domenica 30 settembre 2007

30.09.07 h 13.30 Villaggio pescatori

Sono appena tornato da una stupenda passeggiata sulla spiaggia. Sono andato a fare un giro insieme al chirurgo capo-progetto. Siamo andati al famoso faro di Beira, quello bianco e rosso che si vede anche sulle foto in Internet con davanti il relitto arrugginito di un peschereccio. Certo il paesaggio è depurpato, ma i relitti di navi hanno sempre un certo fascino (anche se ho saputo che lo stanno pian piano smantellando). Da lì ci siamo allontanati dalla città camminando su una spiaggia deserta, vastissima, di sabbia finissima e chiara, orlata da palme tutte piegate nella stessa direzione da un vento incessante. Il mare qui è sempre di un colore grigio-beige ed è veramente caldo; c’era la bassa marea per cui il mare si era ritirato lasciando un bagnasciuga lunghissimo. Insomma un paesaggio da cartolina. Poi dopo qualche centinaio di metri siamo arrivati al villaggio dei pescatori: incredibile! Avrei scattato un migliaio di foto, ma purtroppo ancora non me la sento di andare in giro con la macchina fotografica, soprattutto sulla spiaggia. Il villaggio è formato da una fila di capanne di paglia su cui si staglia una bandiera ormai tutta smangiata; davanti alle capanne sono stese le enormi reti da pesca, alcune da riparare; lungo la spiaggia c’è una fila infinita di canoe di legno di varie dimensioni; e poi ci sono tutti questi gruppetti di persone indaffarate, ognuno con il proprio compito: le donne sono sedute in cerchio e molte hanno legato alla schiena, con le tipiche stoffe, il bambino piccolo di cui spuntano solo testa e braccine; con calma e pazienza dividono i vari tipi di pescetti appena pescati; nel loro compito sono aiutate dai bambini più grandi, che sono gli unici che vengono distratti dal nostro arrivo; gli uomini hanno compiti differenti: alcuni portano dalla riva al villaggio degli ammassi di reti che verranno poi stese insieme alle altre; altri fanno rotolare sulla sabbia le canoe per riportarle al loro parcheggio sulla spiaggia; altri ancora entrano in mare superando, con difficoltà, le onde che si infrangono sulla riva; stormi di uccelli bianchi (tipo gabbiani) ne approfittano per raccogliere gli scarti gettati via dalle donne.
E’ impossibile descrivere a parole la bellezza di questo luogo, ma volevo provarci perché ne sono rimasto incredibilmente affascinato; questo è stato il primo contatto con il villaggio dei pescatori, ma sicuramente ci saranno molte altre occasioni in futuro, e non vedo l’ora di portarci anche Julia: se ne innamorerà! Cavolo, ho un paradiso dietro casa e non lo sapevo!

sabato 29 settembre 2007

28.09.07 Frigorifero

Qui la sera, se non hai la macchina, è fortemente sconsigliato girare per la città. E allora in queste sere in cui non devo ancora studiare per il lavoro, ne approfitto per spostare i mobili, sistemare le mie cose e pulire; finalmente la casa sta prendendo un po’ forma e appare più accogliente, personalizzata. Una delle prime cose che ho fatto è stata pulire il frigorifero per poter attaccare le foto magnetiche, il regalo geniale di Mascia & company: adesso ogni volta che prendo qualcosa dal frigo mi metto a ridere da solo come un pirla…grazie ancora, sono fantastiche!!

