venerdì 1 aprile 2011

un nuovo ciclo

settimana scorsa sono andato con l’amico M. a vedere un film al festival del cinema africano d’asia e america latina.
titolo: ways of the sea
boat people che dalle filippine tentano una disperata traversata per cercare “fortuna” in malesia. uno dei tanti viaggi della speranza.
molto attuale, direi.
migranti e lampedusa. tutti ne parlano. molti a sproposito. con commenti del cazzo. sempre più beceri. dai politici (tra cui, ictus o non ictus, non spiccano molti cervelli ancora funzionanti!) passando per amici e conoscenti, fino all’uomo della strada.
un gestore di ristorante, esempio tra tanti. che l’altro giorno ho sentito vantarsi, spocchioso, con gli amici di essere nato e cresciuto nella stessa via in una zona centrale di milano. beh congratulazioni! e chissà che apertura mentale! e infatti, subito dopo:
-dovreste ringraziarmi! almeno io (con la mia attività nda) vi tengo fuori dal quartiere neGri e cinesi!-
cazzo un illuminato!!!
come se il problema dell’italia fossero loro. il capro espiatorio per la nostra insoddisfazione. la sindrome del sergente maggiore. riversare la propria frustrazione sulla recluta. sul debole.
i calci in culo vanno sempre verso il basso. è più facile. più sicuro.
comunque dicevo...
film molto bello e ben fatto. che davanti a una birretta ci ha stimolato un’interessante discussione.
diamo per assodato che quello delle migrazioni è un fenomeno irreversibile. da sempre ci si sposta in base alla maggiore possibilità di sopravvivenza. lo si vede anche in natura. le mandrie cercano pascoli più verdi. il branco cerca zona più ricche di acqua. dalla campagna ci si sposta verso la città. dall’italia si va all’estero in cerca di lavoro. lo facevamo prima (e ce ne siamo dimenticati!). lo facciamo adesso, con le fughe dei cervelli. nello stesso modo persone disperate fuggono da guerre e miseria in cerca di un futuro migliore. non fa una grinza. assolutamente legittimo.
certo. è anche vero che posto per tutti non ce n’è. e la nostra economia non può assorbire tutto il flusso dal sud del mondo. e le risorse sono limitate, e stanno finendo. ma questo è un problema nostro, perché l’abbiamo creato noi.
anno dopo anno ci siamo mangiati tutto.
abbiamo finito le nostre risorse e sfruttato quelle degli altri.
abbiamo massacrato il pianeta (che ci si sta rivoltando contro).
non abbiamo creato nulla di lontanamente sostenibile.
abbiamo creato un benessere che dipende dalla miseria degli altri. di tutti quei paesi che abbiamo violentato, in africa come in sud america.
abbiamo contribuito a creare le situazioni da cui milioni di persone stanno scappando. ma non ne accettiamo le conseguenze. rifiutiamo ospitalità a disperati, che noi abbiamo reso tali.
troppo comodo.
ma quando vai a mangiare al ristorante, dopo non ti presentano il conto!?!
beh, mangiare abbiamo mangiato! e adesso ci stanno presentando il conto.
giustamente!
allora c’è solo una cosa da fare.
alzare le braccia e aspettare
lasciare che questa società decadente venga conquistata
colonizzata
è il loro turno
un nuovo ciclo
noi la nostra occasione l'abbiamo sprecata
adesso tocca a loro
e magari faranno meglio di noi.

Nessun commento: