Toliara: piccola cittadina di mare che ha visto periodi migliori per il turismo. Lungomare costellato di locali chiusi. Una fila chilometrica di Riscio' vuoti in attesa di un cliente. Alberghi deserti. La crisi politica di questo ultimo anno ha messo in ginocchio la popolazione, qui come in tutto il Madagascar. Sopravvivono, ma non sembra che se la passino bene. I pochi turisti sono, ovviamente, bersagliati senza tregua. Incontriamo un ragazzo italiano bloccato qui da un anno. Ci dipinge un quadro disastroso della zona Ci racconta che qui le ragazzine si vendono per pochi soldi ai bianchi vecchi e bavosi. La sera stessa, alla nostra pensione, lo vediamo coi nostri occhi. Che tristezza.
Anakao: dopo tre ore appollaiati su una piroga a motore arriviamo ad Anakao, a sud di Toliara. Una interminabile lingua di sabbia chiara bagnata da un mare turchese. Un paradiso. Ancora una volta la tenda ci fa risparmiare, e ci concediamo il lusso di una cena in riva al mare a base di pesce fresco grigliato. Unica pecca...dal vicino villaggio di pescatori, in festa da tre giorni, ci raggiungono due cose:
- una musica terribile sparata in aria tutta la notte da un altoparlante gracchiante
-una serie di stronzi galleggianti formato famiglia , portati dalla corrente. Infatti tutti gli abitanti del villaggio cagano con naturalezza sulla spiaggia (anche mentre passeggi romanticamente al tramonto!). Sembra che per loro sia ''disdicevole'' cagare in una latrina in casa...vabbuo'!
Adesso siamo di nuovo nella capitale, Antananarivo. Arrivati dopo una notte in cui abbiamo percorso tutta la Route Nationelle 7 incastrati nel solito furgoncino: 950 Km in più o meno diciotto ore. Culo rotto e freddo della madonna!!
Domani si vola verso nord...
lunedì 28 settembre 2009
giovedì 24 settembre 2009
Madagascar n.2
Ma come cazzo fanno sti francesi? La tastiera è tutta girata!! Sto impazzendo per trovare la A!! E poi collegamento lentissimo...per cui breve aggiornamento:
Siamo arrivati a Toliara, nel sud-ovest del Mada, dopo aver attraversato le magnifiche Highlands, che tutti gli italiani snobbano per le più fichette spiagge del nord! Paesaggi incredibili che cambiano completamante ogni viaggio.
Ambositra: verdi colline terrazzate per le risaie, infiniti specchi d'acqua sui pendii. Un paesino di montagna dove regnano le guide turistiche e i riscio' (mi sa che non si scrive cosi'). Qui abbiamo visitato i villaggi vicini, tra paesaggi stupendi e piccoli agglomerati di case fatte con legno intagliato. La notte freddo e ossa rotte nella tenda.
Ranomafana: circondata dall'intenso verde della foresta. Nel Parco Nazionale abbiamo finalmente visto i lemuri, anche se non ci hanno accolto con canti e danze come nel film Madagascar!
Ranohira: vedute mozzafiato, terra rossa, erba bruciata dal sole e campi di grano. Tutto intorno picchi rocciosi tipo Grand Canyon. Qui due giorni di trekking tra cascate, piscine naturali e camminate tra le rocce dei canyon. Anche qui un sacco di lemuri, che ormai sono i miei animali preferiti!
Domani in piroga (a motore) verso il paradiso della spiaggia di Anakao, per riprenderci da una settimana tra mega-camminate e viaggi stra-scomodi!!
PS1 con il francese ce la stiamo cavando (si sopravvive), anche se mi sembra di essere un misto tra Toto' alla stazione di Milano e Abbadantuono a Marrakesh!!
PS2 qui con i turisti sono veramante figg'e'puttana. Cercano sempre di inchiappettarti, soprattutto alle stazioni degli autobus, con prezzi sempre più alti. Addirittura negli uffici scrivono prezzi falsi da farti vedere (scriveremo alla Lonely Planet); A Fianar abbiamo litigato per due ore con tutta la stazione ma alla fine la giustizia ha trionfato e ci hanno ridato i soldi (non ci speravo!!);
PS3 viaggiare in Taxi-brusse (tipo chapa del Moz) è divertente ma un po' scomodo, anche se i paesaggi che ti scorrono davanti agli occhi ti fanno sopportare le sette ore passate con
la musica malgascia a tutto volume nelle orecchie,
il tuo ginocchio in bocca,
il gomito del vicino nel fianco e
il ferro del sedile nel culo!!!
