sabato 8 dicembre 2007

09.12.07 Animale domestico

Finalmente abbiamo il nostro animale domestico, che ci aspetta davanti a casa e ci fa le feste quando torniamo: è una simpatica Mantide Religiosa! La prima volta che è venuta a trovarci ci siamo un po' "sorpresi" nel trovarcela a pochi centimetri dalla faccia, ma dopo qualche giorno eravamo già inseparabili. Non abbiamo ancora deciso come chiamarla. Cercando un po' in Internet abbiamo trovato qualche notizia sul suo conto; c'è anche un sito interessante che spiega come allevarle in casa, anche se per il momento preferiamo lasciarla libera di scorrazzare per il giardino!



La Mantide religiosa (Mantis religiosa), denominata anche mantide europea, è una delle specie più comuni dell'ordine Mantodea. Già nel settecento un illustre scienziato biologo, considerato il padre della moderna classificazione scientifica di piante e animali, Carl von Linné, conosciuto come Linneo, attribuiva alla mantide il termine “Religiosa” per la posizione degli arti raptatori, che ricordavano un’austera figura in preghiera. Mantis idos, che deriva dal greco, significa profeta e questo la dice lunga su quanto fosse temuto e rispettato fin dall’antichità questo insetto.
Tutte le mantidi sono completamente innocue, non hanno alcun veleno. Ciò che, a volte, perdono dalla bocca non è sangue ma un rigurgito con scopi intimidatori. Il suono che emettono alcune specie è provocato dallo sfregamento delle ali per spaventare eventuali aggressori.
Le mantidi sono originarie dell'Africa e si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale. Si è diffusa anche in Nord America a partire dal 1899, sembra importata accidentalmente con un carico di piante da vivaio. La loro diffusione dipende soprattutto dalla richiesta di alte temperature. La loro diffusione è infatti notevolmente inferiore nell'Europa centrale e quasi inesistente nell'Europa del Nord. In Germania infatti sono considerati animali protetti e la loro cattura è vietata.
In Africa ancora oggi le mantidi sono oggetto di culto e credenze religiose per gli indigeni. Per i Boscimani, ad esempio, le principali figure mitologiche sono: la Mantide, l'Eyras (una specie di marmotta che vive solo in Africa e in Siria), il Porcospino, l'Icneumone (una specie di mangusta). Tutti questi animali però sono concepiti nella mente dei Boscimani come esseri appartenti ad una razza anteriore a quella attuale, con forme miste fra animali e uomini. Questo è stato possibile comprenderlo dalle immagini delle figure mitologiche scolpite dai Boscimani sulle rocce nei tempi preistorici. La Mantide è la figura principale nelle leggende boscimane. E' un essere astuto e burlone dotato di poteri magici che talvolta compare anche sotto forma di Antilope ed è il protettore della caccia, dei frutti selvatici, della pioggia, ma si diverte anche a tendere tranelli. La Mantide ha dato origine alla notte ed ha creato la luna che però ha influenze malefiche sugli uomini. La luna, finché appare in cielo, infatti, è considerata come portatrice di morte ed i Boscimani non osano mai guardarla, soprattutto dopo aver ucciso la selvaggina che credono possa scomparire con la luna. La luna nuova invece è considerata il simbolo della vita che porta la cacciagione e spesso anche la pioggia. Hyrax è la moglie di Mantide, mentre Porcospino è la loro figlia adottiva che ha sposato Kuammanga (l'arcobaleno); Kuammanga e Porcospino hanno un figlio che si chiama Icneumone.
Per i Romani la mantide dava il malocchio, mentre Thomas Mouffet, naturalista rinascimentale, affermava che la mantide è divina e mostra con le sue zampe la strada giusta al viandante sperduto. Aristarco, astronomo e fisico greco asseriva che la mantide era portatrice di mala sorte e persino lo sguardo, se si era fissati, era fonte di sciagura. Nell’antichità si credeva che la comparsa della mantide preannunciasse carestia e persino la sua ombra disgrazia per gli animali che incontrava.
L'accoppiamento delle mantidi è stato spesso legato al simbolo del potere femminile negativo in quanto la femmina dopo essersi accoppiata o anche durante l'accoppiamento divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento.
