Sviluppo? Le Multinazionali paghino le tasse
“Gli uomini d’affari hanno la responsabilità di pagare le tasse. Di pagare giuste tasse”: così il ministro delle Finanze del Sudafrica, Pravin Gordhan, si è rivolto alla platea del World economic forum on Africa in corso da Mercoledì a Dar es Salaam (in Tanzania) prima di snocciolare i dati secondo cui l’Africa, spesso dipinta dagli investitori stranieri come troppo rischiosa per investire, perde ogni anno tra i 200 e i 400 miliardi di dollari in fuga di capitali, da parte di grandi aziende che realizzano super-profitti evadendo le tasse o imbrogliando il fisco. Ribadendo la competitività dell’Africa in materia di ritorno degli investimenti a livello internazionale, Gordhan ha ribadito a più riprese come numerose aziende internazionali, attive soprattutto nei settori minerari e delle comunicazioni, abbiano realizzato super profitti negli ultimi 10 anni in Africa, sottolineando al contempo come questi profitti troppo spesso non si traducano in tasse adeguate e quindi in un guadagno equivalente per i paesi in cui si investe. La critica è stata condivisa da altri esponenti politici africani che hanno portato alcuni esempi dei propri paesi, a cominciare dalla Tanzania dove le aziende minerarie si stanno opponendo con forza ad un nuovo progetto di legge che rivede la tassazione del settore, o dove le multinazionali delle telecomunicazioni che da anni operano nel paese rifiutano l’iscrizione obbligatoria nel indice azionario nazionale. Ad accogliere con disappunto le parole del ministro, sono stati invece alcuni rappresentanti del mondo dell’industria e della finanza operanti in Africa. Prendendo la parola dopo il ministro Gordhan, la rappresentante sudafricana di una nota multinazionale con sede in Inghilterra attiva nel settore minerario (Arcelor Mittal) ha reagito stizzita accusando i governi del continente di cambiare troppo rapidamente le proprie politiche fiscali e sottolineando che l’industria in Africa soffre altri problemi come la mancanza di fornitura elettrica stabile. Per difendere e rafforzare la posizione del ministro sudafricano, però, nei loro interventi sia il presidente del Mozambico che quello della Banca di sviluppo africana, hanno sottolineato come l’Africa sia il fanalino di coda internazionale in materia di raccolta tasse in proporzione al Prodotto interno lordo.
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