Siamo arrivati a Toliara, nel sud-ovest del Mada, dopo aver attraversato le magnifiche Highlands, che tutti gli italiani snobbano per le più fichette spiagge del nord! Paesaggi incredibili che cambiano completamante ogni viaggio.
Ambositra: verdi colline terrazzate per le risaie, infiniti specchi d'acqua sui pendii. Un paesino di montagna dove regnano le guide turistiche e i riscio' (mi sa che non si scrive cosi'). Qui abbiamo visitato i villaggi vicini, tra paesaggi stupendi e piccoli agglomerati di case fatte con legno intagliato. La notte freddo e ossa rotte nella tenda.
Ranomafana: circondata dall'intenso verde della foresta. Nel Parco Nazionale abbiamo finalmente visto i lemuri, anche se non ci hanno accolto con canti e danze come nel film Madagascar!
Ranohira: vedute mozzafiato, terra rossa, erba bruciata dal sole e campi di grano. Tutto intorno picchi rocciosi tipo Grand Canyon. Qui due giorni di trekking tra cascate, piscine naturali e camminate tra le rocce dei canyon. Anche qui un sacco di lemuri, che ormai sono i miei animali preferiti!
Domani in piroga (a motore) verso il paradiso della spiaggia di Anakao, per riprenderci da una settimana tra mega-camminate e viaggi stra-scomodi!!
PS1 con il francese ce la stiamo cavando (si sopravvive), anche se mi sembra di essere un misto tra Toto' alla stazione di Milano e Abbadantuono a Marrakesh!!
PS2 qui con i turisti sono veramante figg'e'puttana. Cercano sempre di inchiappettarti, soprattutto alle stazioni degli autobus, con prezzi sempre più alti. Addirittura negli uffici scrivono prezzi falsi da farti vedere (scriveremo alla Lonely Planet); A Fianar abbiamo litigato per due ore con tutta la stazione ma alla fine la giustizia ha trionfato e ci hanno ridato i soldi (non ci speravo!!);
PS3 viaggiare in Taxi-brusse (tipo chapa del Moz) è divertente ma un po' scomodo, anche se i paesaggi che ti scorrono davanti agli occhi ti fanno sopportare le sette ore passate con
la musica malgascia a tutto volume nelle orecchie,
il tuo ginocchio in bocca,
il gomito del vicino nel fianco e
il ferro del sedile nel culo!!!
mercoledì 16 settembre 2009
Madagascar n.1
Johannesburg in un giorno:
ore 4: arrivo alla stazione degli autobus. Corsa in Taxi all'ostello.
ore 5: per farci andare nella camerata a dormire ci chiedono di pagare l'intera notte, sti bastardi! Resistiamo sul divano. Alla fine cedono loro!
ore 10: colazione alla mega-caffetteria. Seduti al tavolo solo bianchi 'ncruattati. A servire ai tavoli...solo neri (?)
ore 10.30: frastornati da tutto il bendiddio assaporiamo il primo croissant dopo un anno!!
ore 11: camminata nel quartiere. Tutti bianchi. E tutti in macchinoni. Mega villoni tipo Beverly Hills. Bellissimi giardini. Alte recinzioni. Filo spinato o con corrente elettrica.
ore 12: Ne all'ostello ne all'ufficio del turismo qualcuno ci dice cosa cazzo c'è da vedere in sta città. Decidiamo di fare un giro in centro (di solito funziona!).
ore 12.30: prendiamo un mini-bus collettivo (anche per la nostalgia degli chapa mozambicani!). Qui solo neri. Usciamo dall'artificialità della zona residenziale. Inizia la città. Attraverso il finestrino scorrono immagini che ho già visto nei film ammerecani, tipo Harlem a New York.
ore 13: scendiamo alla fermata degli chapa e camminiamo verso il centro città. Palazzoni. Strade affollate. Mercatini. Confusione. E' incredibile. Non vediamo un solo bianco in mezz'ora di camminata. Ci sediamo a riposare e ci viene il dubbio che l'integrazione sia solo una bella teoria.
ore 15: Mini-bus per Melville, quartiere con eventi musicali e locali.
ore 15.30: Ci troviamo a Marvin, o qualcosa del genere, quartiere popolare periferico. Restiamo sullo chapa e torniamo indietro.
ore 16: decidiamo di tornare verso l'ostello. Chiediamo indicazioni ma sembra che nessuno in sta merda di città sappia arrivare nella zona nord. Gandhi Square, piazza degli autobus nel centro città, duemila fermate. Nessun cartello. Poche indicazioni. Finalmente un ragazzo ci illumina: dovete prendere l'80.
ore 16.30: iniziamo a vedere qulche bianco che spunta dagli uffici.
ore 17: dopo un'ora di attesa e dueppalle enormi arriva l'80. Due piani di Bus.
ore 17.30: imbottigliati nel traffico post-ufficio (stringo le chiappe immaginandomi tra pochi mesi fermo nella tangenziale di Milano!).
ore 18: arrivati.
