...i pomodorini del nostro orto non ce l'hanno fatta...
mercoledì 22 ottobre 2008
sabato 18 ottobre 2008
Seratona!!…
…di merda.
Venerdì sera, 10 ottobre. Cena con tutti quelli dell’associazione, nessuna voglia e molto stanco, ma bisogna essere presenti. Ritrovo in coordinamento. Macchine a sufficienza -Gianluca se vuoi puoi lasciare giù la tua- -Ok la parcheggio meglio- -Anzi no, siamo in sei è meglio se la prendi- -Va bene, basta che andiamo- Arriviamo al ristorante, una fila di macchine parcheggiate, sembra più pieno del solito. Parcheggio per ultimo, dietro ad altre macchine. Entriamo. Convenevoli. Si chiacchiera. Io poco brillante. Neanche mezz’ora dal nostro arrivo, e due dei nostri che erano usciti a fumarsi una sigaretta rientrano e corrono verso di me -Vieni Gianluca, sono andati addosso alla tua macchina!- Corro fuori, faccio appena in tempo ad arrivare sul marciapiede e vedo l’altra macchina allontanarsi velocemente, mentre tutta la gente in mezzo alla strada grida -Para, para!! (ferma, ferma!!)- Il bastardo è scappato. Attraverso la strada per raggiungere la mia macchina, mentre tutti quanti continuano a gridare -MN 42 64 L 36- sembra che siano riusciti a leggere il numero di targa, ma non ci capisco nulla. Mi ammutolisco, faccia di cemento, inespressivo, bocca semiaperta ma non esce nulla, blocco della connessione cervello-bocca, mentre dentro snocciolo tutto il rosario, una serie infinita di saracche delle Molucche!! Mi parlano ma non rispondo, mi limito a constatare i danni, front e back: il figghiebbottana mi ha tamponato e mi ha spostato la macchina di almeno un metro, così ha sbattuto pure contro quella davanti (e vai di filotto!). Raccolgo qualche pezzo qua e la, e rientro mesto nel locale. Serata rovinata. Minchia a’ machena, m’ hann ruinat’a’machena (inizio a parlare portoghese come Alex Drastico)!! A tavola soliti gruppetti, chi parla delle problematiche della cooperazione internazionale (lavoro, lavoro, lavoro), chi racconta tutti i più truci e splatter casi che ha visto in ospedale, incurante di quelli che già stanno vomitando, chi non parla proprio. E io che ascolto stupito e con le lacrime agli occhi l’arringa anti-clericale di un prete stanco di questa Chiesa che non prende una posizione decisa contro tutte le brutture che ascoltiamo tutti i giorni, Bush, Berlusconi e compagnia bella. E decido che è lui il mio nuovo guru. Finisce la cena, il logista dell’associazione si offre di accompagnarmi alla Policia de Transito (i Vigili, o Ghisa). Arriviamo alla sede, che scopro essere dentro il carcere! Superiamo il primo controllo armato. Il secondo controllo è più facile, è lungo disteso su una panchina e se la dorme alla grande. Attraversiamo il cortile, le finestre delle celle sono tutte buie Temo che da un momento all’altro inizino a lanciare carte di giornale infuocate attraverso le sbarre. Suggestione? Entriamo nell’ufficio. Ci accolgono non molto entusiasti: altre persone, altro lavoro, altre carte da compilare. A Beira il fine-settimana la Policia de Transito non ha tregua. Spieghiamo tutto. Arriva il momento che temevo. Mi chiedono i documenti e le generalità. Anche questa volta mezz’ora per fargli capire come mi chiamo, e come si chiamano i miei genitori. Quando finisce di compilare tutti i moduli, finalmente chiama il collega motociclista e, dopo un po’ di resistenza, lo convince ad andare a pattugliare le strade in cerca della macchina che abbiamo descritto. Il Poncharello di Beira si strofina gli occhi ancora carichi di sonno, si chiude il giubbotto di pelle, indossa il casco e parte con la sua Honda 250 a cui mancano tutta una serie di pezzi, evidentemente non essenziali. Torno a casa. E così finisce la serata, uno splendido venerdì sera. E meno male che non è venerdì 17!!
Epilogo: la Policia de Transito non ha trovato il colpevole. Il logista sì. Non so se gli ha spaccato le gambe come gli avevo chiesto di fare, comunque la macchina è già in officina ed è quasi pronta.
Venerdì sera, 10 ottobre. Cena con tutti quelli dell’associazione, nessuna voglia e molto stanco, ma bisogna essere presenti. Ritrovo in coordinamento. Macchine a sufficienza -Gianluca se vuoi puoi lasciare giù la tua- -Ok la parcheggio meglio- -Anzi no, siamo in sei è meglio se la prendi- -Va bene, basta che andiamo- Arriviamo al ristorante, una fila di macchine parcheggiate, sembra più pieno del solito. Parcheggio per ultimo, dietro ad altre macchine. Entriamo. Convenevoli. Si chiacchiera. Io poco brillante. Neanche mezz’ora dal nostro arrivo, e due dei nostri che erano usciti a fumarsi una sigaretta rientrano e corrono verso di me -Vieni Gianluca, sono andati addosso alla tua macchina!- Corro fuori, faccio appena in tempo ad arrivare sul marciapiede e vedo l’altra macchina allontanarsi velocemente, mentre tutta la gente in mezzo alla strada grida -Para, para!! (ferma, ferma!!)- Il bastardo è scappato. Attraverso la strada per raggiungere la mia macchina, mentre tutti quanti continuano a gridare -MN 42 64 L 36- sembra che siano riusciti a leggere il numero di targa, ma non ci capisco nulla. Mi ammutolisco, faccia di cemento, inespressivo, bocca semiaperta ma non esce nulla, blocco della connessione cervello-bocca, mentre dentro snocciolo tutto il rosario, una serie infinita di saracche delle Molucche!! Mi parlano ma non rispondo, mi limito a constatare i danni, front e back: il figghiebbottana mi ha tamponato e mi ha spostato la macchina di almeno un metro, così ha sbattuto pure contro quella davanti (e vai di filotto!). Raccolgo qualche pezzo qua e la, e rientro mesto nel locale. Serata rovinata. Minchia a’ machena, m’ hann ruinat’a’machena (inizio a parlare portoghese come Alex Drastico)!! A tavola soliti gruppetti, chi parla delle problematiche della cooperazione internazionale (lavoro, lavoro, lavoro), chi racconta tutti i più truci e splatter casi che ha visto in ospedale, incurante di quelli che già stanno vomitando, chi non parla proprio. E io che ascolto stupito e con le lacrime agli occhi l’arringa anti-clericale di un prete stanco di questa Chiesa che non prende una posizione decisa contro tutte le brutture che ascoltiamo tutti i giorni, Bush, Berlusconi e compagnia bella. E decido che è lui il mio nuovo guru. Finisce la cena, il logista dell’associazione si offre di accompagnarmi alla Policia de Transito (i Vigili, o Ghisa). Arriviamo alla sede, che scopro essere dentro il carcere! Superiamo il primo controllo armato. Il secondo controllo è più facile, è lungo disteso su una panchina e se la dorme alla grande. Attraversiamo il cortile, le finestre delle celle sono tutte buie Temo che da un momento all’altro inizino a lanciare carte di giornale infuocate attraverso le sbarre. Suggestione? Entriamo nell’ufficio. Ci accolgono non molto entusiasti: altre persone, altro lavoro, altre carte da compilare. A Beira il fine-settimana la Policia de Transito non ha tregua. Spieghiamo tutto. Arriva il momento che temevo. Mi chiedono i documenti e le generalità. Anche questa volta mezz’ora per fargli capire come mi chiamo, e come si chiamano i miei genitori. Quando finisce di compilare tutti i moduli, finalmente chiama il collega motociclista e, dopo un po’ di resistenza, lo convince ad andare a pattugliare le strade in cerca della macchina che abbiamo descritto. Il Poncharello di Beira si strofina gli occhi ancora carichi di sonno, si chiude il giubbotto di pelle, indossa il casco e parte con la sua Honda 250 a cui mancano tutta una serie di pezzi, evidentemente non essenziali. Torno a casa. E così finisce la serata, uno splendido venerdì sera. E meno male che non è venerdì 17!!
Epilogo: la Policia de Transito non ha trovato il colpevole. Il logista sì. Non so se gli ha spaccato le gambe come gli avevo chiesto di fare, comunque la macchina è già in officina ed è quasi pronta.
venerdì 17 ottobre 2008
Parole…parole…parole…
Il Berluscazz’ è soddisfatto, e con lui, purtroppo, un bel po’ di italiani: finalmente il 16 ottobre l’Unione Europea ha dato il via libera al Patto per l’immigrazione, che “sancisce l'impegno dell'UE e degli Stati membri ad attuare una politica GIUSTA, EFFICACE e COERENTE a fronte delle sfide e delle opportunità rappresentate dalle migrazioni. Il Patto costituisce ormai per l'Unione ed i suoi Stati membri il fondamento di una politica comune dell'immigrazione e dell'ASILO, ispirata a uno spirito di SOLIDARIETÀ tra gli Stati membri e di COOPERAZIONE con i paesi terzi (www.italiannetwork.it)".
GIUSTA: ma giusta per chi? L’Europa consentirà l’ingresso dei lavoratori temporanei, ma solo quelli altamente specializzati, i ricercatori, gli uomini d’affari, gli sportivi di alto livello e gli artisti. Così questi “immigrati di alto profilo” che fino ad ora decidevano di andare verso Stati Uniti, Canada e Australia, magari si dirotteranno verso il vecchio continente. Insomma immigrati sì, ma ce li scegliamo noi, come al mercato, così ci prendiamo quello che ci serve, e i poveracci ve li lasciamo. E’ così che pensiamo di aiutare lo Sviluppo? Certo, non che i Paesi africani siano senza responsabilità, visto che alcuni di questi hanno già firmato, in cambio di finanziamenti, degli accordi esattamente in linea con il Patto (www.afrik.com).
EFFICACE: ma dopo tutti ‘sti anni ancora pensano che reprimere, vietare, aumentare i controlli siano delle soluzioni? Se tutti i giorni migliaia di disperati rischiano di morire in questi viaggi disumani, ci sarà un motivo. Forse non è che hanno tutta ‘sta scelta di cui si parla sempre, forse la flebile speranza di una vita migliore è più forte di tutte le difficoltà e di tutti i muri alle frontiere. Mi è piaciuto il commento dall’Algeria di padre Silvano Zoccarato sul sito del MISNA: “Arrivano dal Mali, dal Burkina Faso, dal Niger, si affidano a gente senza scrupoli che li lascia nei pressi del confine, poi si arrangiano come possono per sopravvivere, risalendo verso nord e verso quel sogno chiamato Europa, sfidando deserti, mari e ostilità”. Secondo lui una legislazione europea per frenare questo flusso dal sud del mondo è sostanzialmente inutile: “E’ come cercare di bloccare il corso di un fiume; prima o poi l’acqua riesce a passare e non c’è diga che tenga quando chi parte, lasciando i luoghi di origine, sa bene cosa significhino fame, povertà e guerre”.
COERENTE: ma non volevate mica la globalizzazione? Ed è questa?? Alzare sempre di più i muri, rinchiudersi nel castello, scavare un bel fossato, difese estreme contro l’orda barbarica? Cioè per capire, qualsiasi imprenditoruncolo italiano può venire in Mozambico in cerca di fortuna, ma un mozambicano la fortuna deve aspettarla a casa propria (sempre che ce l’abbia una casa).
Poi, in fatto di coerenza, l’Italia è la migliore. Parla di ASILO, COOPERAZIONE, SOLIDARIETA’, di aiuti per i Paesi terzi, e poi:
- Taglia in modo drammatico, con la prossima finanziaria, i fondi per la cooperazione, con problemi per tutte le più importanti ONG italiane.
