venerdì 18 marzo 2011

Haiti – inedito – 2

Notte nel ctc

la prima notte fuori casa! emozione! beh, non proprio fuori nel senso da una festa all’altra o a fare il giro dei locali. fuori casa sì, ma dentro al ctc! ma va bene lo stesso, si cambia un po’.
negli ultimi giorni tensioni in città per il delirio elezioni. che a quanto pare sono più truccate del visagista delle dive! ma la voce si è sparsa. sai com’è, l’isola è piccola. quindi ancora bordello per le strade. o almeno è quello che si teme.
perciò ulteriore stretta sulla sicurezza. ordini dalla base di port-au-prince.
medico, infermiera e logista responsabili del centro = io, E. e M. = passare la notte nel centro.
così se anche le strade dovessero essere bloccate, siete già sul posto di lavoro.
mitico! bloccato per giorni al lavoro (ironico nda)!
ci prepariamo
zainetto
libro
cibo
acqua
caffè (solubile ma fa niente)
mutande di riserva (se scoppiano disordini me ne serviranno parecchie!)
ritorniamo al centro (dopo esserci stati tutto il giorno a laurà nda). arriviamo appena in tempo per goderci la splendida vista del tramonto nella baia. meraviglioso. nel chiaro-scuro non si vedono nemmeno le tonnellate di rifiuti sulla spiaggia! dopo mille manovre riusciamo a entrare con i gipponi nel centro. scendiamo. zaini in spalla. radio alla cintura. sono arrivati i marziani. o almeno questo è quello che leggo sul volto della gente che ci vede arrivare.
sistemiamo le nostre cose. e mo’ che famo’!? e che vuoi fare. già che siamo qui… lavoriamo. e iniziamo (di nuovo!) il giro-visita dei pazienti (che ormai conosco a memoria) insieme ai medici di guardia per la notte. loro tutti contenti. io mica troppo.
poi lauta cena a base di panini, chiusi nella soffocante farmacia. e via di nuovo a girare tra i pazienti. siamo curiosi di vedere la vita notturna del centro. chissà cosa succede quando noi non ci siamo. per cazzeggiare iniziamo a immaginare che la notte tutti spariscano, vadano a dormire a casa. staff e pazienti. tutti! ospedale deserto. e poi la mattina presto tutti di nuovo qui, prima del nostro arrivo!
alle nove-e-trenta pm abbiamo il primo indizio di come funzionino le cose di notte. M, il logista, fa un giro per controllare le tende-reparto, al momento non utilizzate. ritorna piegato in due dal ridere. ha beccato due del personale logistico a dormire infognati in fondo a una delle tende. risvegliati bruscamente e ancora un po’ rincoglioniti:
-stavamo controllando che nessuno si nascondesse nelle tende per dormire!-
eccezionali! magnifici! e cosa gli vuoi dire!?
ci caliamo nella parte dei controllori-rompicoglioni ancora per qualche ora. poi ce ne andiamo a letto, distrutti. abbiamo lavorato tutto il giorno e l’indomani ci aspetta un’altra giornata di lavoro. ci infiliamo in una delle tende, dove il logista ci ha preparato un comodo giaciglio con i letti per il colera, resi un po’ più morbidi da una fettina di materassino. addirittura lenzuola profumate. l’unico problema e che dormendo sul fianco mi scivola un po’ l’anca nel buco. ma vuoi mettere la comodità di espletare i bisogni fisiologici (tutti quanti!) senza alzarti dal letto!?
purtroppo sonno disturbato. un via-vai continuo di pazienti che vanno a cacare alle latrine. e il canto sgraziato e amplificato del pastore della vicina chiesa evangelica.
non riesco a dormire. alle due di notte mi alzo. decido di fare un giro per vedere com’è la situazione dei pazienti. assumo la mia ormai famosa posizione di controllo:
braccia incrociate dietro la schiena
testa in avanti
“leggera” iper-cifosi
sguardo scrutatore
entro nella sala “recovery” (dove ci sono i pazienti in attesa di dimissione). sgrano gli occhi ancora impiastricciati.
ecchèssuccesso!?!?!
qualcuno deve avere nebulizzato del gas soporifero! pazienti stramazzati sulle panche, inermi. braccia a penzoloni. in mano ancora il bicchiere di SRO (Sali di Reidratazione Orale) ormai vuoto. infermieri e medici seduti sulle sedie, testa crollata sul tavolo. ma saranno ancora vivi? esco senza far rumore. seconda stazione del tour notturno. il triage. l’anima del centro. sempre pronto ad accogliere i pazienti dall’esterno. osservo un magnifico trittico:
addetto al registro-medico-infermiera.
svenuti sul tavolo! pure loro!
ma la guardia all’ingresso è il capolavoro: ha sviluppato una tecnica per dormire senza smettere di adempiere al proprio compito. quasi sdraiato sulla sedia, testa dondolante all’indietro, gamba tesa con piede appoggiato al cancello per bloccarne l’apertura. ineccepibile!
continuo il giro nei reparti. dove il lavoro invece non manca. pazienti più gravi. non c’è troppo da dormire.
ma la voce della mia “inaspettata” ronda si è sparsa. al mio ritorno nella prima sala lo scenario è completamente differente. tutti in piedi a lavorare! o almeno a far finta. un’attività frenetica. l’addetto al registro registra, il medico medica, gli infermieri infermierano. hanno tirato in mezzo pure i pazienti, che adesso sono tutti seduti a bere come dannati gran bicchieroni di SRO!
sorrido tra me e me. distrutto dal sonno me ne torno nella tenda.
-com’è la situazione?- mi chiede E, la collega infermiera.
-tutto sotto controllo- rispondo –dormi tranquilla!-
mi stendo sul letto. dopo mezz’ora i rumori iniziano a diminuire. sempre di più. fino a scomparire. ora nel centro non vola una mosca.
-che bravi, lavorano in silenzio per paura di svegliarmi!-

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