Conclusione n.1 se sei un turista senza macchina o tanti soldi e hai poco tempo...stattene in albergo a leggere un buon libro.
Conclusione n.2 incredibile come si avverta la netta divisione tra la città bianca e quella nera.
Conclusione n.3 dopo due anni a Beira tanto sfarzo ti lascia perplesso.
MADAGASCAR
Antananarivo (come se fosse Antani):
Altitudine 1500 metri. Luce forte. Colori vivi. Mal di testa e raspino in gola (inquinamento?). Tutto un sali-scendi. Case strette. Scalinate spacca-gambe dappertutto. Gente differente alla "Africa" a cui siamo abituati. Bassini. Pelle più chiara. Tratti asiatici. Nessuna sensazione di pericolo. Tutti gentili. Venditori ambulanti. Povertà. Un po' di immondizia in giro. A tratti odori forti di piscioemmerda. Traffico. Macchine scassatissime: 2CV, R4, Peugeot 106. Giro in taxi su una duecavalli che arranca sulle ripide salite...mitico!! Visita guidata (è impossibile dire di no alle duecento guide locali che ti assaltano) alla zona alta, dove si trova l'antico palazzo reale (che è fady, ossia taboo, indicare con l'indice teso). Qui si domina la città. Scorci bellissimi nelle viottole tra le casette dai tetti spioventi. Balconcini con i panni stesi e fiori. Sembra di essere in un paesino di montagna. Tra tutte le cose che ci dice Patrick, la nostra guida che parla anche italiano, una mi rimane impressa più di tutte: ancora adesso in Madagascar, è obbligatorio circoncidere i propri figli. E secondo l'antica tradizione malgascia, il nonno materno (è una società matriarcale) accetta nella famiglia il nuovo nipote mangiandone il prepuzio con una banana! Per poco non vomitiamo davanti al palazzo reale, sarà fady pure questo?
Domani si va verso sud, nelle highlands...
ore 4: arrivo alla stazione degli autobus. Corsa in Taxi all'ostello.
ore 5: per farci andare nella camerata a dormire ci chiedono di pagare l'intera notte, sti bastardi! Resistiamo sul divano. Alla fine cedono loro!
ore 10: colazione alla mega-caffetteria. Seduti al tavolo solo bianchi 'ncruattati. A servire ai tavoli...solo neri (?)
ore 10.30: frastornati da tutto il bendiddio assaporiamo il primo croissant dopo un anno!!
ore 11: camminata nel quartiere. Tutti bianchi. E tutti in macchinoni. Mega villoni tipo Beverly Hills. Bellissimi giardini. Alte recinzioni. Filo spinato o con corrente elettrica.
ore 12: Ne all'ostello ne all'ufficio del turismo qualcuno ci dice cosa cazzo c'è da vedere in sta città. Decidiamo di fare un giro in centro (di solito funziona!).
ore 12.30: prendiamo un mini-bus collettivo (anche per la nostalgia degli chapa mozambicani!). Qui solo neri. Usciamo dall'artificialità della zona residenziale. Inizia la città. Attraverso il finestrino scorrono immagini che ho già visto nei film ammerecani, tipo Harlem a New York.
ore 13: scendiamo alla fermata degli chapa e camminiamo verso il centro città. Palazzoni. Strade affollate. Mercatini. Confusione. E' incredibile. Non vediamo un solo bianco in mezz'ora di camminata. Ci sediamo a riposare e ci viene il dubbio che l'integrazione sia solo una bella teoria.
ore 15: Mini-bus per Melville, quartiere con eventi musicali e locali.
ore 15.30: Ci troviamo a Marvin, o qualcosa del genere, quartiere popolare periferico. Restiamo sullo chapa e torniamo indietro.
ore 16: decidiamo di tornare verso l'ostello. Chiediamo indicazioni ma sembra che nessuno in sta merda di città sappia arrivare nella zona nord. Gandhi Square, piazza degli autobus nel centro città, duemila fermate. Nessun cartello. Poche indicazioni. Finalmente un ragazzo ci illumina: dovete prendere l'80.
ore 16.30: iniziamo a vedere qulche bianco che spunta dagli uffici.
ore 17: dopo un'ora di attesa e dueppalle enormi arriva l'80. Due piani di Bus.
ore 17.30: imbottigliati nel traffico post-ufficio (stringo le chiappe immaginandomi tra pochi mesi fermo nella tangenziale di Milano!).
ore 18: arrivati.
