giovedì 2 dicembre 2010

Giornata contro l'AIDS

MOZAMBICO

A Beira, donne e solidarietà

Le “mamme sieropositive” camminano molto, bussano alle porte, raccolgono notizie, soprattutto aiutano. Siamo a Beira, un grande porto dell’Oceano Indiano, e qui uno su cinque ha il virus dell’aids. “Il loro compito è sostenere le donne sieropositive da un punto di vista psicologico e sociale” dice alla MISNA Andrea Atzori, un esperto dell’organizzazione italiana Medici con l’Africa Cuamm che lavora in Mozambico da anni. Di recente, le “mamme sieropositive” si sono costituite in associazione. Sanno di essere fortunate perché, grazie a un difficile lavoro di prevenzione, i loro figli non hanno il virus dell’aids. Ora, con l’aiuto di tre centri di assistenza medica, vogliono dirlo anche alle altre: fate il test e, se siete sieropositive come noi, curatevi e proteggete i vostri bambini. Contrastare la trasmissione del virus da madre a figlio è fondamentale a Beira, una delle zone più difficili del Mozambico, uno dei paesi più difficili d’Africa. “Qui – dice Atzori - l’aids è ancora un’emergenza”. L’aumento del numero delle persone in cura è un fatto positivo, ma sul piano della prevenzione e della costanza nel trattamento resta molto da fare. Le “mamme sieropositive” di Beira vanno a trovare chi ha smesso di prendere i farmaci e cercano di capire perché lo ha fatto. Il loro lavoro aiuta a mantenere vivo il legame tra le comunità e ospedali cittadini non sempre forniti di anti-retrovirali, farmaci che devono essere assunti in modo regolare e per tutta la vita. La lotta contro l’abbandono della cura è una degli impegni più importanti a sud del Sahara, anche perché non è possibile capire se e quando saranno disponibili profilassi efficaci. “La ricerca può aiutare molto – sostiene Atzori – ma programmare gli interventi pensando che domani ci sarà il vaccino sarebbe sbagliato”.

Fonte: Misna

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