Ecco alcune foto del giro che abbiamo fatto in febbraio verso la provincia di Manica, al confine con lo Zimbabwe.
domenica 29 marzo 2009
mercoledì 18 marzo 2009
Preservaci dal male!!
Dalla sbobinatura della registrazione in possesso dei giornalisti: "...direi che non si può superare questo problema dell'Aids solo con i soldi, che sono necessari, ma se non c'è l'anima che sa applicarli, non aiutano; non si può superare con la distribuzione di preservativi che, al contrario, aumentano il problema". Benedetto XVI
il rappresentante della Chiesa fa una dichiarazione che sostanzialmente vanifica tutto il lavoro di anni per ridurre la le dimensioni di questa pandemia. Mi sembra anche ridicolo che la Chiesa, dopo aver confermato la propria idea ufficiale riguardo all'uso del preservativo, cambi sul sito della Santa Sede la versione della intervista al Papa: "Direi che non si può superare questo problema dell'Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c'è l'anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di profilattici: al contrario, il rischio è di aumentare il problema".
E mentre il ministro degli esteri francese afferma: "La Francia esprime fortissima preoccupazione davanti alle conseguenze di queste frasi di Benedetto XVI; se non spetta a noi dare un giudizio sulla dottrina della Chiesa, riteniamo che frasi del genere mettano in pericolo le politiche di sanità pubblica e gli imperativi di protezione della vita umana",
mentre in Germania le ministre della Salute e della Cooperazione economica e dello sviluppo dicono: "I preservativi giocano un ruolo decisivo nella lotta all’Aids; i preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti; una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l’accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l’impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile",
il ministro degli Esteri italiano dichiara «di non voler commentare le parole del Papa" (incredibile!).
Cavolo nel 2009 ancora siamo qui a parlare di preservativo sì - preservativo no; quand'è che la Chiesa cercherà di avvicinarsi un po' alla reltà, ad essere veramnete vicina ai problemi reali? Come si può pensare di risolvere il problema parlando di "rinnovo spirituale e umano nella sessualità"; è vero, è importante promuovere una sessualità più consapevole e responsabile, ma proprio per questo si deve parlare dell'uso del preservativo; non si può continuare a pensare che una via praticabile sia l'astinenza, negando l'esistenza nelle persone di una dimensione sessuale: cazzo pure i preti hanno una vita sessuale! Ok non basta lanciare preservativi dall'aereo, ma il preservativo è un mezzo indispensabile per tentare di arginare un fiume che appare sempre più in piena.
Per fortuna le ONG italiane hanno risposto con un comunicato ufficiale:
"Nel pieno rispetto della libertà di coscienza e delle convinzioni etiche e religiose di ognuno, riteniamo che non si debba in nessun modo sottovalutare o negare l'importanza dell'uso del preservativo come mezzo di prevenzione dell'HIV/AIDS, accanto ad altri mezzi, e nel quadro di una strategia che ha come obiettivo ultimo l'assunzione di comportamenti sessuali centrati sulla responsabilità e sul rispetto; questa è la politica di tutte le organizzazioni internazionali, a cominciare dall’OMS, portata avanti tra mille difficoltà da tutti i governi africani impegnati a combattere l'epidemia. Non dobbiamo mai dimenticare che nel mondo, ed in particolare in Africa, su questo terreno si gioca in questi anni la vita di milioni di persone, ed il destino di decine di milioni di bambini, che, a causa del dilagare dell'epidemia, hanno perduto e rischiano di perdere i loro genitori". Giorgio Menchini, coordinatore dell’Osservatorio Italiano Aids (ACRA, ActionAid, AIDOS, AMREF, Ass. Papa Giovanni XXII, CCM, CeLIM MI, CESTAS, CESVI, CISP, COOPI, COSPE, COSV, CUAMM, GVC, Intervita Onlus, ISCOS-CISL, Medicus Mundi Italia, Movimondo, Progetto Sviluppo, Ricerca&Cooperazione, World Friends).
www.nigrizia.it
www.corriere.it
www.repubblica.it
Beh, direi che come dichiarazione ufficiale non c'è male!
Mentre tutti i professionisti del settore promuovono l'uso del preservativo come uno strumento essenziale contro la piaga dell'HIV/AIDS,
mentre UNAIDS afferma che "ricerche approfondite hanno dimostrato che il preservativo, usato correttamente, è senza ombra di dubbio lo strumento tecnologico più efficiente e facilmente disponibile per ridurre la trasmissione sessuale dell’HIV; il preservativo è una delle principali componenti di un’efficace strategia di prevenzione, da associare alla promozione di comportamenti sessuali sicuri",
mentre tutte la maggiori ONG tentano di promuovere, nell'ambito dei loro progetti, l'uso del preservativo,
Mentre tutti i professionisti del settore promuovono l'uso del preservativo come uno strumento essenziale contro la piaga dell'HIV/AIDS,
mentre UNAIDS afferma che "ricerche approfondite hanno dimostrato che il preservativo, usato correttamente, è senza ombra di dubbio lo strumento tecnologico più efficiente e facilmente disponibile per ridurre la trasmissione sessuale dell’HIV; il preservativo è una delle principali componenti di un’efficace strategia di prevenzione, da associare alla promozione di comportamenti sessuali sicuri",
il rappresentante della Chiesa fa una dichiarazione che sostanzialmente vanifica tutto il lavoro di anni per ridurre la le dimensioni di questa pandemia. Mi sembra anche ridicolo che la Chiesa, dopo aver confermato la propria idea ufficiale riguardo all'uso del preservativo, cambi sul sito della Santa Sede la versione della intervista al Papa: "Direi che non si può superare questo problema dell'Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c'è l'anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di profilattici: al contrario, il rischio è di aumentare il problema".