Conclusione n.1 se sei un turista senza macchina o tanti soldi e hai poco tempo...stattene in albergo a leggere un buon libro.
Conclusione n.2 incredibile come si avverta la netta divisione tra la città bianca e quella nera.
Conclusione n.3 dopo due anni a Beira tanto sfarzo ti lascia perplesso.
MADAGASCAR
Antananarivo (come se fosse Antani):
Altitudine 1500 metri. Luce forte. Colori vivi. Mal di testa e raspino in gola (inquinamento?). Tutto un sali-scendi. Case strette. Scalinate spacca-gambe dappertutto. Gente differente alla "Africa" a cui siamo abituati. Bassini. Pelle più chiara. Tratti asiatici. Nessuna sensazione di pericolo. Tutti gentili. Venditori ambulanti. Povertà. Un po' di immondizia in giro. A tratti odori forti di piscioemmerda. Traffico. Macchine scassatissime: 2CV, R4, Peugeot 106. Giro in taxi su una duecavalli che arranca sulle ripide salite...mitico!! Visita guidata (è impossibile dire di no alle duecento guide locali che ti assaltano) alla zona alta, dove si trova l'antico palazzo reale (che è fady, ossia taboo, indicare con l'indice teso). Qui si domina la città. Scorci bellissimi nelle viottole tra le casette dai tetti spioventi. Balconcini con i panni stesi e fiori. Sembra di essere in un paesino di montagna. Tra tutte le cose che ci dice Patrick, la nostra guida che parla anche italiano, una mi rimane impressa più di tutte: ancora adesso in Madagascar, è obbligatorio circoncidere i propri figli. E secondo l'antica tradizione malgascia, il nonno materno (è una società matriarcale) accetta nella famiglia il nuovo nipote mangiandone il prepuzio con una banana! Per poco non vomitiamo davanti al palazzo reale, sarà fady pure questo?
Domani si va verso sud, nelle highlands...
martedì 8 settembre 2009
Aggiornamento
Rieccomi dopo settimane di assenza.
Il 26 di Agosto é stato il mio ultimo giorno di lavoro (sigh!). Dopo due anni abbiamo lasciato Beira e stiamo per lasciare il Mozambico. Abbiamo passato le ultime settimane tra preparativi, valigie, saluti. Ogni giorno una festa di despedida, per salutare gli amici, i colleghi dell’universitá e dell’ospedale, il personale della associazione. L’ultimo giorno é stato pazzesco: svuotare la casa dalle cose accumulate in due anni di vita, e nello stesso momento preparare gli zaini per un viaggio di tre mesi. Sí, perché prima di ritornare in Italia ci siamo regalati un “giretto”: Mozambico, Madagascar, Kenya, Tanzania, Malawi. Per poi ritornare a Beira ed assistere alla Laurea degli studenti di medicina che ho seguito in questi anni (i miei bambini!!)
Le tappe del viaggio:
Partenza da Beira. Due tipi con una pseudo-divisa tentano di darci una multa per avere pisciato vicino ad un albero non lontano dalla stazione degli chapa! (Peró nessuno dice niente quando la gente si mette a cagare in spiaggia!! nda). Dopo una lunga discussione e l’intervento in nostro favore di due agguerite sciure, ce la caviamo con una stretta di mano farcita con 50 Meticais (cazzo giá il primo pizzo del viaggio!). Poi ci spariamo otto ore di viaggio seduti su uno sgabello incastrati tra sacchi di patate e farina.
Arriviamo a Vilankulos. Quattro giorni di svacco, dormite e camminate sulla spiaggia. Nessuna immersione, troppo stanchi e infreddoliti (l’inverno mozambicano sta durando piú del solito).
Schiacciati dentro ad un furgone/gabbia come animali, ritorniamo sulla strada principale, dove ci incontriamo con Bas, un amico olandese di Beira. Con lui andiamo a Inhambane/Tofo. Bellissimo, anche se un po’ troppo turistico. Finalmente immersioni, tra mille pesci ed enormi mante. Seduti al bar a bere una birretta, assistiamo allo spettacolo meraviglioso delle balene che saltano e spruzzano enormi getti d’acqua. In questo periodo su tutta la costa si possono vedere gruppi di balene che migrano verso Nord lungo il canale tra il Mozambico e il Madagascar.
