mercoledì 3 ottobre 2007

03.10.07


La bici è un bel modo di girare per Beira...riesci meglio ad osservare la reltà che ti circonda, quasi fosse a rallentatore; e ti soffermi su qualcosa che per un motivo o per l'altro ti colpisce; delle istantanee che salvi e archivi; flash di vita quotidiana. Oggi ho "registrato" 2 di questi flash.
Ho incrociato un camion che portava della gente a lavorare fuori città: pensavo che stesse per esplodere da tante persone erano accalcate sul rimorchio, stipate all'inverosimile e appese da ogni parte, arrivavano quasi fino a terra; ma la cosa che mi ha colpito di più era sentire le voci delle donne intonare un belissimo canto che si faceva strada in questa calca umana.
Vicino ad un campo stanno costruendo una recinzione in muratura; una fila infinita di uomini uno accanto all'altro, ognuno con il proprio mattone forato da appoggiare, mooooolto lentamente, sul muro in costruzione, mentre altrettanti dall'altra parte stendono lo strato di cemento, e in 3 o 4 controllano il lavoro o prendono le misure: proprio come un tipico cantiere del bergamasco!
Qui il tempo scorre in modo differente; ti accorgi subito, appena arrivi, dei ritmi diversi. Gli stessi movimenti sono più lenti. E ti devi abituare, se non vuoi impazzire. Se ti guardi attorno vedi che sono solo i Muzungu che si affrettano, sempre di corsa, sempre con l'orologio davanti agli occhi, con l'ansia del "fare" che ci contraddistignue. E scopri di essere l'unico ad essere in orario, o addirittura in anticipo, e allora pensi che forse è meglio adeguarsi un po' se non vuoi rimanere sempre ad aspettare come un pirla! Spero di perdere presto i ritmi frenetici da milanese, che qui ti impediscono di cogliere fino in fondo le sfumature di una realtà che , in due anni, spero di osservare, sentire, odorare (capire?).

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