’università. L’unica habilidade che mancava era l’esplorazione rettale, pare che non avessero trovato il volontario! Io dovevo valutare l’esame obiettivo dei polmoni; per quattro ore (due turni di venti studenti), ho osservato studenti fare la stessa cosa ogni dieci minuti dueppalle! Con il povero finto paziente che si prestava alle varie manovre senza batter ciglio, rischiando di svenire per tutti i respiri profondi che gli chiedevano di fare. Smarronamento a parte, è stata un’esperienza interessante e finalmente, dopo anni di tensioni e cacarelle pre-esame, stavolta ero dall’altra parte! Poveri studenti, con le mani tremolanti e sudati per il cado infernale e la tensioni dell’esame. Questa è la seconda volta, qui in MZ, che mi capita di partecipare agli esami. Ma la prima volta il clima era ancora più teso. Erano gli esami al termine della rotazione nel reparto di Medicina Interna (dove quotidianamente seguo gli studenti del quinto anno); il primo giorno c’era la prova pratica; ho dovuto selezionare dei pazienti con problemi vari; gli studenti, a turno, dovevano visitare il paziente, individuare e scrivere quello che avevano trovato di alterato; il secondo e terzo giorno c’erano i temuti orali! Il trio esaminatore era composto dal primario del reparto, da una olandese dell’università e dallo sgarrupato italiano (cioè io: sgarrupato perché sono sempre quello che ha il camice più lurido e stropicciato!). Come al solito il primario faceva la parte del duro e incazzoso per terrorizzare gli studenti; allora tentavo di fare delle domande più “umane”, ma niente da fare: gli studenti ormai in palla iniziavano a sparare cagate. Non è facile reggere il ruolo dell’esaminatore; fino al giorno prima gli hai aiutati in reparto, ci hai anche riso e scherzato; il giorno dopo diventi uno dei “nemici” con cui si incazzano per un voto basso o addirittura una bocciatura. Anche quando ho dovuto preparare le domande per i test del secondo e quarto anno, alcuni studenti me l’hanno menata per le domande troppo difficili: prima o poi mi ritroverò le gomme della bici tagliate!
A parte questa difficoltà di ordine morale, tutto il resto del lavoro è molto stimolante. La maggior parte del lavoro è in reparto con gli studenti; senza questa parte di formazione, alla lunga penso che inizierei ad impazzire per la frustrazione, visto che la maggior parte delle volte, rispetto ai pazienti, ci si sente inutili, per la gravità della situazione quando arrivano e per la carenza di risorse. Arrivano in ospedale già in condizioni disperate o quasi; nei pochi casi in cui si potrebbe fare qualcosa, mancano le terapie; spesso non ci sono antibiotici, e quando ci sono durano due o tre giorni e poi spariscono, e quindi non riesci mai a finire un ciclo di terapia; in reparto ci sono solo un paio di bombole con l’ossigeno, per cui se ti serve ossigeno per un paziente devi fare a turno tra i vari malati (che sono quasi tutti con problemi respiratori gravi!); ci sono poche infusioni endovena, per cui tutti i pazienti sono disidratati; pochi cateteri; pochi esami di laboratorio e poco attendibili. Per essere il secondo ospedale del MZ è conciato malino! O forse è il reparto di Medicina Interna che fa più cagare degli altri. Non è facile insegnare agli studenti in un reparto così disorganizzato, e capisco anche lo scazzo generale del personale, che da anni lavora in queste condizioni. A volte mi scoraggio un po’, e mi chiedo se ha veramente senso quello che sto facendo qui, ma non è facile trovare delle risposte, soprattutto adesso che sono appena arrivato. Ma dove vanno tutti gli aiuti che arrivano? Perché di ONG che collaborano con l’ospedale ce ne sono tante; ma anche questo è un discorso complesso, che affronterò più avanti quando avrò capito meglio come girano le cose.
Comunque, quello che si può fare è, almeno, insegnare agli studenti a visitare il paziente e a ragionare sulla situazione clinica e sulle ipotesi diagnostiche, e questo mi piace. Altra cosa stimolante è la preparazione dei tutoriali; due volte la settimana, di pomeriggio, ci si riunisce con il gruppo di studenti che frequentano il reparto, per discutere di casi clinici o di temi generali di Medicina Interna, e quindi per aiutarli nella discussione sei obbligato a ripassare cose che hai studiato anni fa. E poi ci sono varie attività nell’università per gli studenti dal primo al quarto anno: le lezioni frontali, i tutoriali, le habilidades clinicas. Per questo nelle settimane passate stavo sclerando; mi si è accumulato tutto il lavoro in pochi giorni: seguire quelli del quinto in reparto e per li esami, insegnare l’esame della mammella (tette!!) a quelli del quarto, seguire i tutoriali del secondo, e preparare delle lezioni per il secondo anno!! Stavo impazzendo! Anche perché ho dovuto preparare delle lezioni in portoghese con tanto di slides…e indovinate su quale argomento…GERIATRIA!!! E io che pensavo di venire in Africa e imparare un po’ di medicina tropicale: ‘sti vecchi mi perseguitano anche qui…BASTA!!!

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Prof, non mi interroghi, ieri non ho potuto studiare!!!
Avevo mal di pancia!!!
E poi ho dovuto accompagnare mia zia!!!
E un incendio mi ha bruciato i libri!!!

GianMuga ha detto...

...e hai l'orecchio che ti fa contatto con il ginocchio?
Queste scuse le ho già sentite troppe volte: SEGATO!!!!
(e a questo punto di solito lancio il libretto fuori dalla finestra)...
GianMuga

Unknown ha detto...

racconti da un altro mondo, caro professor dottore. Qui da noi quello che sprechiamo ogni giorno basterebbe per far tirare avanti tutto il tuo ospedale per una settimana. Me ne vergogno...

comunque mannaggia potevi chiamare a rutz che l'esame anale da una file di quattro ore di negroni sudati se lo faceva fare con piacere....

dai scherzo, non iniziamo i turpiloqqui..

Anonimo ha detto...

Io questa gente volgare proprio non la capisco, perdindirindina!!!

Anonimo ha detto...

Io questa gente volgare proprio non la capisco, perdindirindina!!!

Anonimo ha detto...

Io questa gente volgare proprio non la capisco, perdindirindina!!!

Anonimo ha detto...

Devo avre cliccato un po' troppe volte...
sorry...

Anonimo ha detto...

ciao gianlu, ti penso tanto qui dal profondo nord!
E ogni giorno penso a quello che ho perso dicendo di no alla proposta di beira..ah, te l'avevo detto?
Ps. io non ho potuto studiare perchè a mia nonna sono tornate le mestruazioni!
adriana

jane good ha detto...

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