- Riduce ulteriormente il contributo destinato al raggiungimento degli Obiettivi del millennio. Secondo i dati diffusi in aprile dal Comitato italiano per la Campagna del millennio, nel 2007 il contributo italiano non ha superato lo 0,19% del prodotto interno lordo, e sembra che nel 2009 lo stanziamento sarà pari all’incirca allo 0,10% del PIL. E questo nonostante le promesse dei vari governi di arrivare allo 0.5% entro il 2010, per poi raggiungere l’obbiettivo (già raggiunto da altri Paesi europei) dello 0.7% nel 2015. Inoltre Eveline Herkens, coordinatrice della Campagna del millennio delle Nazioni Unite, ha denunciato, oltre la quantità, anche la qualità degli aiuti italiani: su un euro di contributi, solo 21 centesimi sono davvero disponibili per gli Obiettivi del millennio.
- Scuola: approvata una mozione voluta dalla Lega che prevede l’istituzione di classi separate destinate agli studenti stranieri che non superano il test di ammissione nelle scuole, le cosiddette “classi ponte” per l’apprendimento della lingua italiana. E chi dovrebbe insegnargliela la lingua italiana, Borghezio??
Come al solito ci facciamo ridere dietro, anche se questa volta non mi sembra che gli altri Paesi europei si siano distinti per acume e spirito di solidarietà. Insomma Italia e Europa sempre più terrorizzate dal nemico oltre-confine, sempre più xenofobe, trincee sempre più profonde, muri sempre più alti, ma con l’ipocrisia di dire che “dobbiamo aiutare i Paesi in via di sviluppo”.
Ma perché non la piantano di dire cagate?! Dai ammettetelo, di aiutare ‘sti cazzo di “paesi terzi” non ve ne frega niente, gli Obiettivi del Millennio sono una minchiata e una perdita di tempo, e che si fottano tutti ‘sti poveracci colepezzarculo, l’importante è che muoiano lontano, in silenzio, senza far troppo rumore, senza disturbare il vostro sonno, che domani bisogna alzarsi presto per CREDERE, LAVORARE, PRODURRE (dal sito di Luigi Celori illuminato consigliere di Alleanza Nazionale regione Lazio, brillante in materia di sicurezza dell’immigrazione).
www.misna.org
www.nigrizia.it
www.afrik.com
www.asca.it
www.italiannetwork.it
giovedì 16 ottobre 2008
World Food Day
APPELLI PER ‘AZIONI CONCRETE’ CONTRO LA FAME
Un’azione “urgente e concertata” della comunità internazionale per contrastare l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e il rischio della fame nella mondo: è l’appello contenuto nel messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, diffuso oggi in occasione della 27ª Giornata mondiale dell’alimentazione. Il Segretario Onu ha ricordato inoltre che “i paesi poveri stanno pagando più e prima degli altri le conseguenze del carovita e dei cambiamenti climatici” e che “anche i prolungati periodi di siccità, le alluvioni e le tempeste tropicali contribuiscono a esporre milioni di persone alla malnutrizione e alla penuria d’acqua”. Timori, quelli espressi da Ban Ki-moon, condivisi dal presidente del Fondo dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Jacques Diouf, secondo cui la situazione attuale è stata causata anche dalla diminuzione degli investimenti pubblici nell’agricoltura. “I finanziamenti alle coltivazioni, in media, sono crollati dal 17% nel 1980 al 3% nel 2006 – ha detto Diouf – dobbiamo invertire immediatamente questa tendenza se intendiamo contrastare la povertà e la fame nel mondo”.
Intanto, in un rapporto diffuso oggi, l’organizzazione umanitaria Oxfam denuncia che circa un miliardo di persone nel mondo sono minacciate dalla fame e dalla crisi economica. “L’aumento indiscriminato dei prezzi di beni di prima necessità ha spinto circa 119 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà – afferma Teresa Cavero, autrice del documento e responsabile di Oxfam in Spagna – portando a 967 milioni il numero totale delle persone al mondo che in questo momento soffrono la fame”. Il documento denuncia inoltre “che alcune multinazionali del cibo, hanno visto triplicare i loro profitti, grazie a politiche agricole inadeguate e a norme commerciali inique” che hanno determinato “l’impoverimento dei piccoli agricoltori e una situazione di oligopolio inammissibile”. Il rapporto critica inoltre la risposta “inadeguata” della comunità internazionale “in termini economici e di coordinamento” anche alla luce del vertice di Roma del giugno scorso, su ‘Sicurezza alimentare, cambiamenti climatici e bioenergia’, che “non ha saputo definire strategie concrete per contrastare la situazione di crisi”.
