Outreach
Domenica scorsa sono finalmente uscito dalle quattro mura del centro per il colera per visitare altri centri periferici che appoggiamo nelle zone circostanti.
Eravamo io e M, infermiera giapponese.
Attraversiamo una lingua d'asfalto lungo la pianura dell'Artibonite. distese di campi coltivati. principalmente riso, mais e fagioli. dolci pendii fanno da cornice.
attraversiamo qualche piccola cittadina. piccoli negozietti sgarrupati ai lati della strada. merce di qualsiasi tipo esposta, ovviamente tutto di recupero. moto-taxi ovunque. venditori vari. sostanzialmente un sacco di gente per strada.
ad un certo punto svoltiamo a destra. inizia una strada secondaria. sterrato. si va verso le montagne. e iniziano i piccoli villaggi. gente di montagna. spariscono le macchine. noi siamo gli unici gipponi a passare accanto alle capanne coprendo tutto di polvere. incrociamo solo moto-taxi. uno-due-tre persone più il carico. su discese terrificanti con freni precari. un suicidio!
passiamo qualche torrente. la strada inizia ad arrampicarsi sul pendio della montagna. una ripida serpentina ci porta in cima. la vista è spettacolare. da qui si domina tutta la vallata.
passiamo accanto a piccoli gruppi di case. costruzionoi semplici. differenti dalla città. sembra di essere sulle colline ruandesi. mi tornano alla mente molte cose.
le moto cedono il passo ad asini e cavalli. qui gli unici mezzi di trasporto.
bambini-pastori ci guardano un po' disorientati. ci salutano.
qualcuno addirittuta mi grida "colera!!!". minchia che bella fama!
arriviamo al centro per il trattamento del colera.
piccolo. pochi pazienti. poco staff. sembra il nostro CTC in miniatura.
visito i pazienti insieme alla infermiera haitiana. ha fatto un buon lavoro. discutiamo insieme i casi più gravi. poi passo a vedere i casi più tranquilli.
inizio a parlare creolo. solita reazione. risata. stupore. poi attaccano a parlarmi contenti.
esaurisco tutto il mio repertorio. ci facciamo qualche bella risata. costringo tutti i pazienti a stracannarsi gran bicchieroni di SRO (sale di reidratazione orale). mi siedo accanto ad una anziana signora. rompo il ghiaccio con i convenevoli creoli. è contenta di vedere un medico. inizia a parlarmi di tutti gli acciacchi di una vita. mi perdo e chiedo aiuto per la traduzione.
poi controlliamo lo stock e scarichiamo il materiale che abbiamo portato per coprire le necessità dei prossimi giorni. è già tardi.
salutiamo e torniamo verso casa. lungo il tragitto tento di rubare foto dalla macchina in corsa. non posso chiedere all'autista di fermarsi ogni cinque minuti. sembro un bambino alla prima gita scolastica.
faccia fuori dal finestrino
dito sul pulsante
mille foto al minuto
stile giapponese.
e dire che la mia collega (giapponese appunto) non ce l'ha nemmeno la macchina fotografica!
luoghi comuni.
arriviamo a casa. quasi mi dispiace. è stata una giornata veramente interessante.
la cosa positiva è che dovrò tornare ancora nei centri in periferia per nuovi controlli medici.
non vedo l'ora...
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