sabato 6 ottobre 2007

2003. Lettera di Mia Couto a George W. Bush

Presidente Bush, sono uno scrittore di una nazione povera, un paese che è già stato incluso nella vostra lista nera. Milioni di mozambicani ignorano che male vi abbiano fatto. Siamo piccoli e poveri: che minaccia possiamo rappresentare? La nostra arma di distruzione di massa, in fondo, è rivolta verso di noi: è la fame, la miseria. Ebbene io, povero scrittore di un povero paese, ho fatto un sogno. Come Martin Luther King una volta sognò che l'America era la nazione di tutti gli americani. Ho sognato che non ero un uomo, ma un Paese. Sì, un Paese che non riusciva a dormire perché viveva spaventato da cose terribili. Quel timore mi ha portato a esprimere una richiesta che, nel sogno, aveva a che vedere con Lei, caro Presidente. Esigevo che gli Stati Uniti d'America procedessero con l'eliminazione delle loro armi di distruzione di massa. Esigevo inoltre che ispettori delle Nazioni Unite fossero inviati nel vostro Paese. I fatti che alimentavano il mio sospetto purtroppo erano reali, e non prodotti dal sogno. La lista è cosi lunga che ne sceglierò soltanto qualcuno. Eccoli.
- Gli Stati Uniti sono l'unica nazione al mondo che ha lanciato bombe atomiche su altre nazioni; il suo Paese è stato l'unico ad essere condannato per "uso illegittimo della forza" dal Tribunale Internazionale di Giustizia;
- Le forze americane hanno istruito e armato fondamentalisti islamici fra i più estremisti (compreso il terrorista Bin Laden) col pretesto di rovesciare gli invasori russi in Afghanistan; il regime di Saddam Hussein è stato appoggiato dagli Stati Uniti mentre metteva in atto le peggiori atrocità contro iracheni (compreso il massacro dei curdi con i gas);
- Come molti altri leader legittimi, l'africano Patrice Lumumba venne assassinato con l'aiuto della CIA (fu arrestato e torturato, poi gli spararono in testa e il suo corpo venne disciolto nell'acido cloridrico);
- Come tanti altri fantocci, Mobutu Seseseko venne posto al potere da vostri agenti, e concesse speciali servizi allo spionaggio americano; l'invasione di Timor Est da parte dei militari indonesiani ha ottenuto l'appoggio degli Stati Uniti; nell'agosto del 1998, le forze aeree degli Stati Uniti hanno bombardato in Sudan una fabbrica di medicinali, chiamata Al-Shifa. Un errore? No, si trattava di una rappresaglia in seguito agli attentati di Nairobi e Dar-es-Saalam.
- Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, gli Stati Uniti hanno bombardato: la Cina (1945-46), la Corea e la Cina (1950-53), il Guatemala (1954), l'Indonesia (1958), Cuba (1959-1961), il Guatemala (1960), il Congo (1964), il Peru (1965), il Laos (1961-1973 ), il Vietnam (1961-1973), la Cambogia (1969-1970), il Guatemala (1967-1973), Grenada (1983), il Libano (1983-1984), la Libia (1986), il Salvador (1980), il Nicaragua (1980),l'Iran (1987), Panama (1989),l'Iraq (1990-2001), il Kuwait (1991), la Somalia (1993), la Bosnia (1994-95), il Sudan (1998), I'Afganistan (1998), la Jugoslavia (1999). S
vegliandomi, sono passato dall'incubo del sonno a quello della realtà. La guerra che Lei, Signor Presidente, si è ostinato a voler intraprendere, ci potrà liberare da un dittatore. Ma diventeremo tutti più poveri. Avremo meno speranza in un futuro governato dalla ragione e dalla morale. Avremo meno fiducia nella forza regolatrice delle Nazioni Unite. Resteremo, alla fine, più soli e abbandonati. Signor Presidente, l'Iraq non è Saddam. Sono 22 milioni di madri e figli e di uomini che lavorano e sognano come fanno i comuni nordamericani (...) Alla fine, ci libereremo di Saddam. Ma continueremo ad essere prigionieri della logica della guerra e dell'arroganza. Non voglio che i miei figli (né i suoi) vivano dominati dal fantasma della paura. E che pensino che, per vivere tranquilli, abbiano bisogno di costruirsi una fortezza. E che saranno solo al sicuro quando dovranno spendere fortune in armamenti. Il vescovo americano Monsignor Robert Bowan, le ha scritto, alla fine dell'anno scorso, una lettera intitolata: «Perché il mondo odia gli Stati Uniti?». Bowman, vescovo delta chiesa cattolica della Florida, ha combattuto in Vietnam. Sa cos'è la guerra, e ha scritto: "Siamo obbiettivo dei terroristi perché, nella maggior parte del mondo, il nostro governo ha difeso la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento degli esseri umani. Siamo obbiettivo dei terroristi perché siamo odiati. E siamo odiati perché il nostro governo commette cose odiose". La maggior minaccia che incombe sull'America non sono gli armamenti degli altri ma l'universo di menzogne che si è creato intorno ai vostri cittadini. Il pericolo non è il regime di Saddam, né nessun altro regime. Bensì il sentimento di superiorità che sembra animare il suo governo. Il suo nemico principale non è fuori. E' dentro agli Stati Uniti. Io vorrei poter festeggiare la caduta di Saddam Hussein. E festeggiare con tutti gli americani. Ma senza ipocrisia, senza argomenti ad uso di minorati mentali. Perché noi, caro Presidente Bush, noi, i popoli dei paesi piccoli, abbiamo un'arma di costruzione di massa: la capacità di pensare.
Mia Couto

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