www.misna.org
Un’azione “urgente e concertata” della comunità internazionale per contrastare l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e il rischio della fame nella mondo: è l’appello contenuto nel messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, diffuso oggi in occasione della 27ª Giornata mondiale dell’alimentazione. Il Segretario Onu ha ricordato inoltre che “i paesi poveri stanno pagando più e prima degli altri le conseguenze del carovita e dei cambiamenti climatici” e che “anche i prolungati periodi di siccità, le alluvioni e le tempeste tropicali contribuiscono a esporre milioni di persone alla malnutrizione e alla penuria d’acqua”. Timori, quelli espressi da Ban Ki-moon, condivisi dal presidente del Fondo dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Jacques Diouf, secondo cui la situazione attuale è stata causata anche dalla diminuzione degli investimenti pubblici nell’agricoltura. “I finanziamenti alle coltivazioni, in media, sono crollati dal 17% nel 1980 al 3% nel 2006 – ha detto Diouf – dobbiamo invertire immediatamente questa tendenza se intendiamo contrastare la povertà e la fame nel mondo”.
Intanto, in un rapporto diffuso oggi, l’organizzazione umanitaria Oxfam denuncia che circa un miliardo di persone nel mondo sono minacciate dalla fame e dalla crisi economica. “L’aumento indiscriminato dei prezzi di beni di prima necessità ha spinto circa 119 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà – afferma Teresa Cavero, autrice del documento e responsabile di Oxfam in Spagna – portando a 967 milioni il numero totale delle persone al mondo che in questo momento soffrono la fame”. Il documento denuncia inoltre “che alcune multinazionali del cibo, hanno visto triplicare i loro profitti, grazie a politiche agricole inadeguate e a norme commerciali inique” che hanno determinato “l’impoverimento dei piccoli agricoltori e una situazione di oligopolio inammissibile”. Il rapporto critica inoltre la risposta “inadeguata” della comunità internazionale “in termini economici e di coordinamento” anche alla luce del vertice di Roma del giugno scorso, su ‘Sicurezza alimentare, cambiamenti climatici e bioenergia’, che “non ha saputo definire strategie concrete per contrastare la situazione di crisi”.
www.misna.org
mercoledì 15 ottobre 2008
Donne rurali: da Maputo, per contare di più
In occasione della “Giornata mondiale della donna rurale”, un Forum nazionale in rappresentanza della categoria organizzato a Maputo ha rivolto un appello al governo per aumentare almeno fino al 30% la presenza femminile nei ruoli direttivi dell’amministrazione e nella politica a livello locale. Lo stesso appello è stato rivolto ai responsabili di strutture private e alle organizzazioni della società civile. Organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo della comunità, i partecipanti al Forum hanno sottolineato che nonostante la loro massiccia presenza nelle zone rurali e il contributo dato all’economia del paese le donne non godono nei fatti degli stessi diritti degli uomini e di un’adeguata rappresentanza nei posti di responsabilità. Il Forum si è concluso con l’approvazione di una Dichiarazione delle donne rurali che sarà presentato al governo e che prevede una serie di azioni di sensibilizzazione da mettere in atto nei prossimi due anni.
www.misna.org
www.misna.org
...si ricomincia...