26.09.07 Giorno di paga!

Dopo neanche una settimana di frequentazione dell’Università senza combinare una minchia è giusto ricevere il compenso dovuto! Qui già mi pagano e neanche ho iniziato a lavorare…contenti loro. Funziona così: ogni 26 del mese l’Università ti da una assegno con cui vai in Banca. E va bene…ma in Banca (in qualsiasi filiale) c’è un’attesa di ore e ore con una fila che fa due giri del salone ed è già difficile capire dove finisce e dove devi andare. La lentezza e la flemma delle addette alla Cassa è disarmante, soprattutto hai un appuntamento a breve o se sei un Milanese appena arrivato e che ancora fatica a scrollarsi di dosso i ritmi concitati del quotidiano metropolitano. E invece loro niente, non dicono nulla, nessuno si lamenta o litiga, nessuno tenta di saltare la coda. Però attenzione! Mai appoggiarsi al muro o accasciarsi un po’ al suolo dopo 1 ora in piedi; subito arriva la guardia in divisa che ti intima, con sguardo minaccioso, di rialzarti. E’ successo ad un vecchietto poco davanti a me: si vede che guastava l’immagine di prestigio della filiale. Poi arrivi alla Cassa pieno di fiducia e ti senti già i soldi in tasca….ma non hai fatto i conti con l’impiegata diffidente che non crede che il Passaporto sia tuo, per via di una foto un po’ vecchia “No ma guardi che sono io!” “Non è vero, questo qui è grasso” “Sono io nel 2000, un po’ più in carne (grassa sarai tu cinghialona del cazzo!), e poi senza barba e occhiali”, e allora ti togli gli occhiali e sorridi come un pirla per prenderla con la simpatia: non attacca “Mettitela nel culo la tua simpatia (penso io)”. Dieci minuti buoni di contrattazione, ma alla fine l’ho spuntata! Poi mentre ti porge i soldi “Comunque stavi meglio prima” “Ma vaffanculo!”.

24 e 25.09.07

Che giornate di merda…nel vero senso della parola: e figurati se il nostro non si beccava subito un bel attacco di caganeira!! (chissa Carlos come se la ride!).

22.09.07 Bicicletta

Finalmente oggi ho comprato la bicicletta! Una bici figlia della globalizzazione: tipo olandesina (con freno a pedale), fabbricata in Cina, comprata da un Indiano! Senza commenti scontati sui cinesi, tengo a precisare che nonostante la manodopera iniziale, alla prima pedalata seria mi è partito un pedale! Però sono molto orgoglioso del mio mezzo: prima di provarla pensavo di chiamarla La Poderosa, ma visto il peso esagerato, mi sa che la chiamerò La Ponderosa (Pondus: peso dal latino nda). Certo che qui sono strani in materia di traffico (a parte la guida dal lato SBAGLIATO della strada!): guidano malissimo, hanno macchine e camion catorci pieni di gibolli, però per guidare la bici devi avere un regolare patentino con tanto di prova pratica (ti fanno fare l’otto come per la patente della moto!!); però se, ipoteticamente, sei bianco e, ipoteticamente, lavori per una grossa ONG, POTRESTI riuscire a comprarla senza fare tutta la trafila….figurati, io mi sono comprato pure la Laurea in Medicina!

21.09.07 Divisa


e vabbuò: stasera non c’ho un cazzo da fare, e soprattutto non ho voglia di sistemare casa o studiare. E quindi parliamo della Divisa; in pochi fortunati hanno potuto ammirare il completo da caccia/pesca con cui la mia associazione mi ha spedito qui:
Cappellino cartonato tipo baseball beige chiaro (accidentalmente dimenticato a casa!)
Magliettona larga e lunga ultra-bianca con logo gigante dell’associazione davanti (ovviamente
Zainetto rigorosamente beige chiaro così qui in Africa non si sporca facilmente
Gilet multi-tasche kaki tipo caccia: “Wilfred, passami la doppietta che ho avvistato uno schiavo!”
Mega-marsupiale avvolto in vita che mangia 3 volte al giorno (spese a carico del Cooperante)

Perché togliere agli altri la gioia di prendermi per il culo da qui all’eternità? Aspetto commenti sagaci!