Ora siamo a Maputo, dopo un viaggio sicuramente piú comodo dei precedenti, anche se con un leggero ritardo dovuto ad una gomma scoppiata. Siamo a casa di una amica, Elisa, che ci fa conoscere una cittá che non ci aspettavamo. Frastornati. Palazzoni, vetrine, luci, macchinoni, lusso. Ma anche un bellissimo lungo mare, spiaggia, vita notturna, musica dal vivo, centri culturali, musei. Nessun bairro dentro la cittá. Tutte le baracche sono rimaste fuori, nella periferia. Povertá ce n’é, solo che la nascondono. E come in tutte le grandi cittá, ancora piú stridente é la differenza tra chi ha la grana e chi tira a campare. Beira sembra distante anni luce. Mi incazzo nel vedere come il boicottaggio politico (Beira e la provincia di Sofala sono storicamente della destrorsa Renamo) stia uccidendo la seconda cittá del Mozambico per importanza storico-commerciale e numero di abitanti.
Tappa successiva Johannesburg, per prendere l’aereo che ci porterá ad Antananarivo, capitale del Madagascar!!
Alla prossima…
Il 26 di Agosto é stato il mio ultimo giorno di lavoro (sigh!). Dopo due anni abbiamo lasciato Beira e stiamo per lasciare il Mozambico. Abbiamo passato le ultime settimane tra preparativi, valigie, saluti. Ogni giorno una festa di despedida, per salutare gli amici, i colleghi dell’universitá e dell’ospedale, il personale della associazione. L’ultimo giorno é stato pazzesco: svuotare la casa dalle cose accumulate in due anni di vita, e nello stesso momento preparare gli zaini per un viaggio di tre mesi. Sí, perché prima di ritornare in Italia ci siamo regalati un “giretto”: Mozambico, Madagascar, Kenya, Tanzania, Malawi. Per poi ritornare a Beira ed assistere alla Laurea degli studenti di medicina che ho seguito in questi anni (i miei bambini!!)
Le tappe del viaggio:
Partenza da Beira. Due tipi con una pseudo-divisa tentano di darci una multa per avere pisciato vicino ad un albero non lontano dalla stazione degli chapa! (Peró nessuno dice niente quando la gente si mette a cagare in spiaggia!! nda). Dopo una lunga discussione e l’intervento in nostro favore di due agguerite sciure, ce la caviamo con una stretta di mano farcita con 50 Meticais (cazzo giá il primo pizzo del viaggio!). Poi ci spariamo otto ore di viaggio seduti su uno sgabello incastrati tra sacchi di patate e farina.
Arriviamo a Vilankulos. Quattro giorni di svacco, dormite e camminate sulla spiaggia. Nessuna immersione, troppo stanchi e infreddoliti (l’inverno mozambicano sta durando piú del solito).
Schiacciati dentro ad un furgone/gabbia come animali, ritorniamo sulla strada principale, dove ci incontriamo con Bas, un amico olandese di Beira. Con lui andiamo a Inhambane/Tofo. Bellissimo, anche se un po’ troppo turistico. Finalmente immersioni, tra mille pesci ed enormi mante. Seduti al bar a bere una birretta, assistiamo allo spettacolo meraviglioso delle balene che saltano e spruzzano enormi getti d’acqua. In questo periodo su tutta la costa si possono vedere gruppi di balene che migrano verso Nord lungo il canale tra il Mozambico e il Madagascar.
Ora siamo a Maputo, dopo un viaggio sicuramente piú comodo dei precedenti, anche se con un leggero ritardo dovuto ad una gomma scoppiata. Siamo a casa di una amica, Elisa, che ci fa conoscere una cittá che non ci aspettavamo. Frastornati. Palazzoni, vetrine, luci, macchinoni, lusso. Ma anche un bellissimo lungo mare, spiaggia, vita notturna, musica dal vivo, centri culturali, musei. Nessun bairro dentro la cittá. Tutte le baracche sono rimaste fuori, nella periferia. Povertá ce n’é, solo che la nascondono. E come in tutte le grandi cittá, ancora piú stridente é la differenza tra chi ha la grana e chi tira a campare. Beira sembra distante anni luce. Mi incazzo nel vedere come il boicottaggio politico (Beira e la provincia di Sofala sono storicamente della destrorsa Renamo) stia uccidendo la seconda cittá del Mozambico per importanza storico-commerciale e numero di abitanti.
Tappa successiva Johannesburg, per prendere l’aereo che ci porterá ad Antananarivo, capitale del Madagascar!!
Alla prossima…
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