Su google immagini digitando "caldo" è venuta fuori la locandina di 'sto trash movie che nemmeno ho mai visto. Ma dai come si fa: "lo chiamavano verità...", che tristezza. Comunque oggi è stato veramente "quel caldo maledetto giorno di fuoco". Purtroppo, anche se in lieve ritardo rispetto all'anno scorso, sta ricominciando la caldazza. Ieri la prima notte in cui abbiamo dovuto accendere il ventilatore. E sarà sempre peggio, fino ad aprile. Ce la faremo anche questa volta??
giovedì 9 ottobre 2008
La genialata
Una nuova ideona della Direzione dell'Ospedale: gli ingressi dal Pronto Soccorso nei reparti di Medicina non saranno più in base alla disponibilità letti, ma in base ai giorni. Mi spiego. Nei giorni pari i pazienti possono entrare SOLO nella Medicina 3 (uomini), i giorni dispari SOLO nella Medicina 1 (uomini). Così ti trovi, come oggi, con un reparto quasi vuoto, e con l'altro (a 10 metri!!) straripante, con pazienti per terra nelle camere e nel corridoio. Così per tutta la mattina abbiamo dovuto camminare evitando di calpestare gambe o teste per terra. Ci si può immaginare che risate con il carrello dei farmaci o con quello del pasto. Poi, ovviamente, tra tutti i posti possibili il paziente lo mettono proprio dietro la porta, così ogni volta che qualcuno entrava SBAM!! il poveraccio si pigliava la tranvata.
FAZER O QUE??
FAZER O QUE??
domenica 5 ottobre 2008
Davanti a scuola
I bambini all'uscita da scuola. Nessun genitore ad aspettarli con la macchina accesa in doppia fila. Tornano a casa da soli, i più grandi aiutano i più piccoli per attraversare la strada, mano nella mano. Guardano a destra, guardano a sinistra, e poi via di corsa. Quasi tutti con la divisa. Le bambine con le trecce, i maschi capello rasato. Zaini più grandi di loro, ma che sembrano vuoti. A piedi nudi, o con una infradito di dieci numeri in più. Passi e ti fissano, qualche timido cenno, delle grida, qualche sguardo finto-truce con aria di sfida. Mentre tornano a casa passano accanto ad altri bambini, che a scuola non ci sono andati, sono al bordo della strada per riempire grossi sacchi di sabbia, che a fatica trascineranno fino a casa. Serviranno per sistemare la casa, almeno fino alle prossime piogge.
Presa per il culo
...a Beira sono arrivati i "pezzi grossi"...
Venerdì aspettavamo una visita in università di autorità italiane per discutere diversi aspetti del progetto. Questione delicata di questi tempi con in vista i tagli alla cooperazione internazionale previsti dalla prossima finanziaria. Si prefigge un incontro interessante e importante. Anche dall'associazione ci arrivano pressioni a riguardo.
Decido allora di darmi una sistemata e mettermi giù da gara, elegante come non mai! La mattina mi alzo e dopo aver fatto i miei consueti duecento piegamenti sulle braccia (!?) inizio a prepararmi: scelgo i jeans, casual ma mai fuori luogo; abbino delle scarpe da ginnastica (altri tipi non ne ho) e una bella camicia a quadri mezze-maniche quasi boscaiolo. Una bella pettinata ai baffi, mi sciacquo la bocca con il ginseng, due saponette sotto le ascelle, un paio di arbre magique nelle scarpe e sono pronto. Per una volta in perfetto orario, 8 spaccate in università. Mi trovo con i colleghi della associazione. Aspettiamo la delegazione che ancora non si vede. E aspetta aspetta, arrivano le nove. La delegazione esce dall'ufficio del Rettore, e scopriamo che l'incontro, a cui pensavamo di partecipare, è già stato fatto, mentre eravamo fuori ad aspettare come dei pirla! Siamo in piedi, tutti in cerchio, un filo di imbarazzo generale, le "autorità" continuano a guardare l'orologio, hanno un'altro incontro in programma e devono scappare. Veloce giro dell'università, qualche foto, due chiacchere senza senso, vari convenevoli e via , tanti saluti e alla prossima.
Tolgo le saponette da sotto le ascelle e mi vien quasi voglia di lanciargliele dietro! Una incredibile presa per il culo, tempo perso per tutti noi. E pensare che 'sti qua se ne torneranno a casa convinti di averci capito di più del progetto e poter prendere le proprie decisioni, senza aver nemmeno parlato con chi il progetto lo porta avanti, tutti i giorni. Perchè invece di tagliare i fondi dei progetti non tagliano qualche stipendio e qualche biglietto aereo per visite assolutamente inutili?