21.09.07 Mc Gyver (pronuncia meggaiver) mi fa una pippa!

Altro che McGyver! Problema: qui in Mozambico la corrente è a 220 Volt, e fin qui tutto bene; ma qui non c’è la “terra”, e quindi le prese sono tipo modello tedesco con solo 2 buchi. E se il tuo PC ha la spina a tre cazzilli? E se ti sei dimenticato di portarti dietro un riduttore universale? Beh, ti adatti con quello che hai a disposizione!

20.09.07 Interno notte: nuovi amici

...e dove pensavi di essere arrivato?! E poi questa casa mica è solo tua, c’erano già degli ospiti, che ora diventeranno i tuoi nuovi amici!

GIOCO A PREMI: UN NOME per i nuovi amici, la famiglia Jeco, il ragno e il rospetto (Qui si chiama Sapo). Il vincitore verrà dichiarato nelle prossime puntate (si prega di lasciare nominativo nei commenti)

20.09.07 Beira!

Viaggio:

Milano – Francoforte – Johannesburg – Maputo (Sosta di 2 giorni per burocrazia varia) – Tete – Beira!!

La sosta nell’aeroporto di Tete è stata incredibile! Abbiamo volato a bassa quota per un po’, così abbiamo potuto ammirare i paesaggi meravigliosi del Mozambico, quelli che uno si immagina quando pensa all’Africa…e poi nel bel mezzo del nulla eccoti l’aeroporto, circondato da giganteschi Baobab con i loro rami secchi…adesso capisco perché qui li considerano dei “saggi”. Purtroppo la sosta è stata breve, ma mi ha fatto entrare nell’atmosfera africana, con l’aeroporto sgarrupato, il caldo avvolgente… e le guardie armate che hanno circondato l’aereo appena siamo atterrati (infatti ho pensato: “siamo fottuti!”). Poi finalmente dopo ore e giorni di viaggio siamo arrivati alla meta finale del viaggio, la città che ci ospiterà per 2 anni. Non ti dico la mia espressione quando ho visto tutte le macchine andare senza guidatore e, soprattutto, in contro-mano!! Cazzo ma sul sito dell’ACI ti dicono tutto sul Mozambico, e non ti dicono che c’è la guida a sinistra come in Inghilterra!? Infatti la prima guida è stata uno spettacolo, come quando io e Guido scorrazzavamo per Malta prendendo le rotonde in contro-mano e con i tergicristalli che partivano invece delle frecce!!

La prima impressione di Beira è stata positiva, molto meglio di Maputo. Qui l’atmosfera è più rilasciata, le dimensioni sono più a misura d’uomo, si gira in bicicletta sul lungo mare, dove trovi i tipici chioschetti da spiaggia simili a Rio de Janeiro; e del Brasile ho ritrovato molto, da subito: alcuni gesti o espressioni tipiche, l’accoglienza, le case un po’ malconce, e, chiaramente, il grande divario tra chi riesce a vivere direi più che bene, e quelli che sopravvivono…e anche qui sbarre alle finestre, coprifuoco e guardie fuori dalla porta. E quando mi hanno portato a casa ho scoperto di avere anche io una guardia, anzi due, che fanno i turni; ma di loro non parlo adesso, voglio prima conoscerli un po’. La casa è meravigliosa, una villa enorme…appena entrato sono subito uscito a chiedere se c’era stato un errore di assegnazione: “Ma mi avete visto?” “Nessun errore, qui sono tutte grandi le case”: si vede che i Portoghesi non avevano molti problemi di spazio! In effetti girando per i viali alberati si vedono delle case meravigliose, con il fascino tutto particolare delle belle case un po’ fatiscenti. Non vedo l’ora di riuscire a scattare qualche foto da mettere sul Blog!

15.09.07 Barrio’s Cafè

Visto che, per mancanza di tempo e per eccesso di Negroni (inteso come bevanda), non sono riuscito a salutare tutti come avrei voluto, colgo l’occasione del Blog per ringraziare tutti e mandare un abbraccio collettivo. Una serata piena di emozioni, soprattutto nel finale!! (…vero CS?…)
Baci e … a presto!?!!?!?