E mentre il ministro degli esteri francese afferma: "La Francia esprime fortissima preoccupazione davanti alle conseguenze di queste frasi di Benedetto XVI; se non spetta a noi dare un giudizio sulla dottrina della Chiesa, riteniamo che frasi del genere mettano in pericolo le politiche di sanità pubblica e gli imperativi di protezione della vita umana",
mentre in Germania le ministre della Salute e della Cooperazione economica e dello sviluppo dicono: "I preservativi giocano un ruolo decisivo nella lotta all’Aids; i preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti; una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l’accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l’impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile",
il ministro degli Esteri italiano dichiara «di non voler commentare le parole del Papa" (incredibile!).
Cavolo nel 2009 ancora siamo qui a parlare di preservativo sì - preservativo no; quand'è che la Chiesa cercherà di avvicinarsi un po' alla reltà, ad essere veramnete vicina ai problemi reali? Come si può pensare di risolvere il problema parlando di "rinnovo spirituale e umano nella sessualità"; è vero, è importante promuovere una sessualità più consapevole e responsabile, ma proprio per questo si deve parlare dell'uso del preservativo; non si può continuare a pensare che una via praticabile sia l'astinenza, negando l'esistenza nelle persone di una dimensione sessuale: cazzo pure i preti hanno una vita sessuale! Ok non basta lanciare preservativi dall'aereo, ma il preservativo è un mezzo indispensabile per tentare di arginare un fiume che appare sempre più in piena.
Per fortuna le ONG italiane hanno risposto con un comunicato ufficiale:
"Nel pieno rispetto della libertà di coscienza e delle convinzioni etiche e religiose di ognuno, riteniamo che non si debba in nessun modo sottovalutare o negare l'importanza dell'uso del preservativo come mezzo di prevenzione dell'HIV/AIDS, accanto ad altri mezzi, e nel quadro di una strategia che ha come obiettivo ultimo l'assunzione di comportamenti sessuali centrati sulla responsabilità e sul rispetto; questa è la politica di tutte le organizzazioni internazionali, a cominciare dall’OMS, portata avanti tra mille difficoltà da tutti i governi africani impegnati a combattere l'epidemia. Non dobbiamo mai dimenticare che nel mondo, ed in particolare in Africa, su questo terreno si gioca in questi anni la vita di milioni di persone, ed il destino di decine di milioni di bambini, che, a causa del dilagare dell'epidemia, hanno perduto e rischiano di perdere i loro genitori". Giorgio Menchini, coordinatore dell’Osservatorio Italiano Aids (ACRA, ActionAid, AIDOS, AMREF, Ass. Papa Giovanni XXII, CCM, CeLIM MI, CESTAS, CESVI, CISP, COOPI, COSPE, COSV, CUAMM, GVC, Intervita Onlus, ISCOS-CISL, Medicus Mundi Italia, Movimondo, Progetto Sviluppo, Ricerca&Cooperazione, World Friends).
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domenica 15 marzo 2009
giovedì 12 marzo 2009
Crisi umanitarie sempre più ignorate
Un mese di colera nello Zimbawe, con la fuga di centinaia di migliaia di persone verso il Sud Africa, sottoposte a violenze e aggressioni di ogni sorta, in tutto il 2008 ha prodotto 12 notizie nei telegiornali nazionali di Rai e Mediaset. Ma all'estate di Briatore e della Gregoraci - solo alla loro estate - sono state invece dedicate 33 notizie. E così per l'Etiopia: le violenze del conflitto tra i ribelli e le forze governative, aggiunte alla siccità che ha reso impossibili le condizioni di vita della gente che sopravvive nella regione somala dell'Etiopia, è stata raccontata in 6 notizie durante il 2008. Un anno di Carla Bruni ha invece richiesto un racconto seriale di 208 puntate [...]
Adotta una crisi. Quest'anno c'è un'iniziativa in più: la campagna "Adotta una Crisi Dimenticata", per chiedere a quotidiani e periodici, programmi radiofonici e televisivi o testate online di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate nel corso di quest'anno. Ci sono già diverse adesioni da parte di importanti testate giornalistiche, oltre al patrocinio della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI). [...]
Link all'articolo completo
Adotta una crisi. Quest'anno c'è un'iniziativa in più: la campagna "Adotta una Crisi Dimenticata", per chiedere a quotidiani e periodici, programmi radiofonici e televisivi o testate online di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate nel corso di quest'anno. Ci sono già diverse adesioni da parte di importanti testate giornalistiche, oltre al patrocinio della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI). [...]
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