Venerdì aspettavamo una visita in università di autorità italiane per discutere diversi aspetti del progetto. Questione delicata di questi tempi con in vista i tagli alla cooperazione internazionale previsti dalla prossima finanziaria. Si prefigge un incontro interessante e importante. Anche dall'associazione ci arrivano pressioni a riguardo.
Decido allora di darmi una sistemata e mettermi giù da gara, elegante come non mai! La mattina mi alzo e dopo aver fatto i miei consueti duecento piegamenti sulle braccia (!?) inizio a prepararmi: scelgo i jeans, casual ma mai fuori luogo; abbino delle scarpe da ginnastica (altri tipi non ne ho) e una bella camicia a quadri mezze-maniche quasi boscaiolo. Una bella pettinata ai baffi, mi sciacquo la bocca con il ginseng, due saponette sotto le ascelle, un paio di arbre magique nelle scarpe e sono pronto. Per una volta in perfetto orario, 8 spaccate in università. Mi trovo con i colleghi della associazione. Aspettiamo la delegazione che ancora non si vede. E aspetta aspetta, arrivano le nove. La delegazione esce dall'ufficio del Rettore, e scopriamo che l'incontro, a cui pensavamo di partecipare, è già stato fatto, mentre eravamo fuori ad aspettare come dei pirla! Siamo in piedi, tutti in cerchio, un filo di imbarazzo generale, le "autorità" continuano a guardare l'orologio, hanno un'altro incontro in programma e devono scappare. Veloce giro dell'università, qualche foto, due chiacchere senza senso, vari convenevoli e via , tanti saluti e alla prossima.
Tolgo le saponette da sotto le ascelle e mi vien quasi voglia di lanciargliele dietro! Una incredibile presa per il culo, tempo perso per tutti noi. E pensare che 'sti qua se ne torneranno a casa convinti di averci capito di più del progetto e poter prendere le proprie decisioni, senza aver nemmeno parlato con chi il progetto lo porta avanti, tutti i giorni. Perchè invece di tagliare i fondi dei progetti non tagliano qualche stipendio e qualche biglietto aereo per visite assolutamente inutili?
4 ottobre
Il 4 ottobre 1992, dopo 27 mesi di negoziato, FRELIMO e RENAMO, anche grazie alla mediazione italiana e nel particolare della Comunità di Sant'Egidio, hanno firmato gli Accordi di Pace di Roma definendo congiuntamente una nuova costituzione democratica.
giovedì 2 ottobre 2008
Letti vuoti
Un giorno come tanti nel reparto di Medicina Interna dell'Ospedale Centrale di Beira. Arrivi la mattina e trovi dei letti vuoti che fino alla sera prima erano occupati: altre morti nella notte.
Ne muoiono veramente tanti, troppi, e molti giovani. A volte te lo aspetti, viste le condizioni in cui arrivano i pazienti, a volte ci rimani proprio male, come mi è capitato negli ultimi due giorni.
La triade è sempre a stessa: HIV/AIDS, tubercolosi, malaria. In questa provincia i dati parlano di una prevalenza di HIV circa del 30% (1 su 3!!). In ospedale sono quasi tutti seropositivi, tanto che quando un Test HIV viene negativo non ci credi.
E' veramente sconcertante, e sconfortante.
Ne muoiono veramente tanti, troppi, e molti giovani. A volte te lo aspetti, viste le condizioni in cui arrivano i pazienti, a volte ci rimani proprio male, come mi è capitato negli ultimi due giorni.
La triade è sempre a stessa: HIV/AIDS, tubercolosi, malaria. In questa provincia i dati parlano di una prevalenza di HIV circa del 30% (1 su 3!!). In ospedale sono quasi tutti seropositivi, tanto che quando un Test HIV viene negativo non ci credi.
E' veramente sconcertante, e sconfortante.
Iscriviti a:
Post (Atom)