Dopo la seconda guerra mondiale, la maggior parte delle grandi nazioni europee diede inizio a un processo di decolonizzazione, affrancando progressivamente le colonie africane dal potere coloniale. Il Portogallo, governato dal dittatore António de Oliveira Salazar, non seguì questa linea. Ulteriori coloni partirono dal Portogallo verso il Mozambico, dove la popolazione di origine europea arrivò nel 1975 a circa 250.000 persone. Nel 1959-1960 si formarono tre movimenti di resistenza alla dominazione portoghese del Mozambico: UDENAMO – União Democrática Nacional de Moçambique , MANU – Mozambique African National Union e UNAMI – União Nacional Africana para Moçambique Independente. Nel giugno 1960 gli abitanti del villaggio di Mueda, nel Mozambico settentrionale, tennero una manifestazione pacifica di protesta contro il sistema di tassazione. L’esercito portoghese aprì il fuoco sulla folla, uccidendo molti dimostranti. L’indignazione suscitata dal “massacro di Mueda” contribuì alla formazione di una coscienza politica nella popolazione locale (i makonde) e costituì una delle scintille all’origine della lotta per l’indipendenza. Da quel momento il movimento per la liberazione del Mozambico cominciò a crescere e rafforzarsi. Nel 1962 i movimenti indipendentisti mozambicani, in esilio in Tanzania, con il supporto di Julius Nyerere, primo presidente della Tanzania, confluirono nel Fronte per la liberazione del Mozambico (FRELIMO), ufficialmente fondata il 25 giugno 1962. Il primo presidente del FRELIMO fu Eduardo Chivambo Mondane (antropologo), un mozambicano del sud che aveva studiato negli Stati Uniti, in Portogallo e in Sudafrica, che aveva lavorato per diversi anni alle Nazioni Unite e che già aveva avuto contatti con un governatore portoghese, Adriano Moreira. In questa fase ancora si pensava che sarebbe stato possibile ottenere l’indipendenza del Mozambico senza ricorrere alla lotta armata. Ma i contatti diplomatici stabiliti non andarono a buon frutto e il FRELIMO decise di cominciare con la guerriglia per tentare di forzare il governo portoghese ad accettare l’indipendenza delle sue colonie. La Lotta Armata di Liberazione Nazionale fu dichiarata ufficialmente il 25 settembre 1964 e nella sua prima azione armata il FRELIMO attaccò una base portoghese a Chai nella provincia di Cabo Delgado. La guerra di liberazione procedette verso le provincie di Nassa e Tete. Le operazioni ebbero una battuta d’arresto nel 1969, quando Mondlane fu assassinato con una busta esplosiva consegnatali nel suo ufficio di Dar el Saalam. La presidenza fu quindi assegnata al comandante militare del FRELIMO, Samora Machel, anch’egli un uomo del sud. Sotto la guida di Machel il FRELIMO cercò di allargare il suo campo d’azione al sud del paese. Furono organizzate varie aree dove la amministrazione coloniale non aveva controllo (Zonas Libertadas) e dove il FRELIMO istituì un sistema di controllo basato sulla necessità di garantire la sicurezza, il rifornimento di viveri e la comunicazione tra le basi in Tanzania e il fronte di combattimento. Nel frattempo i portoghesi, nel tentativo di isolare i guerriglieri dalla popolazione rurale costrinsero i contadini a trasferirsi in una serie di villaggi fortificati (aldeamentos) da dove era impossibile qualsiasi contatto con i ribelli; al fine di ottenere l’appoggio popolare furono varate alcune riforme sociali a beneficio dei residenti di questi villaggi. Le diverse guerre scoppiate all’interno dell’impero coloniale e le crescenti critiche internazionali indebolirono tuttavia la capacità di resistenza del governo. Il colpo di grazia fu la caduta del regime di Salazar, nel 1974. Il 7 settembre 1974, a Lusaka (Zambia) vennero siglati gli accordi con i quali il governo di Lisbona acconsentiva a cedere il controllo del paese al FRELIMO e fu formato un Governo di Transizione, con a capo Joaquim Chissano, che comprendeva ministri nominati dal governo portoghese e altri nominati dal FRELIMO. Dopo 10 anni di combattimenti, e poco dopo il ritorno della democrazia in Portogallo con la Rivoluzione dei garofani, il FRELIMO prese la capitale (aprile 1974). I coloni portoghesi furono espulsi o fuggirono con propri mezzi, e il 25 GIUGNO 1975 il Mozambico si autoproclamò indipendente. Samora Machel, leader del FRELIMO, fu il primo presidente; avrebbe mantenuto il potere fino al 1986. Rispetto alle altre nazioni europee, il Portogallo ebbe una politica coloniale caratterizzata dallo scarso sviluppo dei territori d'oltremare. Questo fatto, combinato alla rapida fuga dei coloni portoghesi durante la guerra di indipendenza, lasciò il Mozambico in uno stato di crisi economica e totale mancanza di manodopera. Il FRELIMO rispose a questa situazione e alla congiuntura della Guerra fredda allineandosi politicamente con l'Unione Sovietica e chiedendo supporto ai paesi del blocco comunista. Il Mozambico divenne un paese socialista, con un solo partito, appoggiato soprattutto dall'Unione Sovietica e da Cuba. Il Mozambico divenne un punto di riferimento per i movimenti indipendentisti e anti-apartheid dei vicini Sudafrica e Rhodesia (odierno Zimbabwe). Questi paesi, con l'apporto anche degli Stati Uniti, finanziarono la costituzione in Mozambico di un esercito di liberazione anti-comunista detto RENAMO. Nei primi anni '80, il RENAMO iniziò una serie di attacchi contro le strutture del paese (inclusi ferrovie, scuole e ospedali), trascinando il Mozambico nella guerra civile (…ma questa è un’altra storia…).


Oppure le multinazionali biotech che cercano di entrare in Africa Occidentale a partire dal cotone OGM, sfruttando l’immagine del continente affamato e usando dosi massicce di propaganda. Ma fortunatamente l’Africa non vuole aiuti alimentari modificati: già nel 2002, quando 13 milioni di persone sono vittime della fame nell’Africa Australe, i governi di Zambia, Zimbabwe e Mozambico decidono di respingere mais transgenico sotto forma di aiuto alimentare. E una nuova orda di neo-colonizzatori aspetta al varco il Mozambico: dopo gli indiani, che hanno in mano la gran parte delle attività commerciali nelle grandi città, dopo i cinesi, che stanno arrivando sempre più numerosi e che non hanno molto da insegnare in termini di diritti dei lavoratori, ecco che arrivano gli italiani, che dopo aver fiutato la possibilità di nuovi e proficui investimenti, non vogliono essere da meno e tenteranno di inserirsi nel gioco; infatti come si può leggere nella Newsletter della Diplomazia Economica Italiana del 23 giugno 2008 (economia, normative, opportunità e obiettivi all’estero per le imprese italiane), è iniziata una vera e propria spedizione di imprenditori italiani per saggiare il terreno mozambicano...

www.wikipedia.it
Diplomazia Economica Italiana - n°10 - 23 giugno 2008
AfDB/OECD 2007 African Economic Outlook
Guida Lonely Planet Mozambico - maggio 2007