La mantide religiosa, il più chiacchierato fra gli insetti. Prega e uccide. La sua notorietà si deve a questo. Cosa c'è di più perverso e contraddittorio? Eretta sulle zampe posteriori, immobile, nella posizione di chi ha le mani giunte, è solo un piccolo insetto di quattro, cinque centimetri. Bello, si direbbe, per una certa somiglianza con l'uomo, se non fosse per una serie di dicerie che la mantide religiosa si porta dietro da più di due millenni.Dunque bella no. Ma crudele, assassina, terribile, una vera maledizione della natura. E il fatto che sia "religiosa" non fa che amplificare il senso delle sue "azioni malvagie". Perchè questo straordinario animale uccide il partner? Qualche tempo fa si impose una teoria: bisogna partire dalle fasi dell'accoppiamento. La mantide è stretta a un ramo, si guarda intorno con una capacità unica negli insetti, torce il collo a trecentosessanta gradi. Un maschio l'adocchia; centimetro per centimetro, accorto, guadagna terreno, non deve farsi scorgere nemmeno per un attimo, se no sarebbe la fine. Quando è abbastanza vicino, con un balzo improvviso le monta sul dorso, le morse anteriori si stringono al dorso della femmina, le zampe posteriori si avvinghiano all'addome.
L'accoppiamento dura alcune ore, un tempo lunghissimo in cui non si deve perdere la concentrazione, pena la morte. Dopo qualche tempo dall'inizio dell'accoppiamento la mantide torce il collo e inizia a staccare la testa del compagno. Una gran parte del torace finisce presto fra le mascelle della femmina. La scena è impressionante. Ma ciò che colpisce maggiormente è che il maschio continui il suo amplesso amoroso. Le ragioni vere dell'operazione stanno in una particolare architettura nervosa della mantide. I gangli nervosi, infatti, si estendono lungo tutto il corpo, tanto che non si può localizzare il cervello in un punto ben preciso. La saggia femmina lo sa, e sa anche che il ganglio cerebrale fa da inibitore alla emissione di sperma. Dunque via la testa. Per la sopravvivenza della specie. Negli ultimi anni due ricercatori, Liiske e Davis, hanno formulato una nuova teoria. Osservando degli accoppiamenti in condizioni diverse di alimentazione della femmina, hanno ipotizzato che solo qualche volta le mantidi mangino i loro maschi, per il fabbisogno di proteine nella rapida produzione di uova. In allevamento spesso la femmina infatti essendo ben nutrita "risparmia" il maschio. Come controprova è stato dimostrato che i maschi si accoppiano più di una volta e perciò non è obbligatorio che vengano sempre divorati.
La Mantide sa camuffarsi facilmente tra le foglie, dove aspetta immobile la preda. I toni dell'abito si conformano a quelli dominanti dell'ambiente: è come se la mantide applicasse al suo corpo una fotografia di ciò che ha intorno. E quando arriva la preda, con fierezza si erge sul torace, piega da un lato le tenaglie, innalza alla base delle zampe due figure dalla forma di occhi che tiene generalmente nascosti. Le ali sono allargate come bandiere da guerra. E vibrano, vibrano con un rumore assordante impaurendo la preda che si lascia uccidere senza opporre alcuna resistenza, pietrificata, ipnotizzata da quella che i naturalisti chiamano "attitudine spettrale".
Per la sua incredibile abilità nell’arte del combattimento, questo insetto ha ispirato il maestro Wong Long, un monaco del tempio di Shaolin, fondatore dello stile della Mantide Religiosa. Un giorno mentre stava camminando all'aperto, Wong Long assistette ad un combattimento tra una mantide religiosa ed una cicala. Ad un primo sguardo poteva sembrare che la piccola mantide aveva un evidente svantaggio rispetto al più grande insetto, ma combatteva con grande coraggio. Wong restò affascinato dalla combattività, velocità e forza dell'apparentemente perdente mantide. Quando la cicala sferrava un attacco la mantide spostava il suo corpo da una parte e con forza e velocità bloccava la cicala con le sue potenti zampe. Wong prese con se la mantide per ulteriori studi e, utilizzando uno stelo di canna, studiò accuratamente i suoi movimenti, esaminando come l'insetto reagiva alle varie situazioni. Wong volle poi imitare queste azioni e pian piano codificò il suo sistema di combattimento.


1 commento:

Unknown ha detto...

bhe', salvate mantida dall DDT! (tra l'altro, ma se e' vietato dall'OMS, a che lo fanno a fare i cinesi il DDT?? chi lo comprava prima dei furbi mozambichesi?)